FOSSAKULTUR
Termine usato da G. Säflund ed entrato a far parte della nomenclatura dell'archeologia protostorica per indicare un aspetto relativamente unitario, che si manifesta nell'Italia meridionale durante l'Età del Ferro = Civiltà delle Tombe a fossa.
L'area della F. si fa coincidere comunemente con le regioni tirreniche della penisola (Lazio, Campania, Calabria) e con quelle della Sicilia orientale. In realtà, le fondamenta omogenee di questa civiltà non risiedono in maniera esclusiva o predominante nel rito funebre dell'inumazione - apparendo questo integralmente solo a S del Lazio - ma soprattutto in caratteristiche particolari dei complessi archeologici, che annoverano la fibula ad arco semplice o serpeggiante con disco spirale (v. fibula), il vaso biconicheggiante non cinerario, la ciotola con ansa bifora o a cornetti e la decorazione a bugne delimitate da solchi o graffiti concentrici. Questi, ed altri specifici caratteri cui non è estranea una generale impronta subappenninica (v. appenninica, civiltà; italica, arte), appaiono compenetrati a N da elementi della civiltà villanoviana (v.) a rito incineratorio e di quella picena (v. picena, civiltà) in Lazio, Etruria meridionale, Umbria, mentre in Sicilia è avvertibile in maniera evidente la forte tradizione della Civiltà del Bronzo locale.
Tra i complessi più caratteristici della F. sono da segnalare quelli delle necropoli di Ischia, di Cuma, della valle del Sarno, di Locri, di Torre Galli; nella sua vasta area di diffusione, la Civiltà delle Tombe a fossa si presenta con varie articolazioni regionali (facies) già nella metà dell'VIII sec. a. C. La sua persistenza come civiltà indigena che mantiene caratteri anellenici per tutto il VII e gli inizi del VI sec. a. C., è peraltro testimoniabile nelle regioni più direttamente influenzate dalla colonizzazione greca nell'Italia meridionale.
Bibl.: G. Säflund, Bemerkungen zur Vorgeschichte Etruriens, in St. Etr., XII, 1938, p. 17 ss.; M. Pallottino, Sulle facies culturali arcaiche dell'Etruria, in St. Etr., XIII, 1939, p. 85 ss.; M. Pallottino, Appunti di protostoria latina ed etrusca, in St. Etr., XIV, 1940, p. 27 ss.; G. Devoto, Gli antichi Italici, Firenze 1951, pp. 69 e 184.