fosforo
fosfòro [L'etimo del termine precedente, salvo lo spostamento dell'accento, per distinguere i due] [FSD] Denomin. delle sostanze che diventano fosforescenti o luminescenti se colpite da elettroni accelerati, come negli schermi dei tubi a raggi catodici (f. catodoluminescenti), o da fotoni di appropriata lunghezza d'onda (f. fluorescenti), come capita per i f. che tappezzano la parete interna di lampade elettriche luminescenti, o per l'applicazione di campi elettrici (f. elettroluminescenti). Rinviando a luminescenza, fluorescenza e fosforescenza per notizie sul meccanismo della luminescenza che si desta nei f., ci limiteremo qui a ricordare che essi sono largamente utilizzati per pannelli elettroluminescenti, schermi di cinescopi e di tubi a raggi catodici, vernici fluorescenti, lampade elettriche fluorescenti. Per queste e altre applicazioni si sono preparati f. in gran varietà, che consentono di scegliere nei singoli casi la sostanza più adatta in rapporto alle caratteristiche dell'eccitazione e della radiazione che si vuole venga emessa. Da un punto di vista molto generale, i f. possono essere raggruppati in due principali categorie: composti a legame parzialmente covalente (solfuri) e composti ossigenati. Tali composti costituiscono in realtà una matrice in cui sono disseminati opportuni additivi, detti centri attivatori, che contribuiscono in maniera decisiva a determinare le caratteristiche del f., principalmente la sensibilità cromatica, rispettiv. di eccitazione e di emissione, cioè il campo delle radiazioni dalle quali il f. è eccitato e che poi emette, e la persistenza, che coincide, nel caso di f. a media e lunga persistenza, con la vita media di fosforescenza (←). Il rappresentante più importante del gruppo dei solfuri è il solfuro di zinco, ZnS; la fluorescenza di questo composto, se puro, si trova nella zona blu dello spettro, ma si sposta verso lunghezze d'onda maggiori (verde, arancio, ecc.) se nel composto vi sono, come attivatori, piccole percentuali di argento, rame, manganese, ecc. Il solfuro di cadmio è un altro importante f. della classe dei solfuri; esso è miscibile con quello di zinco e la sua aggiunta sposta, in misura proporzionale alla quantità aggiunta, il massimo di emissione verso maggiori lunghezze d'onda. Queste sostanze, attivate con argento, si usano prevalentemente nei cinescopi televisivi, mentre quelle attivate con rame si usano spec. per indicatori radar, per la loro prolungata fosforescenza. Il gruppo dei f. ossigenati è più numeroso e comprende silicati, borati, fosfati, tungstati; essi possono essere eccitati dalle radiazioni predominanti delle lampade a vapori di mercurio, a bassa pressione e sono partic. usati nei tubi fluorescenti. Come attivatore si usa di solito manganese (0.5 %÷3 %), ma anche antimonio, cerio, ecc. Un gruppo importante di f. è quello degli alogenofosfati, cioè alogenuri e fosfati di calcio attivati con manganese o antimonio. Si conoscono anche f. organici (antracene, ecc.), dotati però di capacità emissive inferiori a quelle dei f. inorganici.