FONETICA (XIV, p. 622)
Dei principî e delle formule che hanno ispirato la fonetica tradizionale, "legge" del minimo sforzo, "legge" dell'espressività, "leggi fonetiche", "sostrato", soltanto quest'ultimo si è sottratto al rapido invecchiamento che ha colpito gli altri. Due lavori italiani, notevoli e diversi di ispirazione, Il sostrato etnico e i dialetti italiani di Clemente Merlo (in Italia dialettale, IX, 1933, p. 1 segg.) e Sostrato di Benvenuto Terracini (in Scritti in onore di Alfredo Trombetti, Milano 1937, p. 321 segg.) ne sono una testimonianza. L'ultima discussione approfondita, e negativa, del concetto di legge fonetica risale al 1931 (E. Hermann, in Abhandl. dell'Accad. di Gottinga, vol. 23,3). Di questa nozione rimangono vitali due aspetti: l'uno è lo sforzo di generalizzare le innovazioni fonetiche più fortunate (le vocali brevi latine hanno cominciato ad essere contraddistinte saltuariamente da un timbro più aperto; l'esigenza sociale del livellamento fa presto trionfare questa innovazione), l'altro è il criterio di indagine che invita a postulare una coerenza fonetica nelle lingue scarsamente conosciute e autorizza a considerare ad esempio ogni -f- latina all'interno di parola come un'impronta o una moda sabina.
Lo studio naturalistico dei fatti fonetici ha registrato larghi successi con i nuovi metodi introdotti nella fonetica sperimentale: tali l'analisi elettroacustica, promossa da A. Gemelli e dalla sua scuola (v. A. Gemelli e G. Pastori, L'analisi elettroacustica del linguaggio, Milano 1934, 2 voll.), o le applicazioni dei raggi Röntgen, per es. Borel-Maisonny, Meccanismo di alcune vocali francesi, in Valsalva, XIV (1938), p. 130 segg.
Ma l'impronta caratteristica del quindicennio deriva dai successi della cosiddetta "fonologia" iniziata da N. Trubeckoj e R. Jakobson una ventina d'anni or sono. Essa studia i "fonemi", non in quanto fuggenti realtà fisiologiche (che si riproducono con continue varianti quali i testi fonografici registrano), ma come realtà "uditive", i cui rapporti di legame e di contrapposizione costituiscono un sistema (v. N. Trubeckoj, Grundzüge der Phonologie, Praga 1939; E. Seidel, Das Wesen der Phonologie, Bucarest 1943 e linguistica, in questa App.). Nata dalla fonologia e destinata in certo senso a superarla è la "fonometria" che, proponendosi di "misurare" le opposizioni della fonologia, getta un ponte sul solco che la fonologia aveva scavato nei riguardi della fonetica tradizionale: v. K. Zwirner, Grundfragen der Phonometrie, Berlino 1936; Phonologie und Phonetik, in Acta linguistica, I, 1939.
Dominata da indirizzi così apertamente divertenti, una fonetica generale astratta come scienza delle "leggi fonetiche" non legate ad ambienti linguistici particolari è venuta meno. Rimangono dei concetti di fonetica generale come introduzione allo studio dei fenomeni fonetici delle singole lingue storicamente attestate: tali sono sviluppati presso M. Grammont, Traité de phonétique, Parigi 1933; C. Battisti, Fonetica generale, Milano 1938.