FORONI
Famiglia di musicisti veronesi, attivi nel sec. XIX.
Domenico nacque a Valeggio sul Mincio (nell'odierna provincia di Verona) il 9 luglio 1796 da Antonio e da Margarita Pin; si dedicò inizialmente allo studio dell'organo, e poi, divenuto allievo di L. Beltrame, si trasferì nel 1828 a Verona, dove fu nominato maestro al cembalo e, successivamente, maestro concertatore e direttore d'orchestra al teatro Filarmonico. A Verona diresse anche accademie della Società dei Terpandri e della Società Anfioni Filocorei e fu maestro della comunità israelitica locale, per la quale compose vari brani di musica corale. Rilevante la sua attività di insegnante. Tra i suoi allievi si annoverano il figlio Giovanni Iacopo, Carlo Pedrotti e Paolo Bombardi; alla sua scuola di canto si formarono anche la figlia Antonietta (la cui figlia Amelia Conti-Foroni fu a sua volta una rinomata soprano), il baritono Gottardo Aldighieri e il tenore Domenico Conti.
Morì a Verona il 24 marzo 1853.
La produzione di Domenico giunta sino a noi consiste essenzialmente in musica sacra e in alcuni componimenti d'occasione. Si ricordano: Pange lingua a tre voci (Verona, Biblioteca del Conservatorio); Kyrie, Gloria, Credo, Qui tollis a due cori (ibid.); Qui tollis per tenore e organo (Verona, S. Giorgio in Braiola); Gloria, Tantum ergo, Laudamus te, Quoniam, Cum Sancto Spiritu, Qui tollis (di questi brani si conserva solo la parte di organo obbligato alla Bibl. musicale Greggiati di Ostiglia); per voce e pianoforte (tutte edite a Milano s.d.): Invito al lago di Garda; Dilegua ormai, romanza; Non obbligarmi, romanza; L'ultimo sospiro della cara giovinetta Costanza Casella; Pel giorno delle nozze di… Marietta Stappo e Carlo Bottacisio; Romanza dedicata a… Fanny di Pauli.
Giovanni Iacopo, figlio di Domenico e di Teresina Zovetti, nacque a Valeggio sul Mincio il 26 luglio 1824, come risulta dall'atto di battesimo del 1° ag. 1824 (Archivio del Duomo di Valeggio sul Mincio). Intraprese gli studi musicali sotto l'insegnamento del padre. Nel 1846 venne nominato maestro al cembalo al teatro Filarmonico di Verona. Successivamente si trasferì a Milano, dove pubblicò alcune romanze presso l'editore Ricordi e compose la sua prima opera, Margherita, melodramma semiserio in due atti, su libretto di G. Giachetti.
Dedicata al padre Domenico, l'opera andò in scena l'8 marzo 1848 al teatro Re di Milano, riscuotendo un notevole successo: di ambientazione campestre, con alcuni pregevoli brani corali, Margherita richiama abbastanza palesemente il modello belliniano. Le repliche dell'opera vennero interrotte dallo scoppio dell'insurrezione di Milano (per l'occasione il F. musicò il "grido di guerra" L'italiana su un testo di D. Levi) e furono riprese solo trentadue anni dopo al teatro Nuovo di Verona.
Non è provata la notizia di un suo viaggio in Belgio e in Olanda in qualità di direttore d'orchestra: è certo comunque che nell'estate del 1848 insieme con la compagnia d'opera di V. Galli, Giovanni Iacopo giunse a Stoccolma chiamato alla direzione dell'Opera italiana. Grazie al brillante successo ottenuto dalla sua seconda opera Cristina di Svezia, dramma storico di G.C. Casanova rappresentata al teatro Mindre nel 1849 e dedicata al re Oscar I, egli venne nominato direttore d'orchestra al teatro Regio e maestro di cappella (succedendo a J.F. Berwald), cariche che manterrà sino alla morte. I rapporti con Milano comunque non si interruppero e per un concerto che avrebbe avuto luogo al teatro Carcano egli compose una Ouverture per grande orchestra in do minore. Questo brano fu eseguito, insieme con l'Ouverture n. 2 in mi min. all'Esposizione universale di Parigi del 1878, e riscosse un notevole successo.
