FORMULA
. Storia della religione. - Fomule sacre sono quelle che determinano il significato e fissano il valore di un rito, garantendone l'efficacia qualora siano integralmente pronunziate. Dette formule vengono, in genere, proferite da chi dirige la cerimonia e servono ad integrare l'azione che egli compie.
Si possono distinguere in: 1. formule interpretative di un rito, che si pronunziano nel punto culminante della cerimonia; 2. formule di preghiera, in genere assai brevi, che vengono proposte da chi dirige la cerimonia e ripetute o confermate dai fedeli con una frase di adesione; 3. formule dottrinali in cui è compendiato l'insegnamento o espressa l'aspirazione mistica di una data religione, come p. es. "Non vi è altro Dio che Allah e Maometto è il profeta di Allah" dei musulmani; ovvero "O gioiello nel loto! Amen" dei buddhisti: alla cui recitazione si attribuisce un valore quasi magico di salvazione.
Le formule sacre possono decadere a formule di valore magico, cioè costrittorio anziché impetratorio, quando la mentalità primitiva di chi le pronunzia annette un valore operativo alla parola stessa in quanto è pronunziata con l'intonazione giusta e senza l'omissione di nessun elemento. La religiosità dei primitivi e il folklore, anche attuale, sono pieni di formule a cui viene annesso questo valore.
Chiesa cattolica. - Nella Chiesa cattolica si hanno formule sacre di diverso genere, che basterà qui enumerare, rinviando ai singoli articoli che ne trattano: 1. formule della liturgia, le une parti essenziali (forma) dei sacramenti (v.), o parte dei riti di benedizione e consacrazione di persone o oggetti (v. abate; vasi sacri; vesti liturgiche, ecc.); le altre, formule di preghiera o di lode, per es. le orazioni della messa (v.) e tutto l'uffizio liturgico; a queste ultime si possono dire affini le formule di preghiera di origine privata, non introdotte nella liturgia ufficiale della Chiesa, ma da essa approvate o anche arricchite d'indulgenze e conseguentemente raccomandate ai fedeli per l'uso privato: tali per es. il Memorare, l'Anima Christi e molte litanie (v.); 2. formule dommatiche, d'indole tutta diversa, il cui scopo è di esprimere con ogni esattezza il senso dei dogmi (v.) rivelati da Dio e dalla tradizione trasmessi sotto forma più concreta o anche pratica: come le formule definite dal Concilio di Trento e da quello Vaticano, e i varî antichi simboli di fede (v.) e le professioni di fede, introdotte per determinare nel modo più preciso possibile ciò che tutti i membri della Chiesa sono tenuti a credere per non essere separati dalla sua comunione.