forcaiolismo
s. m. (spreg.) Tendenza preconcetta a perseguire i presunti colpevoli, per ricercare il favore dell’opinione pubblica.
• Nella roulette del forcaiolismo comico-mediatico, i destini sono molto diversi: se ne esce senza neanche un graffio, oppure un’aura delinquenziale ristagnerà per sempre sull’immagine della vittima predestinata. Ma nel circo delle accuse mai compensate da un’adeguata difesa, la fame di linciaggio è una smania mai appagata. La giustizia fa il suo corso, e le invettive prima o poi si smorzano. Ma la giostra non cessa di funzionare. (Pierluigi Battista, Corriere della sera, 5 maggio 2008, p. 28, Commenti) • Garantista a parole ma giustizialista nei fatti. Matteo Renzi svela la sua vera natura. Che […] è quella che lo consiglia di rincorrere il forcaiolismo più becero imponendo a un Parlamento imbelle un’inutile legge contro la corruzione. Non è puntando sull’aumento delle pene che si riuscirà mai a incidere minimamente su un fenomeno risolvibile solo con il progressivo smantellamento degli infiniti centri di spesa di uno Stato burocratico sempre più invasivo e clientelare. (Arturo Diaconale, Giornale, 22 maggio 2015, p. 1, Prima pagina) • Ovviamente si può considerare troppo risentita la reazione di [Roberto] Mancini; perdonabile la volgarità uscita di bocca a [Maurizio] Sarri; e augurarsi che l’incidente si concluda senza capestro per l’allenatore del Napoli (esiste un forcaiolismo anche nel politicamente corretto). Ma per giudicare la profonda distanza culturale tra le due mentalità, quella rigorosa e quasi «bacchettona» degli inglesi e quella superficiale e concessiva del nostro calcio, bisogna fare i conti anche con i risultati: vedasi la risolutezza con la quale gli inglesi hanno letteralmente sgominato le orde degli hooligans, e la stordita acquiescenza del nostro calcio con i violenti. (Michele Serra, Repubblica, 21 gennaio 2016, p. 34, Commenti).
- Derivato dal s. m. e agg. forcaiolo con l’aggiunta del suffisso -ismo.
- Già attestato nella Stampa del 29 giugno 1914, p. 5.