RAPACCIOLI, Francesco Angelo
RAPACCIOLI, Francesco Angelo. – Nacque a Roma, probabilmente nel 1608, da Pietro (morto nel 1637) e da Ginevra delli Griffi (morta nel 1632), romana. La coppia ebbe sei figli, due femmine e quattro maschi. Il padre, oriundo di Collescipoli, presso Terni, gestiva una bottega in piazza della Rotonda, si arricchì con il commercio di stoffe e investì le sue sostanze per favorire la carriera ecclesiastica del figlio. Legato ai Barberini, nel 1630 operò come prestanome affinché essi potessero acquistare per 5000 scudi la collezione d’arte del cardinale Francesco Sforza.
Francesco Angelo studiò al Collegio romano. Nel 1628 difese tesi di filosofia, dedicate al cardinale Francesco Barberini (Hesperia modvlatio ad ill.vm Franciscvm card. Barberinvm in philosophicis dispvtationibvs Francisci Rapaccioli Romani, Romae 1628); l’anno successivo nella festa dell’Ascensione predicò alla presenza del papa nella basilica Lateranense; il sermone fu dato alle stampe con dedica a Urbano VIII (De Domini in coelum ascensu, Romae 1629). Coltivò le lettere e pubblicò opere di argomento religioso e profano (cfr. Mandosi, 1692, p. 265). Nel 1631 risultava insignito del titolo di dottore in utroque iure, ma non si hanno notizie circa il tempo e l’università in cui lo ottenne.
Iniziò la carriera in Curia il 17 settembre 1630, nominato abbreviatore di parco maggiore e referendario delle due Segnature. Tra il 1631 e il 1632 ricevette gli ordini minori e maggiori. Dal 14 dicembre 1634 al dicembre del 1636 fu reggente della Cancelleria e scrisse i repertori di pratica cancelleresca che vanno sotto il suo nome: De abbreviatoribus Maioris Praesidentiae (Biblioteca apostolica Vaticana, Chig. R.II.56, cc. 146-149); Notabilia cancellariae (ibid., Vat. lat. 13965); Del modo di concordare la cancellaria e la sommistaria apostolica, in tre volumi (ibid., Barb. lat. 5079-5081) dedicati al cardinale Francesco Barberini, vicecancelliere.
Nel novembre del 1636 acquistò l’ufficio di chierico di Camera e divenne presidente degli Archivi. Il 12 gennaio 1639 fu nominato provvisore e conservatore generale delle Fortezze, armi e munizioni dello Stato Ecclesiastico. Divenuto presidente della Camera apostolica, il 16 maggio 1639 fu designato per sei mesi a esercitare l’ufficio della Segnatura di grazia, detta del concessum, al posto di Prospero Fagnani, incarico più volte rinnovato e conferitogli stabilmente il 21 novembre 1641. Dal 1° luglio 1641 al 25 febbraio 1643 fu prefetto dell’Annona. Morto Giovanni Battista Lomellini (2 marzo 1643), acquistò per 64.000 scudi l’ufficio di tesoriere generale, i cui compiti furono esercitati da Paolo Emilio Rondinini, poiché nel frattempo Rapaccioli era stato nominato commissario generale per le truppe pontificie in guerra contro Odoardo Farnese e le forze del granduca di Toscana.
Il 13 luglio 1643 Urbano VIII lo creò cardinale. Ricevette il cappello il 3 dicembre assieme a Gaspare Mattei, tornato dalla nunziatura di Germania. Il 14 dicembre 1643 ebbe il titolo di S. Maria in Via e il 21 novembre 1650 quello di S. Cecilia. Lunedì 3 agosto 1643 era stato nominato legato della provincia di Patrimonio; a causa del perdurare della guerra il governo della legazione ricadde sul cardinale Antonio Barberini, coadiuvato dal vicelegato Giberto Borromeo.
Nel corso del conclave apertosi il 9 agosto 1644 dopo la morte di Urbano VIII collaborò con Francesco Barberini al perseguimento dei suoi obiettivi e alla composizione degli screzi intervenuti con il fratello Antonio. Ha lasciato inoltre una relazione sul conclave in un celebre testo la cui redazione si protrasse fino agli ultimi mesi della sua vita.
Innocenzo X il 18 ottobre 1646 lo nominò vescovo di Terni. Fu consacrato il 28 ottobre a Roma nella chiesa di S. Lucia in Selci dal cardinale Marco Antonio Franciotti. Governò la diocesi fino alla primavera del 1656, quando si dimise per motivi di salute.
Abbellì la cattedrale, cui aggiunse le due sacrestie e la decorazione in stile barocco, avvalendosi, sembra, della consulenza di Gian Lorenzo Bernini, con il quale aveva allacciato rapporti fin dalla giovinezza. Promosse la costruzione della piazza porticata antistante la cattedrale e favorì l’insediamento a Terni degli ordini religiosi: nel 1648 consacrò la chiesa dei cappuccini e il 16 aprile 1649 la basilica dei carmelitani scalzi, dedicata a s. Valentino. Nel 1653 eresse il seminario per dodici alunni. Chiamò il pittore romano Michelangelo Cerquozzi, l’assisiate Giacomo Giorgetti e il marchigiano Giovanni Battista Salvi, detto il Sassoferrato, autore del ritratto del cardinale oggi conservato nel John and Mable Ringling Museum of Art di Sarasota in Florida.
