FORMATO (fr. format; sp. tamaño; ted. Format; ingl. size)
Termine adoperato nell'arte della stampa e nell'industria a indicare le dimensioni dei libri e della carta. Il formato dei libri - che si dice anche sesto o forma - è subordinato al formato della carta da stampa, ed è il risultato della piegatura di un foglio di questa carta, cioè: se piegato in due si ha il formato in- folio, in quattro il formato in quarto, in otto il formato in ottavo, in sedici il formato in sedicesimo, in trentadue il formato in trentaduesimo, ecc. Quando il volume è composto di fogli non piegati il formato è detto atlantico. Ma questi formati corrispondevano regolarmente quando la carta veniva fabbricata a mano. Con la fabbricazione a macchina tali denominazioni non corrisposero più alla classificazione dei formati del libro, poiché si fabbricarono - e si fabbricano tuttora - fogli di carta da stampa di disparate dimensioni. Essendo però prevalso nei primi tre secoli della stampa l'uso di determinate dimensioni, si stabilì per ciascun formato un tipo tradizionale che corrisponde press'a poco alle seguenti misure, espresse in metri: in-folio: 0,40 × 0,26; in 4°: 0,26 × 0,20; in 8°: 0,20 × 0,13; in 16°: 0,13 × 0,10; in 18°: 0,125 × 0,08; in 32°: 0,10 × 0,06.
L'abolizione dei regolamenti antichi e il progresso dell'industria moltiplicarono i formati commerciali della carta, e si usarono, per indicare i gradi intermedî fra le dimensioni tipiche, le espressioni "piccolo", "grande", "quadrato", "stretto", ecc., accanto alle altre denominazioni. Attualmente alcuni formati sono distinti con nomi speciali, non più ispirati alla piegatura del foglio di carta: si hanno così l'italiano che misura circa cm. 19 × 24, il diamante (cm. 7 × 11) e altri tipi con nomi diversi, strani o occasionali.
Per la carta attualmente si contano nei principali stati europei i seguenti quantitativi di voci, corrispondenti ad altrettanti formati: 28 in Italia, 26 in Inghilterra, 46 in Francia, 25 in Germania, Austria, Danimarca, Svezia, Norvegia, Svizzera, Spagna, Romania, Bulgaria, 21 in Russia e Olanda, 18 in Belgio, 14 in Ungheria. Gli Stati Uniti d'America hanno anch'essi circa 25 voci.
Qui appresso sono date le voci italiane ancora in uso, con le dimensioni generalmente adottate in centimetri: tra parentesi sono indicate le dimensioni usate da qualche cartiera: sestina, 18 × 22 (20 × 22,5); quartina o poulet, 21 × 27; olandina, 25 × 39; quadrotta o coquille, 27 × 42 (la quadrotta tedesca è 28 × 44); doppia quadrotta o bastarda, 44 × 56 (44 × 55, 47 × 58), rispetto o officio, 33 × 44 (34 × 44, 34 × 46); doppio rispetto o doppio officio, 45 × 68, 45 × 67 (46 × 68, 47 × 70); quadruplo rispetto, 68 × 90 (68 × 92); imperiale, 68 × 80 (60 × 81); imperialino, 54 × 74 (54 × 82, 53 × 70); doppio imperialino, 74 × 108; reale, 48 × 66 (46 × 62, 50 × 65); realone, 50 × 70 (48 × 64); doppio realone o aquila, 70 × 100; notarile o processo, 28 × 38; doppio notarile, 39 × 57 (38 × 56, 38 × 54); quadruplo notarile, 57 × 78 (54 × 76); protocollo, 31 × 42; doppio protocollo, 43 × 64 (44 × 64); quadruplo protocollo, 64 × 86 (64 × 88); leona, 36 × 48 (37 × 48); doppia leona o stato, 50 × 75 (49 × 74); quadrupla leona, 75 × 100 (74 × 98); elefante, 66 × 96 (73 × 100); italiana, 64 × 88; scolastica piccola, 78 × 108; scolastica grande, 88 × 112; colombier, 65 × 90 (63 × 90).
I formati francesi più comuni per la stampa sono: couronne, 36 × 46; écu, 40 × 53; carré o coquille, 45 × 56; cavalier, 45 × 60; grand raisin, 50 × 64; jésus ordinaire, 55 × 70; grand jésus, 56 × 72; colombier, 63 × 90; grand colombier, 60 × 90; grand soleil, 69 × 100.
