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forneccio

di Luigi Vanossi - Enciclopedia Dantesca (1970)
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forneccio

Luigi Vanossi

Appare nella descrizione di Costretta Astinenza di Fiore CXXIX 13 La scarsella avea piena di forneccio (cfr. Roman de la Rose 12080 " Escharpe ot pleine de soussi ").

Il Parodi così glossa il termine: " In Rustico di Filippo (Vat. 3793, nm. 921 = ed. Federici, LII) farneccio, suppergiù ‛ roba da bordello ', e propriam. ‛ adulterio ', che è il senso dell'antico sardo , forrithu (cfr. Du Cange, fornicium) "; esso va quindi accomunato a ‛ fornice ', " postribolo " (attestato già in lacopone) e ‛ fornicare '. Del " farneccio " di Rustico (Da che guerra m'avete incominciata 8 " E se per moglie v'avesse sposata, / non dubbiate ch'egli era un bel farneccio "), i commentatori hanno fornito spiegazioni contrastanti. Così il Marti, sulla traccia del Massera, collega la parola a ‛ farnetico ', mentre il Vitale rimane incerto tra i due significati; ma la tesi del Parodi è accolta dal Contini (Poeti II 363 n. 8), il quale propone di correggere ‛ forneccio ' anche in Rustico. Il vocabolo potrebbe documentare un'esplicita memoria del sonetto di Rustico, come sembra indicare la circostanza che in entrambi i casi esso rima con leccio (e affine è anche l'ispirazione, fortemente moralistica, dei due componimenti). Sarebbe questa una delle tracce, non numerose, che il poeta comico ha lasciato nell'opera di Dante.

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