AGUIRRE, Francesco
Nacque a Salemi, il 7 aprile 1682. Figlio di avvocato, fu in Palermo, nel 1710, maestro razionale della R. Gran Corte dei Conti. "Professore di Sacri Canoni" come disse più tardi di sé, delle tradizioni egli volle "investigare le storiche verità dei lor fonti, e per conseguenza esaminare col dovuto criterio, i tempi, i luoghi ed il peso di tutti i documenti, sui quali fondate sono le stesse tradizioni". Eletto nella nuova "Giunta degli affari ecclesiastici di Sicilia", fra lo scorcio del 1713 e i primi del 1714, sostenne presso la S. Sede, ma inutilmente, "di non potersi abolire il Tribunale di R. Monarchia", né costringere Vittorio Amedeo II di Savoia a chiedere il riconoscimento della sua sovranità. Di ritorno a Torino, il nuovo re lo volle seco perché, gli scriveva il Maffei il 17 settembre '23, "quel paese, più alle armi dedito che alle lettere, aveva sommo bisogno di soggetti che mettessero gli studj in miglior modo, e sgombrassero alquanto di barbarie che vi regnava" Per poco più di due anni, investigando statuti e regolamenti italiani e stranieri, attese al progetto della fondazione e ristabilimento degli studî generali in Torino. Dal 22 aprile 1717, fu avvocato fiscale e censore di quella università, con la sovrintendenza all'insegnamento ufficiale di tutto il Piemonte. Le costituzioni per l'apertura solenne degli studî nella nuova sede universitaria, pubblicate il 25 ottobre 1720 e fatte seguire da quelle del 29 ottobre 1721 e 20 agosto 1723, ripeterono, è vero, ordinamenti da lui proposti; ma non attuarono però provvedimenti da lui caldeggiati (distinzione delle varie facoltà, stabilità delle cattedre, istituzione del collegio delle provincie pei giovani poveri, ecc.). Per cui egli, che aveva "la natural renitenza che ha ciascun savio in piatir lungo tratto" abbandonò la casa di Savoia e, nel 1724, assunse l'ufficio di primo reggente nel Supremo consiglio di Spagna, in Vienna, col nuovo re di Sicilia, l'imperatore Carlo VI, che prima lo fece conte, nel 1728 prefetto e questore del R. Censimento delle Provincie Lombarde, e quindi questore del Consiglio di Milano. Qui pare sia morto verso il 1753, e andò dispersa la sua ricca biblioteca. Il Muratori, il Giannone, il Maffei, il Gravina, ecc. lo giudicarono "uno dei più dotti uomini del loro tempo".
Bibl.: F. Cordova, I Siciliani in Piemonte nel sec. XVIII, 3ª ed., Palermo 1913; I. Lampiasi, F. d'Aguirre Salemitano. Della fondazione e ristabilimento degli studj generali in Torino, Palermo 1901; S. Romano, F. d'Aguirre e la sua opera mss..., in Arch. Stor. Sicil., n. s. XXVII, pp. 346-357; M. Mandalari, Un Siciliano in Piemonte, Roma 1905; A. Lattes, F. d'Aguirre e Scipione Maffei, in Miscellanea di storia italiana, s. 3ª, XIII, 1909, pp. 73-88; Biblioteca Trivulziana in Milano, Catalogo dei libri del fu Signor Questore Aguirre, vendibili nel negozio di Antonio Agnelli; R. Archivio di Stato di Palermo, Tribunale del R. Patrimonio, vol. 2510, f. 119 (ined.); Libro I° d'ordinanze Reali e Biglietti di Secreteria attinenti alla Commissione Generale di Mezza Annata, 1722-1729 (ined.), conservato nel medesimo R. Archivio di Stato, biblioteca, bacheca 2ª.