Religioso (n. forse in Val d'Ossola seconda metà del sec. 13º - m. 1307), capo della setta degli apostolici dopo il supplizio di G. Segarelli (1300). Le sue concezioni ci sono note soprattutto dalle sue lettere (delle tre, di cui conosciamo l'esistenza, due si conservano quasi per intero). Gioachimita, Fra D. corregge la profezia escatologica di Gioacchino da Fiore aggiungendo una quarta età, che viene dopo la prima del Padre, la seconda del Cristo e la terza della degenerazione (da Costantino in poi). Perseguitato dall'alto clero e da francescani e domenicani, egli riuscì a organizzare una fiera resistenza, finché la crociata bandita contro di lui nel 1306 da Clemente V lo costrinse a rifugiarsi con i fedeli sul monte Revello. Dovette arrendersi per fame; preso, con la fedele Margherita e alcuni compagni, fu con essi bruciato sul rogo. L'episodio è ricordato da Dante nell'Inferno XXVIII, 55-60.