I formati inglesi più generalmente adoperati per le edizioni sono: demy, 44,5 × 57; double foolscap, 43,3 × 68,5; royal, 50,75 × 63,75; double crown, 50,8 × 76,2; imperial, 56 × 76; double demy, 57 × 89; standard, 63,5 × 96,5; quad demy, 89 × 114.
In Germania, nel 1884 un decreto del cancelliere fissò i formati normali; nel 1922 il Deutsche Industrie Normenausschuss stabilì una tabella di formati normalizzati, Din, basati sulla relazione tra i due lati del foglio 1 : √2, e questi formati sono stati adottati dal governo del Reich per tutte le pubblicazioni ufficiali. Però i formati Din presentano in pratica degl'inconvenienti e l'industria della carta ha contrapposto a quell'Idealformate i cosiddetti Realformate, che sono indicati semplicemente con le dimensioni in centimetri. Anche negli Stati Uniti i formati sono generalmente indicati con le dimensioni in pollici.
I formati sestina, quartina, olandina, quadrotta, protocollo, notarile, rispetto e leona sono principalmente usati per carte da scrivere: i formati reale, doppia leona, imperiale, imperialino e doppio imperialino per registri d'amministrazione; i più usati quindi per i libri stampati rimangono: elefante, italiana, scolastica piccola e grande. Ma anche questi formati non si utilizzano limitandosi alla piegatura in quattro, in otto, ecc., e se ne derivano a capriccio dello stampatore e dell'editore i più svariati formati di libri.
Nella collocazione dei libri nelle biblioteche moderne ci si è attenuti a classificazioni metriche, pur indicando ciascuna serie col nome del formato bibliografico che vi prevale, e si è creata così una serie di formati convenzionali che variano da paese a paese e anche da biblioteca a biblioteca. Diverse proposte sono state tuttavia avanzate per una nuova unificazione dei formati.
Pare che gli Arabi abbiano conosciuto e adoperato nove formati di carta, da un minimo di m. 0,061 × 0,091 a un massimo di m. 1,099 × 0,733 (cfr. Jos. Karabacek, Das arabische Papier, Vienna 1887, p. 71), mentre in Occidente essi furono più limitati e fino al sec. XVII non si fabbricarono misure inferiori a m. 0,23 × o,35 né superiori a m. o,50 × 0,74. Per l'Italia esiste (v. fig.) una preziosa iscrizione in marmo, della seconda metà del sec. XIV, già collocata a Bologna in via Accuse, ove un tempo esisteva la corporazione dei farmacisti, alla quale appartenevano i fabbricanti di carta. Essa è così concepita: Queste sieno le forme del chomune de Bollogna de che grandeça dene essere le charte de banbaxe che se ne farano in Bollogna e sso destreto chome qui de sotto e divixado.
Dei varî nomi dei formati: imperialle (0,740 × 0,500), realle (0,615 × 0,445), meçane (0,515 × o,345), reçute (0,450 × 0,315), l'imperiale, il reale e il mezzano sono noti, mentre quello reçute è del tutto sconosciuto e lo stesso significato della parola non è sicuro.
Per formato s'intende inoltre la dimensione della pagina di composizione, espressa in linee tipografiche (v. metrica tipografica); si dice anche formato la dimensione del piano di una macchina da stampa e del relativo telaio. Formato o forma tipografica è l'insieme di più pagine di composizione tipografica, chiuse in un telaio e accomodate nella macchina da stampa per venire stampate.
Anche per le carte (e le lastre) fotografiche esistono formati-tipo. Le denominazioni e le dimensioni più usate sono le seguenti: minimum, cm. 4,5 × 6; visita, cm. 6,5 × 9; margherita, cm. 8 × 10; gabinetto, cm. 10 × 15; cartolina, cm. 9 × 14; boudoir, cm. 12 × 19; salon, cm. 17 × 23; album, cm. 21 × 27.
Bibl.: C. M. Briquet, Les filigranes, dictionnaire historique des marques du papier, Ginevra 1907 (riproduz. anast. 1923), I, pp. 2-7; Ch. Mortet, Le format des livres, notions pratiques suivies de recherches historiques, Parigi 1925; K. Haebler, Handbuch der Inkunabelkunde, Lipsia 1925, pp. 39-43.