MANDELLI, Fortunato (al secolo Giovanni Antonio Baldissera)
Nacque a Venezia, nella parrocchia di S. Angelo, il 15 dic. 1728 da Giovanni Battista, "dottor causidico", e da Maria Angeli, entrambi appartenenti a casate cittadine attive nelle professioni giuridiche. Frequentate le scuole veneziane dei gesuiti, entrò, alla fine del 1747, nel monastero camaldolese di S. Michele nell'isola di Murano, seguendo il fratello maggiore Paolo Antonio, che nell'aprile di quell'anno, con il nome di Teodoro, aveva vestito l'abito bianco della stessa Congregazione, fondata nell'XI secolo da s. Romualdo. Concluso il noviziato, professò i voti il 29 dic. 1748.
I religiosi del monastero di S. Michele di Murano si erano già aperti, nei decenni precedenti, al messaggio dei confratelli maurini, dando vita a un ambiente culturale vivace, ben inserito nei circuiti dell'erudizione italiana. Oltre ad Angelo Calogerà (al secolo Domenico Demetrio), promotore di numerose iniziative editoriali e giornalistiche, vi operavano Giovanni Benedetto Mittarelli (al secolo Nicola Giacomo) e Anselmo Costadoni (al secolo Giovanni Domenico), impegnati nella ricerca di documenti e testimonianze camaldolesi in vista della stesura dei nove volumi degli Annales Camaldulenses (Venezia 1755-73).
Fin dal noviziato il M. fu protetto da Mittarelli, che lo avvicinò alla storia delle comunità monastiche, introducendolo nell'archivio e nella biblioteca, una delle più ricche raccolte veneziane. Nell'agosto 1750 fu assegnato allo studium filosofico del monastero ravennate di Classe, altro polo importante del risveglio erudito camaldolese. Ricevuti gli ordini maggiori, fu trasferito nell'aprile 1753 a Roma nel collegio teologico di S. Gregorio al Celio, dove, oltre a frequentare i corsi scolastici, eseguì, per conto di Mittarelli e di Costadoni, una serie di trascrizioni da documenti dell'archivio monastico (Camaldoli, Biblioteca, Fondo S. Michele di Murano, 1606: A. Costadoni, Istoria della edizione dell'opera intitolata "Annales Camaldulenses", p. 8). A Roma allacciò inoltre rapporti con l'ambiente dell'Arcadia romana, alla quale fu ascritto nel 1754 con il nome di Doriclo. Nel maggio 1755 rientrò in S. Michele di Murano, iniziando il tirocinio novennale dell'insegnamento nei corsi interni di filosofia e teologia. Nell'estate dello stesso anno assunse anche la carica di maestro dei novizi, cui doveva aggiungersi, nel 1758, quella di bibliotecario.
Traguardo di rilievo, la nomina a bibliotecario non comportò per il M., quasi trentenne, la conquista di un suo spazio: per molti anni ancora egli si sarebbe limitato ad assistere Mittarelli nella catalogazione del materiale a stampa e manoscritto più antico e nella gestione di un imponente volume di scambi librari con altre case religiose, librai e privati possessori.
Come una sorta di dialogo con il maestro Mittarelli si presenta la sua prima opera, la Dissertatio singularis de Bibliotheca Sanmicheliana eiusque indice, del 1761 (rimasta manoscritta in Camaldoli, Biblioteca, Fondo S. Michele di Murano, 1707, f. 20), nella quale egli descrive ambienti, arredi e collezioni della Libreria di S. Michele, enunciando i criteri per l'allestimento dell'"index" - il catalogo alfabetico per autori e titoli - e tratteggiando la figura del bibliotecario e le sue qualità fondamentali: "omnimoda eruditio", "genuinus in libris emendis delectus", disponibilità a impegnarsi a vantaggio degli studi altrui (ibid., cc. n.n.). Un altro suo manoscritto, il Discorso, letto nel dicembre 1762 all'Accademia veneziana di storia ecclesiastica, detta dei Concordi (ibid., 1559, f. 2), sviluppa in maniera convenzionale temi maurini e muratoriani, perorando l'allestimento di un "corpo di antichità cristiane e di storia ecclesiastica", articolato secondo lo schema per secoli proposto "dall'incomparabile Mabillon nell'egregio suo libro De studiis monasticis" (ibid., cc. n.n.). Nel 1764 il suo primo scritto a stampa - apparso sotto il titolo di Commentarius de C. Marcello occasione cuiusdam nummi eidem inscripti e Museo Nanio, nella Nuova raccolta di opuscoli scientifici e filologici, XII (1764) - rivela uno spiccato interesse per l'antiquaria e la numismatica, assorbito presumibilmente da Costadoni e destinato ad alimentare un duraturo rapporto con i patrizi Giacomo e Giovanni Nani di S. Trovaso, proprietari della maggiore collezione archeologica veneziana del secondo Settecento. Dei pezzi del Museo Nani il M. abbozzò in seguito un catalogo, rimasto manoscritto (Venezia, Biblioteca del Civico Museo Correr, Mss. Correr, 975/49; Roma, Biblioteca nazionale, Fondo S. Gregorio al Celio, 60 e 100). Lo studio dei principali repertori a stampa di monete antiche è attestato dagli spogli raccolti nei due tomi autografi dal titolo Descriptio numismatum urbium et populorum (Camaldoli, Biblioteca, Fondo S. Michele di Murano, 1672/I-II).
