PRANDI, Fortunato
PRANDI, Fortunato. – Nacque a Camerana, nel Cuneese, il 21 luglio 1799 da Giuseppe, notaio, e da Maria Muzio.
Nel 1816 entrò giovanissimo nell’esercito sardo come membro delle guardie del corpo di sua maestà, e vi restò fino al 1820 quando, su sua richiesta, fu posto in aspettativa per motivi familiari da Vittorio Emanuele I con il grado di sottotenente di fanteria. Cominciò dunque la breve esperienza lavorativa nelle Regie Poste, subito interrotta per il suo coinvolgimento nei moti del 1821. Prandi prese infatti parte, con il grado di tenente attribuitogli dai costituzionali, al tentativo di rivolta del marzo 1821 a Torino, dove gli insorti acclamarono la costituzione spagnola di Cadice. Condannato in contumacia alla confisca dei beni e alla pena di morte, riuscì a evitare l’arresto riparando prima in Francia e poi, nel 1822, in Spagna per combattere al fianco dei costituzionali con il grado di capitano; dopo la sconfitta fu nuovamente in Francia sotto il falso nome di Philippe Mentio, e infine nel 1824 in Inghilterra. Prandi si stabilì così a Londra, dove rimase per un paio di decenni insieme a molti altri esuli politici.
In Gran Bretagna si dedicò all’insegnamento della lingua italiana (impartito a famiglie inglesi benestanti la cui frequentazione lo aiutò ad allargare il suo network) oltre che al mestiere di traduttore; si inserì in breve tempo nel nuovo contesto, il quale lo accolse benevolmente consentendogli con facilità di costruire e coltivare nuovi rapporti con l’élite politica, intellettuale e professionale anglosassone (entrò, per esempio, in contatto con John Stuart Mill); seppe introdursi altresì nel mondo del giornalismo.
Prandi aiutò in più di un’occasione Ugo Foscolo, anch’egli riparato da tempo oltre la Manica e condizionato da continue avversità economiche, a pubblicare diversi articoli su riviste inglesi; fece da mediatore tra il poeta e Henry Southern, direttore e proprietario del London Magazine e della Retrospective Review, e condirettore letterario della Westminster Review.
Dall’esilio Prandi avviò i suoi contatti con Giuseppe Mazzini, che gli scrisse più volte per chiedere aiuto per la pubblicazione di qualche articolo in Inghilterra, per averne sostegno economico e naturalmente per affrontare questioni politiche. Per esempio, nel 1834 Mazzini gli propose il ruolo di rappresentante a Londra della Giovine Europa, ma Prandi declinò l’invito dal momento che non aveva aderito al movimento mazziniano, restando sempre coerente con gli ideali per i quali aveva combattuto nel 1821. Il rapporto personale e politico tra i due si ruppe proprio a causa dei dissidi originati dai differenti orientamenti politici.
A seguito di una supplica presentata dal padre, nel 1839 Prandi ottenne la commutazione della pena di morte in esilio e l’autorizzazione a un breve soggiorno in patria. Nel 1840 tornò così per qualche settimana in Piemonte insieme allo scienziato britannico Charles Babbage; fu a Torino per presentare, su invito di Giovanni Plana, la sua macchina analitica a un congresso di scienziati. Grazie al viaggio, il rapporto tra Prandi e Babbage si trasformò rapidamente in amicizia.
Un paio di anni dopo una nuova autorizzazione reale consentì a Prandi una missione di lavoro nella capitale sabauda allo scopo di presentare nel Regno una macchina per comprimere la torba, inventata da Willoughby Eresby: anche grazie ai contatti con gli scienziati britannici, Prandi tentò dunque di far ritorno nella penisola come uomo d’affari. Nel 1842 ottenne l’indulto definitivo e poté così finalmente rimpatriare.
Nello stesso periodo si dedicò a diverse traduzioni in inglese. Nel 1840 furono pubblicate in due volumi le memorie del rivoluzionario francese Alexandre Andryane (Memoirs of a prisoner of State in the fortess of Spielberg, edite in Francia nel 1837 con il titolo Mémoires d’un prisonnier d’État au Spielberg), amico di Filippo Buonarroti, dal quale era stato inviato in Italia nel 1822 per tentare di ricostruire l’organizzazione cospiratoria decapitata dai provvedimenti giudiziari seguiti ai moti del 1820-21. Nel 1844 si occupò dell’edizione londinese presso John Murray delle memorie del missionario italiano in Estremo Oriente Matteo Ripa (Memoirs of father Ripa, during thirteen years’ residence at the court of Peking in the service of the emperor of China; with an account of the foundation of the college for the education of young chinese at Naples. Selected and translated from the Italian by Fortunato Prandi), mentre fra il 1847 e il 1848 tradusse per l’editore Newby di Londra alcune opere di Massimo d’Azeglio, a conferma delle sue tendenze politiche: The present movement in Italy e Austrian assassinations in Lombardy, edite in Italia da Le Monnier negli stessi anni. La coincidenza delle date di pubblicazione delle edizioni italiana e inglese dei volumi di d’Azeglio mostra la facilità con cui Prandi si muoveva all’interno di un preciso network politico sabaudo. Per lo stesso editore, nel 1847 tradusse l’opera di Cesare Cantù sulla Riforma, con il titolo inglese The Reformation in Europe.
