Fondamento dell'intera dottrina della scienza come manoscritto per i suoi ascoltatori
(Grundlage der gesammten Wissenschaftslehre als Handschrift für seine Zuhörer) Opera di J.G. Fichte, pubblicata in forma di dispense per i corsi universitari a Lipsia fra il settembre del 1794 e l’agosto del 1795. Lo scritto è suddiviso in tre parti: Principi dell’intera dottrina della scienza (§§ 1-3); Fondamento del sapere teorico (§ 4); Fondamento della scienza pratica (§§ 5-11). Il principio assoluto e incondizionato del sapere umano non può essere ‘dimostrato’ o ‘determinato’; esso «deve esprimere quell’atto che non compare, né può comparire, fra le determinazioni empiriche della nostra coscienza» (§1). Al di fuori di ogni astrazione e riflessione, il principio di identità si dà non come ipotetico, ma come assoluto soltanto nel caso: Io=Io; la classica formulazione A=A, infatti presuppone che vi sia un A, e in tal modo esprime un’ipotesi (se vi è A, allora…), un fatto, e non, come avviene nel caso Io=Io, un «atto». Da questo principio Fichte avvia lo studio del modo in cui, con processo spontaneo, la coscienza si genera e si articola nel suo operare. La coscienza è attività rappresentativa dell’Io che pone «davanti a sé» qualcosa come altro da sé, ossia come Non-Io, «ciò rispetto a cui si è ricettivi e non attivi»; ciò genera un’opposizione fra l’Io che pone sé stesso (ed è coscienza di sé) e l’Io che pone (ed è coscienza di) altro da sé. Fra Io e Non-Io sussiste un rapporto di negazione parziale e di reciproca limitazione, da cui deriva anche la costitutiva limitazione della coscienza, che è sempre finita: determinata, limitata e reale. Dall’analisi dell’attività originaria della coscienza deriva che il Non-Io sia avvertito come limite, necessità, meccanismo (quel che solitamente si indica come natura), e che a esso si contrapponga l’Io come libertà. Tale rapporto investe anche la pratica in quanto la libertà che nell’Io è vuota e indeterminata deve realizzarsi nel confronto con il Non-Io come tensione («impulso») verso un infinito comunque inattingibile.