Mentre cercava d'imporsi sulla scena erudita veneziana, il M. vedeva lentamente consolidarsi la propria posizione nella comunità religiosa. Nel 1761 fu nominato priore; a partire dall'anno successivo venne regolarmente confermato nella funzione di confessore delle monache camaldolesi di S. Parisio di Treviso e dei Ss. Gervasio e Protasio di Belluno, in seguito meta delle sue rare uscite da Venezia. Tra il 1765 e il 1770 l'assenza da S. Michele di Mittarelli e di Costadoni - divenuti rispettivamente abate generale e cancelliere della Congregazione camaldolese e trasferiti nella sede generalizia di S. Ippolito in Faenza - dovette garantirgli maggiore autonomia, nel difficile periodo dell'avvio della politica giurisdizionalistica che, a partire dal 1771, avrebbe falcidiato i monasteri camaldolesi della Terraferma. Subentrato, alla morte di Calogerà, nel settembre 1767, nella cura della Nuova raccolta di opuscoli scientifici e filologici, si impegnò a perpetuare la formula originaria della collezione erudita nata nel 1728: per vent'anni i volumetti impressi da Simone Occhi continueranno a proporre elogi funebri e biografie di letterati e uomini illustri, saggi su questioni fisiche, mediche e matematiche, dissertazioni su monumenti e antichità locali.
In apertura del primo numero uscito sotto la sua direzione - il XV del 1767 - il M. annunciava l'imminente pubblicazione di una biografia del fondatore della Raccolta. Il compito che si era prontamente assunto si rivelò però ingrato. I contrasti esplosi nel monastero di S. Michele nell'ultimo decennio della vita di Calogerà, combattivo sostenitore del fronte rigoristico e antigesuitico, avevano avvelenato i rapporti nella Congregazione camaldolese. Stretto tra i veti di quest'ultima e le pressioni di amici ed estimatori del monaco giornalista, il M. ripiegò - dopo l'invio di un breve necrologio alle Novelle letterarie di Giovanni Lami (XXVIII [1767], coll. 21-27, 40-44, 53-55) - su un silenzioso lavoro di custode delle carte lasciate dal confratello. Nel 1770 commissionò a Occhi la stampa della traduzione eseguita da Calogerà delle Opere di Jeanne Françoise Frémiot de Chantal, fondatrice dell'Ordine della Visitazione. Solo nel 1775 potranno comparire, nel tomo XXVIII della Nuova Raccolta di opuscoli, le Memorie della vita del p. d. Angiolo Calogerà abate camaldolese, tardivo tributo a un uomo "celebre e benemerito molto della repubblica letteraria", il quale "altri inimici mai non ebbe fuorché se stesso" (così la prefazione al volume, p. IX). Altre urgenze - l'incalzare delle riforme ecclesiastiche, la duplice sfida del giansenismo e della cultura illuministica - avevano ormai stemperato, a questa data, conflitti e contrapposizioni risalenti alla metà del secolo.
Nell'agosto 1777 Mittarelli morì e Costadoni si era dato da anni alla meditazione e alla stesura di scritti devoti. Sottratto alla prolungata condizione di minorità, il M. si assunse il lascito delle grandi figure della stagione erudita.
