Folo
Dei tre centauri che costituiscono lo statuario gruppo del XII dell'Inferno, Chirone, Nesso e F., quest'ultimo è presentato in un solo verso: quell'altro è Folo che fu sì pien d'ira (v. 72). I commentatori, in genere, lo spiegano col dire che F., ebbro di vino e di cupidigia, tentò di rapire la sposa e le altre donne dei Lapiti, dando così inizio alla battaglia dei centauri con questi. In realtà, come osservò il Ciafardini, nel racconto ovidiano, che sembra esser quello da cui D. conobbe il mito, F. è appena nominato tra i partecipanti alla battaglia, che è iniziata da un altro centauro, Eurito. Pien d'ira F. appare invece in un passo della Tebaide di Stazio (peraltro va ricordato Georg. II 455-457 " ille [Bacchus] furentis / Centauros leto domuit "); in Stazio viene descritto Tideo che, assalito di sorpresa, afferra un enorme masso e fa l'atto di lanciarlo contro i nemici, " qualis in adversos Lapithas erexit inanem/magnanimus cratera Pholus " (Theb. II 563-564). Giustamente il Ciafardini osserva che la raffigurazione di Tideo irato e minaccioso (Theb. II 555-562) si riflette su quella di F., dando anche a questa i toni dell'ira: tanto più, aggiungiamo, che dell'ira di Tideo è un cenno esplicito nel racconto di Stazio: " huc ferus atque illuc animum pallentiaque ira/ora ferens " (II 545-546).
Per il problema del significato simbolico di F. e per la rappresentazione figurativa del gruppo, v. CENTAURI.
Bibl. - E. Ciafardini, Nesso, Chirone e F. nei poeti latini e in D., in Due saggi danteschi, Napoli 1925, 5-22.