FRACTIO PANIS (gr. κλάσις τοῦ ἄρτου "lo spezzare il pane")
PANIS È una designazione del rito dell'Eucaristia (v.), usata da S. Paolo (I Cor., X, 16), dall'autore del III Vangelo (Luca, XXII, 19) e degli Atti degli Apostoli (II, 42, 46; XX, 7, 11) quando ancora il rito non aveva ricevuto un nome fisso e tecnico: essa metteva in evidenza una singolarità del rito, conservata gelosamente e materialmente nella prima ristretta comunità.
I pani presso gli Ebrei erano fatti in forma di schiacciate rotonde e sottili: e Gesù, dopo aver reso grazie, "spezzò il pane" (Matteo, XXVI, 26 e paralleli). In tutti i racconti della istituzione eucaristica si rileva che viene "spezzato" l'unico pane, perché tutti ad esso partecipino, come tutti bevono anche dell'unico calice passato da commensale a commensale. L'atto dà rilievo al carattere familiare del banchetto. Lo spezzare il pane, è infatti il gesto del padre di famiglia: "i piccoli domandavano del pane e non c'era chi loro lo spezzasse" (Lamentazioni, IV, 4). Il rito di Gesù voleva essere quindi più che una semplice comunione di mensa, possibile anche fra estranei, per quanto sacra fra gli antichi: voleva essere, cioè, la comunione all'unico "pane di vita", Cristo. L'esplicazione è data da Paolo: "Il pane che noi spezziamo, non è la comunione del corpo di Cristo? Poiché uno solo è il pane, un solo corpo siamo molti insieme" (I Cor., X, 16). La partecipazione a un unico pane spezzato è quindi simbolo dell'unità dei fedeli in Cristo. Essi tutti formano misticamente un solo corpo. La Didachè, XIV, svolgerà questo concetto in forma leggermente diversa: come molti sono i granelli di frumento con cui si forma il pane, così dei fedeli dispersi si forma "Cristo", la Chiesa di Cristo.
Nelle comunità primitive il rito si mantenne rigorosamente, fin quando il numero dei fedeli lo permise. Si spiega con l'intenzione di una riproduzione rigorosa del rito la notizia di Atti, II, 46, che a Gerusalemme presso i cristiani si spezzava il pane di casa in casa (κατ'οἶκον). La comunità di Gerusalemme era ormai tanto cresciuta di numero, che il rito della fractio di un unico pane non poteva essere mantenuto se non celebrandosi in varie famiglie. E tanto più doveva mantenersi il rito nelle comunità ebraico-cristiane, in quanto era solenne il rito pasquale che si celebrava anch'esso κατ'οἶκον. Il crescere continuo e smisurato dei fedeli non permise di mantenere quella forma, ma se ne conservò una traccia. Si riallaccia alla fractio il rito della messa di spezzare l'ostia maggiore, mettendone poi (con concetto nuovo) una parte nel vino consacrato. È mantenuto soprattutto dalla Chiesa il concetto della partecipazione all'unico pane "Cristo".
Alcuni critici dedussero dalla frase fractio panis che l'Eucaristia primitiva si riducesse a un semplice simbolico spezzare del pane, con esclusione del vino e del significato commemorativo della morte di Gesù. Ma S. Paolo, da cui l'autore degli Atti dovette attingere la frase, fornisce la forma e il concetto pieno dell'Eucaristia. Indipendentemente però da simili opinioni, parecchi esegeti stentano a riconoscere il rito eucaristico nella fractio panis che si faceva di casa in casa, perché alla Eucaristia dovrebbe sempre aver partecipato l'intera comunità. Si dimentica la nitida tendenza a conservare il carattere familiare del banchetto istituito da Gesù e i suoi rapporti col convito pasquale, pur esso costituito come banchetto di famiglia.
Bibl.: T. Schermann, Das "Brotbrechen" im Urchristentum, in Bibl. Zeitschr., 1910, pp. 33-52, 162-183; E. Jacquier, Les Actes des Apôtres, Parigi 1926, pp. ccxvii, 86-91; A. Steinmann, Die Apostelgesch., Berlino 1912.