Al centro del suo impegno rimaneva la biblioteca. Egli cercò di garantirne l'incremento, sfruttando innanzitutto le potenzialità residue dei circuiti di scambio che nel primo Settecento avevano collegato S. Michele con i monasteri camaldolesi e di altri ordini distribuiti lungo la dorsale appenninica tra la Romagna e le Marche. Si avvalse, inoltre, delle opportunità offerte dalla rete dei rapporti epistolari ereditata da Calogerà, via via allargata a collezionisti come Amedeo Svajer, Matteo Luigi Canonici, Giulio Bernardino Tomitano, nuovi protagonisti di un mercato librario alimentato dalla dissoluzione di raccolte patrizie e conventuali. Grazie allo smercio di volumi doppi, di esemplari degli Annales Camaldulenses e di altre opere di Mittarelli, la biblioteca si arricchì così di incunaboli, di edizioni di pregio e di numerosi manoscritti, soprattutto carteggi e autografi sei-settecenteschi. Se la Bibliotheca codicum manuscriptorum monasterii S. Michaelis prope Murianum, redatta da Mittarelli e pubblicata postuma nel 1779, aveva descritto 1212 codici e 668 edizioni del Quattrocento, l'Appendix, ultimata dal M. nel giugno 1789, ne registrava rispettivamente 2112 e 1203 (Camaldoli, Biblioteca, Fondo S. Michele di Murano, 1671/I-II). Negli anni Ottanta il M. redasse inoltre il catalogo alfabetico delle opere a stampa in 13 volumi, oggi perduti.
Nel 1787, mentre usciva l'ultimo numero della Nuova Raccolta di opuscoli scientifici e filologici, il M. pubblicò a Venezia le Memorie della vita e degli scritti del p. ab. Anselmo Costadoni, nelle quali rievocava le vicende del coautore degli Annales Camaldulenses, morto due anni prima, sulla scorta delle notizie estratte dal folto carteggio. Sui fondi epistolari dei confratelli andava da tempo conducendo una minuziosa opera di riordino, che aveva attirato l'attenzione di Tomitano. Cedendo alle insistenze di quest'ultimo, aveva finito così per consegnargli - nel corso del 1786 - diversi mazzi di lettere di Costadoni e buona parte del carteggio di Calogerà, in cambio di un telescopio da collocare nella sala della biblioteca. Una decisione in apparenza sorprendente, cui dovette contribuire la percezione dolorosa della precarietà, della prossima fine di un mondo culturale e politico, che a più riprese si avverte nella sua corrispondenza.
L'idea di una svolta imminente si alimentava a sua volta di una crescente preoccupazione per l'alleanza dei giansenisti con i principi. Attento agli sviluppi delle offensive antiecclesiastiche asburgiche, il M. si fece promotore, dal 1785, della diffusione nell'area veneta del Giornale ecclesiastico di Roma, strumento di una ricomposizione dell'opinione cattolica intorno al Papato, tra i cui redattori figurava il confratello Clemente Biagi. Respinto dai fuochi della "guerra teologica", non del tutto chiuso al confronto sul piano dottrinale (v. la lettera a G.B. Rodella del 5 apr. 1787, in Biblioteca apost. Vaticana, Vat. lat., 10022, c. 298), il M. avrebbe intensificato il proprio impegno antigiansenistico dopo la nomina, nell'agosto 1788, a vicario e successore dell'abate di S. Michele. L'assiduo dialogo epistolare intrattenuto nei suoi ultimi anni con Biagi, con Giovanni Nani, divenuto vescovo di Brescia, con Antonio Maria Gardini, passato dal monastero muranese alla cattedra episcopale di Crema, lo mostra impegnato a procurare la stampa e la circolazione di testi apologetici vecchi e nuovi - di G.S. Gerdil, G.V. Bolgeni, N. Spedalieri -, a polemizzare con le tesi di Pietro Tamburini, a segnalare casi di preti sensibili al parrochismo e ad altri "errori moderni". A Nani avrebbe annunciato, nel luglio 1792, che un giovane religioso formatosi in S. Michele - Mauro Cappellari, il futuro papa Gregorio XVI - stava scrivendo un'opera sull'autorità del papa, il Trionfo della S. Sede e della Chiesa( (Roma 1799), energico richiamo, sullo sfondo della Rivoluzione di Francia, all'identità tra la Chiesa e un pontificato romano connotato dall'infallibilità.
Sofferente per "varie flussioni pulmonari" (Roma, Biblioteca nazionale, Fondo S. Gregorio al Celio, 58, c. 501), il M. morì a Murano il 21 febbr. 1797, meno di tre mesi prima della caduta della Repubblica.
