FARINA, Fortunato Maria
Nacque l'8 marzo 1881 a Baronissi, in provincia di Salerno, da Francesco ed Enrichetta Amato.
La sua era una agiata famiglia che apparteneva alla borghesia salernitana già dalla fine del XVIII secolo. Proprietaria di numerosi terreni nella piana di Eboli, dalla seconda metà dell'Ottocento si affermò anche nella vita economica e politica della provincia. Il nonno Mattia era stato deputato dal 1865 al 1876. Quell'anno rinunciò a ricandidarsi perché nominato senatore (15 maggio 1876). Da quello stesso anno, e fino al 1897, gli subentrò il fratello Nicola che non si ripresentò alle elezioni del 1900 perché nominato anch'egli senatore (14 giugno 1900). Entrambi i politici appartenevano al gruppo di G. Nicotera, il quale si intratteneva spesso in casa Farina, nella tenuta di Baronissi.
Nel clima familiare, impregnato di un liberalismo che non ricusava affatto i doveri religiosi, il F. ebbe una educazione non bigotta ma comunque schiettamente cristiana. Entrò nel 1888, insieme col fratello Mattia, nel collegio "Pontano" alla Conocchia di Napoli tenuto dai gesuiti. Fondamentale fu l'influenza di questo ambiente sulle sue scelte future. Nel 1896 rimase nello stesso collegio da esterno per proseguire gli studi liceali. A Napoli frequentò attivamente il circolo universitario fondato dal barone Luigi De Mattheis, vicepresidente dell'Opera dei congressi e successivamente primo presidente della FUCI (Federazione universitaria cattolica italiana). Nel 1897 cominciò a delinearsi meglio la sua vocazione religiosa.
Oltre la piena ed entusiastica accettazione dell'opera e dello spirito dei figli di S. Ignazio, altri due avvenimenti lo istradarono più saldamente sulla via del sacerdozio: il XV congresso cattolico di Milano, del settembre 1897, ed un successivo pellegrinaggio a Lourdes. Sotto l'influsso del congresso milanese fondò nel 1899, insieme col fratello, un circolo cattolico a Baronissi ("S. Rocco"), al quale affiancò una Cassa operaia per venire incontro ai bisogni materiali delle popolazioni rurali di quel contado.
Avrebbe voluto farsi gesuita, ma la salute cagionevole non glielo permise; a 19 anni vestì quindi l'abito ecclesiastico secolare e fu chierico esterno a Napoli sotto la direzione di un abile sacerdote, mons. Gioacchino Brandi. Fu ordinato prete il 18 sett. 1904.
Fino al 1919 la sua attività si svolse principalmente fra Napoli, dove frequentava anche la facoltà di lettere, e Salerno. Qui nel 1906, dopo aver conseguito la laurea in teologia, costituì il circolo diocesano dell'Unione apostolica del clero, una istituzione già fiorente in numerose diocesi del Centronord ma scarsamente ramificata nel Mezzogiorno. Nel 1909 fondò e guidò con successo per dieci anni il Circolo giovanile cattolico salernitano, che aderì alla Gioventù cattolica italiana. Pur dimorando abitualmente a Napoli, il sabato e la domenica era sempre a Salerno per guidare le attività spirituali e culturali del circolo, il quale fu un importante centro di formazione per i futuri dirigenti locali del Partito popolare. L'arcivescovo di Salerno C. Grasso lo nominò ben presto direttore spirituale di quel seminario diocesano.
Il F. non era nuovo a tale tipo di incarico perché, al momento della nomina, guidava già come direttore spirituale i seminaristi benedettini di Cava dei Tirreni. Nonostante questi impegni, non smise di occuparsi del circolo giovanile di Salerno, dal quale si dovette però distaccare dopo la guerra.
Il 4 genn. 1919 la S. Sede lo nominò vescovo di Troia in Puglia. Venne consacrato il 10 agosto a Roma nella chiesa di S. Carlo ai Catinari e fece il suo ingresso a Troia il 30 nov. 1919. La cittadina pugliese all'epoca era ancora la roccaforte di A. Salandra, anche se ormai nella fase discendente della parabola. Il F., ricco dell'esperienza di Salerno nel campo giovanile, si diede subito a riorganizzare le fila dell'Azione cattolica.
Dal 24 luglio al 1° ag. 1920, d'intesa con la presidenza nazionale della Gioventù cattolica, organizzò a Troia la settimana religioso-sociale dei giovani cattolici di Capitanata e fondò successivamente il circolo giovanile "S. Anastasio". Lo stesso impulso il F. diede qualche anno dopo all'Azione cattolica di Foggia. Ebbe, inoltre, molta cura dei seminaristi: ristrutturò e dotò di rendite più sicure il seminario diocesano di Troia che al suo arrivo aveva trovato in pietose condizioni.
Nel concistoro del 18 dic. 1924 venne destinato alla diocesi di Foggia, ma non lasciò quella di Troia: la S. Sede aveva infatti deciso di unire ad personam le due diocesi senza intaccare la loro reciproca autonomia.
"La scelta dell'autorità ecclesiastica - scriveva il procuratore generale del re a Foggia il 5 dic. 1925 al ministero di Grazia e Giustizia - non poteva cadere su persona più degna e la sua nomina è stata appresa con viva simpatia dalla parte migliore di questa cittadinanza, che molto si ripromette dal nuovo presule. Ma accanto al plauso incondizionato di Foggia festante, permane irriducibile il dissenso della diocesi di Troia, di cui le vibrate note delle autorità locali, mi danno ancora una volta conferma".
Il F. era stato infatti accusato dal Comune di Troia di aver voluto e appoggiato quella decisione che preludeva certamente ad un prossimo inglobamento della loro diocesi in quella di Foggia. Il regio exequatur tardò a venire e solo nel 1926 il F. poté fare il suo ingresso nel capoluogo dauno.
Una realizzazione importante nel suo lungo episcopato fu l'istituzione, negli anni Trenta, di un'opera per la santificazione del clero: la Santa Milizia che ebbe riconoscimento canonico nel 1954, qualche mese dopo la sua morte. Un'altra opera importante fu l'istituzione di un seminario comboniano a Troia, inaugurato ufficialmente il 30 maggio 1933, ma operante già dal 1927.
Morì a Foggia in concetto di santità il 20 febbr. 1954.
Fonti e Bibl.: Roma: Archivio centrale dello Stato, Ministero degli interni, Fondo Culto, serie IV, Vescovi, b. 85, fasc. 181 (Foggia) e b. 132, fasc. 325 (Troia); Omaggio a sua e. mons. F. F., vescovo di Troia, Salerno 1919; Nel 25 di sacerdozio e 10 di episcopato di s. e. mons. F. M. F. La diocesi di Troia in omaggio, Foggia 1929; P. Vocca, Mons. F., Salerno 1954; C. Gargiulo, Una figura di angelo e pastore, Foggia 1961; R. Calabria, Un vescovo santo: mons. F. F., Roma 1962; A. Tibollo, Cronache di sessant'anni (1900-1960), Foggia 1963, p. 157; P. Vocca, Mons. F. a 10 anni dalla sua morte, in L'Osservatore romano, 25 giugno 1964; M. De Santis Mons. F.M.F. vescovo di Troia e Foggia, I-II: Manfredonia 1978-1981; U. Marano, Foggia nostra. Figure e fatti, Foggia 1980, p. 159; Diz. storico del movimento cattolico in Italia, III, 1, Casale Monferrato 1984, p. 350.