Pochi anni dopo il suo ritorno in patria, Prandi fu eletto deputato del collegio di Ceva nella brevissima prima legislatura del Regno costituzionale nel 1848, ma non ebbe modo di distinguersi nell’attività parlamentare. Nel frattempo cercò di coltivare il suo nuovo interesse per gli affari: si improvvisò esperto di questioni ferroviarie, facendo leva sulla sua rete di relazioni in Inghilterra e in Piemonte, cercò di seguire vari progetti avviati dal governo (come le linee Torino-Pinerolo e Torino-Savigliano) e nel 1846 fondò a Genova, con il socio Philip Taylor, un’azienda per la produzione di materiale rotabile, avviata grazie al sostegno statale. Il progetto risultò subito ambizioso: costruire un grande stabilimento industriale per la produzione di materiale per la realizzazione della rete ferroviaria piemontese, per le riparazioni ed eventualmente anche per la costruzione di locomotive, in base ai finanziamenti disponibili. Nella società Taylor aveva il compito di occuparsi degli aspetti tecnici, mentre Prandi poteva mettere a frutto i suoi rapporti personali con il mondo politico piemontese e con Carlo Alberto.
L’area ove costruire l’officina fu individuata a Sampierdarena, ma nonostante la felice intuizione imprenditoriale e la promessa del sovrano di sostenere l’iniziativa con un consistente prestito, la Taylor e Prandi versò subito in pessime acque, e non solo per i dissidi nati tra i due soci. Gli investimenti iniziali per l’acquisto del terreno e per l’edificazione del capannone furono superiori alle previsioni e le insufficienti commesse statali fecero fallire il progetto imprenditoriale: Taylor uscì dalla società, continuò la sua attività a Marsiglia e nel 1852 l’officina genovese fu ceduta, per diventare la Ansaldo, dal nome di uno dei nuovi acquirenti.
Dopo il fallimento dell’iniziativa, che diede vita a contenziosi giudiziari con Taylor, negli anni Cinquanta Prandi si ritirò a vita privata e si trasferì nelle terre d’origine, nel paese di Sale delle Langhe, dove morì celibe il 16 ottobre 1868.
Opere. Oltre a quelle citate: Memoria presentata ai signori arbitri avvocati Parodi, Bixio e Caveri, Genova 1852.
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M.C.W. Wicks, The italian exiles in London, 1816-1848, Manchester 1937, pp. 59, 89 s.; E.R. Vincent, Ugo Foscolo esule fra gli inglesi, Firenze 1954, ad ind.; L. Bulferetti, F. P. esule del 1821 e imprenditore, in Rassegna economica, XXXII (1968), 4, pp. 731-753; Id., Un amico di Charles Babbage: F. P., in Memorie dell’Istituto lombardo di scienze e lettere, XXX (1968), 2, pp. 85-164; A. Ferro, F. P. di Camerana e Sale Langhe rivoluzionario ed esule del 1821. Sue relazioni a Londra con Ugo Foscolo e Giuseppe Mazzini, in Bollettino della Società per gli studi storici, archeologici ed artistici della provincia di Cuneo, 1969, vol. 59-63, pp. 149-153; Potere e circolazione delle idee. Stampa, accademie e censura nel Risorgimento italiano, a cura di D.M. Bruni, Milano 2007, pp. 110, 113 s.; M. Ciardi, Reazioni tricolori. Aspetti della chimica italiana nell’età del Risorgimento, Milano 2010, p. 147; A. Bistarelli, Gli esuli del Risorgimento, Bologna 2011, pp. 37, 149-155, 171 s., 175, 207, 321, 341; M. Isabella, Risorgimento in esilio. L’internazionale liberale e l’età delle rivoluzioni, Roma-Bari 2011, pp. 64, 322; Camera dei Deputati, Portale storico, http://storia.camera.it/deputato/fortunato-prandi#nav (9 febbraio 2016).