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fotorecettore UV-B

di Amedeo Alpi - Enciclopedia della Scienza e della Tecnica (2008)
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fotorecettore UV-B

Amedeo Alpi

Recettore per la radiazione ultravioletta UV-B. Il 7% ca. della radiazione elettromagnetica emessa dal sole è rappresentata dalla componente ultravioletta compresa tra 200 e 400 nm, la quale, passando attraverso l’atmosfera, subisce sostanziali modifiche di composizione. La radiazione UV-C (200÷280 nm) è infatti, totalmente assorbita dai gas atmosferici, mentre l’UV-B (280÷320 nm) è assorbita dallo strato di ozono stratosferico, e quindi solo una piccola percentuale arriva sulla superficie terrestre. La radiazione UV-A (320÷400 nm), infine, non essendo assorbita dall’ozono, è la componente UV che raggiunge la superficie del nostro pianeta. A seguito della riduzione dello strato di ozono stratosferico, avvenuta progressivamente negli ultimi 50 anni anche a seguito dell’immissione nell’atmosfera di clorofluorocarburi derivanti da attività umana, una più elevata quantità di UV-B raggiunge la terra, generando danni di vario tipo agli organismi viventi. Infatti, mentre l’UV-A non provoca alterazioni nelle cellule viventi, l’UV-B (e ancor più l’UV-C) può causare danni anche molto gravi. Particolarmente sensibile agli UV-B è la molecola del DNA che, per un processo fotochimico, genera dimeri di ciclobutano-pirimidina e di pirimidina-pirimidinone che impediscono la normale attività delle DNA e RNA polimerasi. L’esistenza di un recettore per gli UV-B è stata a lungo discussa, sostenendo che, se vi fosse percezione degli UV-B nelle piante, questa dovrebbe passare attraverso i fitocromi e i citocromi che assorbono parzialmente gli UV-B; oppure, in alternativa, potrebbe essere attribuita ad altre molecole tra le quali il DNA sarebbe il principale candidato. Molte prove sperimentali hanno tuttavia dimostrato l’inconsistenza del DNA, ma anche dei fitocromi e citocromi, come recettori degli UV-B. Al momento, la natura del recettore UV-B non è stata scoperta, anche se molti ricercatori convergono nel considerarlo una proteina legata a una pterina o una flavina come cromoforo.

→ Fisiologia delle piante

Vedi anche
superorganismo In ecologia, gruppo di organismi o di comunità che sembrano avere proprietà, come omeostasi e riproduzione, simili a quelle di un singolo organismo. clorofluorocarburi Composti chimici contenenti cloro, fluoro e carbonio, indicati con la sigla CFC. Corrispondono agli idrocarburi nei quali tutti o parte degli atomi d’idrogeno sono stati sostituiti da atomi di cloro e fluoro. Sono caratterizzati da elevata stabilità chimica e termica, che aumenta con il contenuto di ... citocromi Pigmenti rossi presenti nelle cellule degli organismi aerobi, nelle quali partecipano alla funzione respiratoria. Sono proteine ferroporfiriniche, deputate al trasporto di elettroni per mezzo di una variazione reversibile di valenza del ferro. Sono divisi in vari gruppi (a, b, c ecc.) che si differenziano ... cròsta terrèstre cròsta terrèstre Parte più esterna della Terra solida, situata al di sopra della discontinuità di Mohorovičić (moho) che la distingue dal mantello terrestre (→ litosfera). tipologia La crosta terrestre crosta terrestre si suddivide in due grandi unità, crosta continentale e crosta oceanica. La crosta ...
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Vocabolario
fotorecettóre
fotorecettore fotorecettóre (meno com. fotocettóre) agg. e s. m. [comp. di foto-1 e (re)cettore; ingl. photoreceptor]. – In fisiologia, sono così detti gli elementi o organuli sensoriali destinati alla ricezione degli stimoli luminosi;...
UV
UV (meno com. 'U. V.'). – Nella scienza e nella tecnica, simbolo (o, rispettivam., abbrev.) di ultravioletto; per es., in fotografia, filtro UV, quello che assorbe i raggi ultravioletti emessi dal Sole attenuando o eliminando le possibili...
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