formattatore
s. m. Nell’informatica, chi formatta, struttura e organizza un supporto di memoria, predisponendolo alla registrazione dei dati; in senso figurato, chi sovrintende a un’organizzazione strutturata; nella politica, giovane sostenitore della necessità di riavviare daccapo la struttura e l’organizzazione di un movimento politico.
• In quei mondi fittizi le manifestazioni di individualismo sono sintomi della peggior malattia, stigmi del peccato originale, prove del crimine più efferato: il pensiero personale. Quel che è successo, o che sta succedendo, è l’esatto contrario. Il Potere, la Rete o qualsiasi altra istanza a cui assegnare il compito di Grande Formattatore del Reale e del Virtuale non ci chiede affatto di rinunciare a opinioni, gusti, orientamenti personali. Al contrario, ci invita a formulare la nostra opinione. (Stefano Bartezzaghi, Repubblica, 20 agosto 2011, p. 33, R2) • Pensavano che l’invito facesse di loro l’avanguardia dei «grandi» nel mondo dei «ragazzi» e invece, ahiloro, sono finiti a fare i parafulmini. I formattatori attaccano da terra (gli interventi dalla platea), dal palco (le domande delle due «jene» Andrea Di Sorte e Piero Tatafiore), dall’etere (le critiche che arrivano via Twitter). (Salvatore Dama, Libero, 27 maggio 2012, p. 8, Primo Piano) • La svolta nel 2014, l’anno delle Europee con il Pd al 45% a Milano: dopo Como e Monza passate di mano nel 2012 e Brescia ripresa nel 2013, si aggiunsero città chiave come Bergamo, Cremona e la Pavia allora governata dal «formattatore» di Forza Italia, Alessandro Cattaneo. (Alessia Gallione, Repubblica, 22 febbraio 2016, Milano, p. IV).
- Derivato dal v. tr. formattare con l’aggiunta del suffisso -(t)ore.