Collaborò alla riconciliazione tra Innocenzo X e i Barberini, favorendo un accordo in base al quale il papa creò cardinale Carlo Barberini, figlio di Taddeo e Anna, mentre suo fratello Maffeo, divenuto principe di Palestrina, sposò Olimpia Giustiniani, pronipote del papa, che celebrò le nozze il 15 giugno 1653.
Morto Innocenzo X, nel conclave del 1655 Francesco Barberini tentò nuovamente di far eleggere Giulio Cesare Sacchetti, invano proposto già nel precedente conclave del 1644. Data la resistenza dei cardinali, egli propose la candidatura di Vincenzo Maculani e poi quella di Rapaccioli, a sfavore del quale giocavano la giovane età, le asserite tendenze filospagnole, a motivo delle quali fu escluso da Mazzarino, e le voci di un suo presunto precario stato di salute. Fu eletto Fabio Chigi, che prese il nome di Alessandro VII.
Morì a Roma il 15 maggio 1657, verso le quattro del pomeriggio, colpito da apoplessia, nel suo palazzo situato tra il Campidoglio e piazza Margana. Fu sepolto nella chiesa di S. Maria sopra Minerva, presso la cappella del Rosario. L’inventario dei suoi beni, stilato dal notaio Marino Contuccio a partire dal 24 maggio 1657, descrive in dettaglio il suo palazzo con i preziosi arredi e i 276 dipinti che lo adornavano.
Fonti e Bibl.: Città del Vaticano, Archivio segreto Vaticano, Secretaria Brevium, reg. 773, c. 131v; reg. 790, c. 689rv; reg. 867, c. 378rv; reg. 872, c. 84r; reg. 878, c. 13rv; reg. 891, c. 21r; reg. 924, cc. 23r-27v, 29rv, 36r-41v, 44r-46v, 48rv, 353r-355r; reg. 926, cc. 9r-12r; reg. 929, cc. 22r, 32r; reg. 930, cc. 13r-18r; reg. 952, cc. 482rv, 711r; Biblioteca apostolica Vaticana, Barberiniani latini, 2009, cc. 226r-227r (testamento); 6025, 8743-8748 (corrispondenza con Francesco Barberini, 1641-1657). Relazione sul conclave del 1644: ibid., Barberiniani latini, 4632, cc. 45r-149r; 4636, cc. 157r-271r; 4670, cc. 202r-251v; 4671, cc. 192r-352r; 4710, cc. 40r-163v; Chigiani, F.VI.138, cc. 1r-98v; I.II.45, cc. 172r-213v; Vaticani latini, 10439, cc. 50r-104r; 12185, cc. 76r-197v; 12180, cc. 453r-524r e 524v-537v; 12377; 13418. Archivio di Stato di Roma, Trenta notai capitolini, Uff. 27, vol. 145, notaio Marinus Contuccio, anno 1662, cc. 115-117 (testamento), 381-417 (inventario dei beni).
Rime heroiche e sacre cavate dalli scritti del sig. Cardinale R., Roma 1665; P. Mandosi, Bibliotheca romana, II, Romae 1692, p. 265 (elenco delle opere di Rapaccioli); L. von Pastor, Storia dei papi dalla fine del Medio Evo, XIII, Roma 1931, pp. 717, 880, 885, 953, XIV, 1, Roma 1932, pp. 20, 44, 139, 315; P. Gauchat, Hierarchia catholica medii et recentioris aevi, IV, Monasterii 1935, pp. 26, 59, 210; G. Gigli, Diario di Roma, a cura di M. Barberito, I-II, Roma 1994, ad ind.; Ch. Weber, Legati e governatori dello Stato Pontificio (1550-1809), Roma 1994, pp. 432, 857; Istituzioni, Chiesa e cultura a Terni tra Cinquecento e Settecento, a cura di T. Pulcini, Terni 1997, ad ind.; G. Brunelli, Soldati del papa. Politica militare e nobiltà nello Stato della Chiesa (1560-1644), Roma 2003, pp. 253, 255, 267-269; Ch. Weber, Die päpstlichen Referendare 1566-1809. Chronologie und Prosopographie, III, Stuttgart 2004, pp. 835 s.; M.C. Giannini, Note sui tesorieri generali della Camera apostolica e sulle loro carriere tra XVI e XVII secolo, in Offices et papauté (XIV-XVII siècle). Charges, hommes, destins, a cura di A. Jamme - O. Poncet, Rome 2005, pp. 878, 883; L. Rice, Cardinal R. and the Turnip-sellers of Rome: a Satire on the War of Castro by Baccio del Bianco, in Master drawings, XLVII (2009), pp. 53-69; F. Panella, Il gusto per le stoffe e i parati del cardinale F.A. R., in Vestire i palazzi: stoffe, tessuti e parati negli arredi e nell’arte del Barocco, a cura di A. Rodolfo - C. Volpi, Città del Vaticano 2014, pp. 363-372; S. Brancatelli, Scripta eorum quae tam extra quam intra conclave contigerunt. La letteratura seicentesca sui conclavi negli archivi e biblioteche storiche di Roma, tesi di dottorato, Pontificia Università Gregoriana, Roma 2015, ad ind.; S. Sturm, L’architettura dei Carmelitani Scalzi in età barocca: la ‘Provincia Romana’. Lazio, Umbria e Marche (1597-1705), Roma 2015, pp. 79, 241, 243, 252, 356; S. Tabacchi, Mazzarino. Dalla Roma dei papi alla Parigi di Richelieu. Il cardinale che ha reso grande la Francia, Roma 2015, p. 260.