fototerapia
fototerapìa s. f. – Impiego terapeutico della luce artificiale; a questo scopo vengono utilizzate le radiazioni infrarosse (IR), in grado di sviluppare prevalentemente energia calorica, e le radiazioni ultraviolette (UV), che sviluppano soprattutto energia chimica. Le irradiazioni, applicate su tutta la superficie del corpo (proteggendo però gli occhi) o su zone circoscritte, trovano indicazione in medicina generale (rachitismo), in dermatologia (psoriasi e altre affezioni croniche), in ginecologia, in neonatologia (ittero) e così via. Accanto alle tradizionali lampade a raggi IR e UV, recentemente la f. si avvale dell’impiego delle fibre ottiche e della luce laser. La f. infrarossa, grazie all'effetto termico cutaneo, trova indicazione nelle lesioni traumatiche subacute, nell'artrosi e nelle ulcerazioni della cute; è impiegata anche per la sua azione analgesica, legata alla paralisi dei recettori cutanei e muscolari. L'azione biologica degli ultravioletti è principalmente legata alla trasformazione del 7-deidro-colesterolo, o provitamina D, in vitamina D e alla riduzione del tasso glicemico per incremento dei processi ossidativi. Da tali effetti biologici derivano le applicazioni della f. ultravioletta nel trattamento dell’ittero neonatale, del rachitismo e della osteomalacia. Infine, la f. ultravioletta è ampiamente usata in diverse malattie cutanee, quali la psoriasi, l'alopecia seborroica, la foruncolosi.
Fotochemioterapia. – È un tipo di terapia che sfrutta l'associazione tra psoraleni e UVA (PUVA, Psoralen ultraviolet A), nella quale si ottiene un marcato potenziamento farmacologico degli agenti impiegati. Gli psoraleni sono composti chimici dotati di azione fotosensibilizzante e pigmentogena, che in natura si trovano in vari tipi di piante (fico, prezzemolo, finocchio, carota, ecc.); sono in grado di assorbire i raggi ultravioletti e pertanto, combinandosi fotochimicamente con il DNA, causano alterazioni cellulari. In medicina è possibile utilizzare le proprietà degli psoraleni per il trattamento di alcune malattie, grazie alla inibizione che causano nella sintesi del DNA e alla fotopigmentazione per induzione della melanogenesi. La fotochemioterapia è applicata in varie malattie dermatologiche, tra le quali la vitiligine e la psoriasi.
Fototerapia e depressione. – La f. è largamente impiegata anche nel trattamento di quelle forme di depressione associate alla sensibilità ai cambiamenti stagionali e alla diminuzione della durata e quantità della luce giornaliera, come nel caso delle depressioni a ricorrenza autunno-invernale. La sua efficacia è ampiamente documentata anche in quelle indicazioni in cui nell’origine del quadro depressivo risulti individuabile il fattore patogenetico che causa una sensibilità alle modificazioni fisiche ambientali oppure alterazioni dei bioritmi.
Impiego del laser. – Convogliando il fascio di laser opportuni attraverso una fibra ottica inserita in un endoscopio, è possibile raggiungere quasi tutti gli organi interni del corpo umano, effettuando operazioni endoscopiche di f. (per es. in tessuti tumorali), di fotocoaugulazione (per es. di ulcere sanguinanti), di fotorottura (per es. di calcoli). Inoltre, la f. sfrutta le potenzialità del laser utilizzandolo per il trattamento sia del segmento posteriore dell'occhio, in particolare per la f. della retina, sia del segmento anteriore, in particolare per la cosiddetta foto-rottura della cataratta secondaria.