Vedi FONDI dell'anno: 1960 - 1973 - 1994
FONDI (v. vol. Ill, p. 719 e S 1970, p. 336)
Nel 1964, nella zona della chiesa di S. Rocco fu messa in luce parte di un edificio termale, perfettamente orientato sul lato E del decumano massimo. L'impianto termale, di cui sono stati scavati sette vani, ha muri in opus incertum con ricorsi di mattoni, in opus reticulatum a disegno (tufelli in calcare bianco e in peperino), in opus testaceum con un modulo di 26 cm. Alcuni muri presentano su una faccia il paramento in testaceum, sull'altra in reticulatum a disegno.
L'edificio mostra chiaramente due fasi costruttive principali e molti rifacimenti e adattamenti (p.es. il vano 3, con pavimento a mosaico in bianco e nero con motivi geometrici del IV sec. d.C., è stato costruito all'interno del vano 2). Nell'ultimo periodo di vita questa parte dell'edificio perse il suo carattere di impianto termale: la piscina del vano 4 fu annullata da un pavimento a mosaico; i resti di mosaico rinvenuti nel vano 1 non sembrano rifarsi al pavimento retto dalle seconde suspensurae, e la pavimentazione a mosaico del vano 7, con la presenza anche di mattonelle di marmi varí, ha rivelato al di sotto l'esistenza di un primo pavimento in opus spicatum.
La tecnica delle strutture murarie, il tipo dei mosaici pavimentali, l'esistenza, su tratti di alcuni muri, anche di tre strati sovrapposti di intonaco, i molti rimaneggiamenti e specialmente la ceramica rinvenuta indicano un lunghissimo periodo di vita, dagli ultimi tempi della repubblica (o dai primi anni dell'impero) fino al VI secolo. Per la qualità dei marmi usati nei vari ambienti è plausibile che la zona appartenga a un'importante casa o villa privata piuttosto che a balnea pubblici.
La presenza di un anfiteatro a F. è nota dalle fonti (v. vol. I, p. 381, s.v. Anfiteatro) e nonostante che esso non sia stato ancora messo in luce, sembra con verosimiglianza che fosse edificato nella zona suburbana, vicino all'attuale Porta Roma a O della città dove, lungo il tratto estremo di Via dei Latini, osservando le mappe catastali si può identificare un'area di forma ellissoidale. Due epigrafi, rinvenute a F. - una delle quali oggi perduta - menzionano un macellum.
Bibl.: E. Lissi Carotina, Due frammenti di sigillata chiara D, in BdA, LUI, 1968, pp. 184-189; ead., in NSc, 1971, pp. 330-363; O. Mazzucato, ibid., pp. 364-367; G. Pesiri, Amphitheatrum Fundanae Civitatis, in AthenaeumPavia, LV, 1977, pp. 195-199; id., Sul sito dell'anfiteatro di Fondi, in AeR, XXIII, 1978, pp. 193-195; id., Iscrizioni di Fondi e del circondario, in Epigraphica, XL, 1978, pp. 162-184.