ANGUILLARA, Francesco
Figlio di Francesco e di Costanza Orsini, nacque con ogni probabilità negli ultimi anni del XIII secolo; era fratello di Pandolfo e di Orso. Nel 1322, rispondendo all'invito rivolto a lui e ai fratelli dal pontefice Giovanni XXII, l'A. partecipò attivamente alla riconquista del castello di Miranda. Nello stesso anno il papa gli concesse la dispensa necessaria per sposare Tommasa di Giovanni Normanno. Nel 1326 fu fatto da Roberto d'Angiò vicario regio in Roma insieme con Nicolò Annibaldi e l'11 dicembre dello stesso anno confermò gli Statuti dell'arte della Lana. Nel 1331, però, con improvviso voltafaccia, assalì, insieme con i fratelli, Sutri, e l'avrebbe occupata interamente se non fosse intervenuto a ricacciarlo lo stesso rettore del Patrimonio, Pietro d'Artois. Seguì a questo insuccesso un'aperta rottura fra l'A. e suo fratello Orso, che non sappiamo se fosse dovuta soltanto a contrasti patrimoniali o anche a ragioni politiche (Orso aveva sposato nel 1329 o poco dopo una Colonna, mentre l'A. rimase sempre fedele alla parte degli Orsini). Certo è che il 2 maggio del 1332 Roberto d'Angiò inviò a Roma Landolfo Brancaccio con l'incarico di comporre la discordia esistente fra i due fratelli.
Anche Giovanni XXII, che aveva perdonato all'A. il tentato assalto a Sutri, gli dimostrò nello stesso 1332 la sua considerazione raccomandandogli i suoi cappellani Bertrando di S. Genesio e Filippo di Cambarlhac.
L'A. partecipava intanto attivamente ai contrasti che opponevano in Roma e nel Lazio le due famiglie degli Orsini e dei Colonna, parteggiando per gli Orsini, suoi parenti. Questi contrasti furono causa della sua tragica e prematura morte. Il 6 maggio 1333, infatti, egli si stava recando a Palestrina insieme con Bertoldo Orsini per trattare con Stefano Colonna una tregua, quando cadde in un agguato tesogli da Stefanuccio Colonna e fu da questo ucciso. La sua morte provocò una violenta reazione degli Orsini e l'inasprimento della guerriglia in corso fra le varie fazioni della nobiltà romana.
Fonti e Bibl.: Statuti delle Arti dei Merciai e della Lana di Roma, a cura di E. Stevenson, Roma 1893, p. 163; Jean XXII. Lettres communes, a cura di G. Mollat, IV, Paris 1910, n. 15245; V. Sora, I conti di Anguillara, in Arch. d. soc. romana di storia patria, XXIX(1906), pp. 425-429; A Salimei, Senatori e Statuti di Roma nel Medioevo. I Senatori, Roma 1935, p. 99; E. Dupré-Theseider, Roma dal Comune di popolo alla Signoria pontificia, Bologna 1952, pp. 492 e seg.