Per Milano fu scritta anche l'opera I gladiatori (teatro Canobbiana, 7 ott. 1851) su libretto di G. Peruzzini. Il titolo originale, Spartaco, non fu accettato dalla censura austriaca, così come i versi che troppo palesemente facevano riferimento alla contemporanea situazione politica. L'accoglienza fu comunque assai calorosa e l'opera venne rappresentata anche a Padova (teatro dei Concordi, 1852), a Verona (teatro Filarmonico, 1852), a Milano (teatro Dal Verme, 1882) e, successivamente, a Torino (teatro Vittorio Emanuele, 1883). Secondo A. Sala quest'opera "vede germinare il nuovo indirizzo della scuola moderna, e con maggiore evidenza poi lo si scopre nei lavori sinfonici dello stesso maestro, dimodoché si può dire che in Italia fu della scuola moderna il precursore". Ritornato a Stoccolma intraprese un'intensa attività con l'orchestra dell'Opera facendo rappresentare tra l'altro I puritani di V. Bellini (1851), Macbeth di G. Verdi (1852), Guglielmo Tell di G. Rossini (1856); Oberon di C.M. von Weber (1858); diresse spesso le sinfonie di L. v. Beethoven e, per la prima volta a Stoccolma, la Sinfonia in si b. magg. di R. Schumann (1853) e l'oratorio Elias di F. Mendelssohn Bartholdy (1854).
In qualità di maestro di cappella di corte, Giovanni Iacopo era tenuto a comporre in occasione di ricorrenze ufficiali e nel 1858, forse su esplicita richiesta del re Oscar I, scrisse l'operetta buffa Advokaten Pathelin, che non fece però in tempo a veder rappresentata poiché morì in seguito a un'epidemia di colera l'8 sett. 1858 a Stoccolma.
I manoscritti autografi delle opere Margherita, Cristina di Svezia e I gladiatori sono conservati presso l'Archivio Ricordi di Milano, mentre la partitura manoscritta di Advokaten Pathelin (Stoccolma, teatro Regio, 1858, libretto di A. de Leuven e J.A.F. Langlé) si trova attualmente presso la Biblioteca dell'Accademia musicale di Stoccolma. In questa biblioteca vengono conservati anche i seguenti manoscritti di musiche di scena: Musik till skadespelen Foualdès (Musica per lo spettacolo Fualdès, 1849, testo di C. Dupeuty ed E. Grangé); Grefve Saint Hélène (Conte di Sant'Elena, 1849, testo di L. Desnoyer ed E. Nus); En folkfest i Dalarne (Una festa popolare a Dalarne, 1851, testo di S.G. Schyberg); Sullivan (1853, testo di A. Mélesville); Berthas piano (1855, testo di J. Barrière, A. Grasset e J. Lorin); Jag äter middags hos min mor (Io pranzo da mia madre, 1857, testo di C. Decourcelle e L. Thiboust); Veteranerne (I veterani, 1857, testo di J. Jolin); Ett hemkomstöl (Un brindisi per il ritorno, 1857, testo di J. Jolin); Vid Wirta bro (Vicino al ponte di Wirta, 1858, testo di E.O. von Knorring); Den Lifegna (Il servo della gleba, 1858, testo di Wolfsohn); Nationaldivertissement… (Divertissement in occasione del matrimonio del principe ereditario Karl, 1850); Prolog i anledning av avtäckningen av Karl XIV Johans staty i Stockholm (Prologo in occasione dell'inaugurazione della statua di Carlo XIV Giovanni, 1854, testo di C.W. Böttiger). Inoltre: Un essai (quartetto d'archi in re min.); Ave Maria per soli e coro, Messe, Andante pastorale (voce e pianoforte), orchestrazione di Riccardo Cuor di Leone di A. Gréty (1857).