Fonti e Bibl.: Venezia, Arch. patriarcale, Parrocchia di S. Angelo, Regg. dei battesimi, 9-10; Camaldoli, Biblioteca, Fondo S. Michele di Murano, 203, Professiones monachorum, 1700-1804; Roma, Biblioteca nazionale, Fondo S. Gregorio al Celio, 58 (docc. personali e relativi alle cariche monastiche). Lezioni di metafisica e fisica tenute dal M. nel 1760 sono in Camaldoli, Biblioteca, Fondo S. Michele di Murano, 1670; un corso di teologia, interamente autografo, in Roma, Biblioteca nazionale, Fondo S. Gregorio al Celio, 70; v. inoltre le Theses philosophicae, quas sub ductibus( d. Fortunati Mandelli( propugnat d. Ludovicus Nackius Misniensis (Venezia 1761). L'attività nella Biblioteca di S. Michele è attestata, oltre che dai lavori citati, dalle schede e dagli schemi di classificazione in Roma, Biblioteca nazionale, Fondo S. Gregorio al Celio, 53 e 112; si veda anche la relazione del delegato napoleonico S. Ongin Polacco in Arch. di Stato di Venezia, Direzione del Demanio, b. 381, f. 26. Appunti bibliografici e di numismatica e materiali preparatori per la Nuova Raccolta di opuscoli si trovano, frammisti a corrispondenza, a conti personali e carte amministrative del monastero, nel voluminoso archivio personale del M. in Camaldoli, Biblioteca, Fondo S. Michele di Murano, 1673-78 e 1679. Una nota biografica dedicata al confratello Guido Vio, morto nel 1782, è in Venezia, Biblioteca nazionale Marciana, Mss. it., cl. X, 471 (=12140). Il corpus principale della corrispondenza del M., per lo più risalente agli anni ottanta e novanta del Settecento, si trova in Roma, Biblioteca nazionale, Fondo S. Gregorio al Celio, 55-57; ibid., 54, sono raccolte le lettere del M. al vescovo di Brescia G. Nani. La serie più cospicua di missive del M. è quella indirizzata a Tomitano, in Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Codd. Ashburnham, 1720, voll. 27-28. Altri gruppi di lettere si conservano in Venezia, Biblioteca del Civico Museo Correr, Epistolario Moschini (F. Mandelli a Giacomo Nani e S. Assemani); Ibid., Biblioteca nazionale Marciana, Mss. it., cl. X, 471 (=12140), a destinatari ignoti; Trento, Biblioteca comunale, 944/XVIII, Lettere a G.B. Chiaramonti; Verona, Biblioteca comunale, Autografoteca Scolari, b. 267 (a Rambaldo Azzoni Avogadro); Vicenza, Biblioteca Bertoliana, Epistolario G.T. Faccioli, b. 33; Modena, Biblioteca Estense e universitaria, Autografoteca Campori (a destinatari diversi); Biblioteca apost. Vaticana, Vat. lat., 10022/I (a G.B. Rodella); Siena, Biblioteca comunale, Autografi Porri, 14.55 (a destinatari diversi); F. Barbaro, Elogio funebre in morte del rev. p.d. F. M., abate del monastero di S. Michele di Murano, Venezia [1797]; L. Doglioni, Elogio storico di mons. Giannagostino Gradenigo, vescovo di Ceneda, in Nuova Raccolta di opuscoli scientifici e filologici, XXVI (1774), pp. 16-18; G. Moschini, Della letteratura veneziana del secolo XVIII fino a' nostri giorni, II, Venezia 1806, pp. 35, 224-226, 247; G. Dandolo, La caduta della Repubblica di Venezia ed i suoi ultimi cinquant'anni, Venezia 1855, pp. 326 s.; Carteggio Cappellari (Gregorio XVI) - Mandelli, a cura di D. Federici, in Arch. stor. di Belluno, Feltre e Cadore, IX (1937), pp. 905 s., 917 s.; X (1938), pp. 955-957, 1025-1027; XI (1939), pp. 1102-1105; si veda inoltre V. Meneghin, S. Michele in Isola di Venezia, I, Venezia 1962, p. 225; C. De Michelis, L'epistolario di Angelo Calogerà, in Studi veneziani, X (1968), pp. 624 s.; G. Pignatelli, Le origini settecentesche del cattolicesimo reazionario: la polemica antigiansenista del "Giornale ecclesiastico di Roma", in Studi storici, XI (1970), p. 767; Id., Aspetti della propaganda cattolica a Roma da Pio VI a Leone XII, Roma 1974, pp. 78 n., 80 s., 160 n., 161 n., 187 n., 335 s.; M. Di Lisa, Geometra natura. La filosofia di Giammaria Ortes, in Giammaria Ortes. Un "filosofo" veneziano del Settecento. Atti del Convegno, Isola di S. Giorgio Maggiore, 1990, a cura di P. Del Negro, Firenze 1993, p. 21 (per il lavoro del M. sui mss. dell'ex confratello Ortes); A. Barzazi, Dallo scambio al commercio del libro. Case religiose e mercato librario a Venezia nel Settecento, in Atti dell'Istituto veneto di scienze, lettere ed arti, cl. di scienze morali, lettere ed arti, CLVI (1997-98), pp. 42-44; Id., Gli affanni dell'erudizione. Studi e organizzazione culturale degli ordini religiosi a Venezia tra Sei e Settecento, Venezia 2004, ad indicem.