Vanno inoltre ricordate le seguenti composizioni per orchestra (Milano s.d., salvo diversa indicazione): Ouverture n. 1 in do min.; Ouverture n. 2 in mi min.; Ouverture n. 3 in la magg.; per pianoforte: Reminiscenze per pianoforte dai Masnadieri di Verdi, Op. 5; Ricordanze degli Orazi e Curiazi di Mercadante; Capriccio brillante, Op. 6; Rialto, Polka per pianoforte; Sogno malinconico. Studio per pianoforte; Studio melodico per pianoforte; Bien peu de chose, Capriccio-polka per pianoforte; Deux broderies pour le piano sur Luisa Strozzi de Sanelli; Marcia militare per pianoforte; per voce e pianoforte (o organo): Terra tremuit, offertorio, Stockholm 1883; tre romanze: La lontananza, Il desiderio, L'âme du Purgatorie. Due inni di carattere patriottico: Ai Lombardi. Canto di guerra a tre voci (per coro, pianoforte e tamburo, testo di A. Zoncada), e la già citata L'italiana.
Eseguì inoltre riduzioni per pianoforte di composizioni di P. Candio, E. Cavallini e G. Magazzari.
Fonti e Bibl.: (per Giovanni Iacopo) F.A. Dahlgren, Förteckning öfver Svenska Skådespel uppförda på Stockholms theatrar 1737-1863 och Kongl. theatrarnes personal 1773-1863 (Elenco degli spettacoli svedesi rappresentati nei teatri di Stoccolma tra il 1737 e il 1863 e del personale dei teatri reali dal 1773 al 1863), Stockholm 1866, ad nomen; A. Sala, I musicisti veronesi (1500-1879), Verona-Padova 1879, pp. 23-36; G. Masutto, Maestri di musica italiani del nostro secolo, Venezia 1880, pp. 87-92; A. Lindgren, Svenske hovkapellmästare 1782-1882, Stockholm 1882, pp. 113-127; G. Biadego, Catal. descrittivo dei manoscritti della Biblioteca comunale di Verona, Verona 1892, p. 205 (per Domenico); A. Pomello, Jacopo F. musicista, Verona 1897; A. Spagnolo, Le scuole accolitali di Verona, Verona 1904, p. 174 (per Domenico); O. Morales - T. Norlind, Kungl. Musikaliska Akadamien Stockholm 1771-1921, Stockholm 1921, pp. 59, 94; T. Norlind -E. Trobäck, Kungl. hovkapellets historia 1526-1926, Stockholm 1926, pp. 179-185; Teatro Filarmonico di Verona. Stagione lirica marzo 1928, Verona 1928, pp. n.n.; S. Sibilia, Italiani nella Svezia (1000-1800), Bologna 1943, pp. 136-138; T. Lenotti, I teatri di Verona, Verona 1949, pp. 67, 91; A. Gajoni-Berti, Diz. dei musicisti e cantatori veronesi (1400-1966), Verona 1966, pp. 38 s.; A. Aulin - H. Connor, Svensk musik, Lund 1974, pp. 302, 347; La musica a Verona, Verona 1976, ad Indicem; F.-J. Fétis, Biogr. univ. des musiciens, III, p. 297; R. Eitner, Quellen Lexikon des Musiker, IV, p. 33 (per Domenico); Nordisk Familjebok Konversationlexikon och Realencyclopedi, VIII, Stockholm 1908, pp. 884 s.; C. Schmidl, Diz. universale dei musicisti, I, pp. 555 s.; Svenska män och kvinnor, II, Stockholm 1944, p. 553; Svensk Uppslagsbok, X, Malmö 1949, col. 50; Diz. encicl. ital., IV, p. 20; Diz. Ricordi della musica e dei musicisti, p. 482; Svenskt Biografiskt Lexikon, XVI, pp. 291 s.; Encicl. della musica Ricordi, III, pp. 16 s.; Bra Böckers lexikon, IX, p. 164; Die Musik in Geschichte u. Gegenwart, XVI, coll. 336-338; Diz. enc. della musica e dei musicisti, Le biografie, II, p. 803.