FOLLIERO DE LUNA, Aurelia
Nacque a Napoli nel 1827 dal cavalier Giovanni Folliero e da Cecilia De Luna, letterata di origine spagnola. Fu la madre a condurla nel 1837 a Parigi, dove la giovane conobbe e incontrò uomini di cultura quali C. Botta, N. Tommaseo, T. Mamiani, F.-A.-R. de Chateaubriand, G. Rossini e A. Lamartine. Tornata a Napoli, sposò nel 1846 l'avvocato Giorgio Tommaso Cimino, autore drammatico, novelliere e poeta, che nel 1848 sarebbe stato tra i volontari napoletani che seguirono la principessa Cristina Trivulzio Belgioioso a Milano, per poi recarsi in esilio in Inghilterra, dove la F. lo accompagnò. Qui iniziò a dare lezioni di italiano, di canto e di musica nelle famiglie nobili, oltre a tradurre articoli di riviste inglesi per il Gabinetto di lettura di Milano dietro invito di E. Camerini.
Rientrata in Italia nel 1860, da Napoli mandò corrispondenze al giornale L'Italie, quindi si stabilì a Firenze, dove collaborò alla Rivista europea, diretta da A. De Gubernatis, e dove fondò nel dicembre 1872 Cornelia, una pubblicazione quindicinale sottotitolata "Rivista letteraria, educativa, dedicata principalmente agli interessi morali e materiali delle donne italiane", a cui tra gli altri collaborarono, oltre al marito, A. Aleardi, E. Checchi, Dora d'Istria, M. Frank, E. Fuà Fusinato, E. Melisurgo Vegezzi-Ruscalla, C.F. Gabba e G. Urtoller.
La F. diresse con entusiasmo la rivista per tutto il tempo della sua durata (1° dic. 1872 - 16 dic. 1880), sostenendo la necessità dell'emancipazione femminile, lontana però dalle posizioni radicali proposte dalla più nota pubblicazione per donne dell'epoca, La Donna, fondata da Gualberta Beccari nel 1868. Suo intendimento fu di realizzare una "pubblicazione periodica letteraria, altamente morale, la quale avesse lo scopo di combattere in Italia i pregiudizi, l'indolenza secolare, l'ignavia che formano l'ostacolo principale allo sviluppo sociale del sesso men forte" (Questioni sociali, Cesena 1882, p. 32); si presentò come riformista moderata, interessata all'istruzione femminile ma prudente nel farsi sostenitrice dei diritti civili della donna. La Cornelia ebbe sempre sede a Firenze, dove furono pubblicate anche altre riviste di tale genere, prima fra tutte la Rassegna degli interessi femminili, diretta da Fanny Zampini Salazar.
All'interno della lunga attività giornalistica della F. si ricordano numerosi articoli apparsi sulla Nazione e sulla Gazzetta d'Italia, la corrispondenza per The Revolution di New York, The Woman's gazette di Boston, Les Droits des femmes di Parigi. Nel 1882-1883 figurò anche tra i collaboratori della Rivista di scienze sociali, diretta da G. Urtoller. Nel 1878 F. De Sanctis, ministro della Pubblica Istruzione, l'aveva inviata a Parigi per studiarvi le scuole agrarie femminili; la relazione apposita, dalla F. pubblicata l'anno dopo a Firenze col titolo Stabilimenti agrari femminili e lavori industriali delle donne all'Esposizione di Parigi, suggeriva criteri più moderni di riorganizzazione degli orfanotrofi femminili. Assunse in seguito la direzione di un istituto per l'istruzione a Cesena.
La F. morì a Firenze nel 1895.
Interessata ad argomenti pedagogici o sociali, la F. promosse soprattutto l'istruzione e l'emancipazione femminili, convinta che la società civile necessitasse di un'evoluzione dei costumi. L'opera che meglio riassume le sue idee riguardo alla donna, alla sua natura e ai suoi diritti, è Questioni sociali, dove sono riuniti molti suoi articoli già pubblicati su Cornelia. In uno stile semplice e diretto viene esaminata la questione femminile in Italia e all'estero, e si insiste sulla necessità di dare alle donne un'educazione adeguata che permetta loro di collaborare con gli uomini a un positivo sviluppo del paese ("la donna istruita sarà la compagna dell'uomo..., sarà un essere produttivo per la società, non più una pianta parassita che vegeta a spese di piante più utili": Questioni sociali, p. 52). Della F. sono interessanti anche i molti ricordi autobiografici, le rievocazioni dei suoi viaggi, riuniti in Lagune, monti e caverne (Firenze 1880), e il racconto storico Massimiliano d'Austria e il castello di Miramare (ibid. 1875), che rievoca la triste vicenda dell'arciduca. La F. fu anche autrice di versificazioni (Pensieri ed affetti, Roma 1890; e Rime e ballate, ibid. 1891; 2 ed., ibid. 1892) e di un dramma in quattro atti intitolato La forza dei pregiudizi, Firenze 1877. Si ricordano ancora: L'indolenza in Italia e le donne italiane, Firenze 1870; L'indolenza in Italia e l'importanza della donna, ibid. 1870; Impressioni di Venezia a mio figlio Ernesto, ibid. 1871; Gabriello, ibid. 1874; L'esposizione austro-ungarica a Trieste nell'anno 1882, Bologna 1883; Era un delitto?, Roma 1888; Elena Blavatsky, Annie Besant e la teosofia moderna, ibid. 1893.
Fonti e Bibl.: O. Greco, Bibliografia femminile ital. del XIX sec., Venezia 1875, pp. 205 s.; A. De Gubernatis, Diz. biogr. degli scrittori contemporanei, Firenze 1879, pp. 293 s.; C. Catanzaro, La donna ital. nelle scienze, nelle lettere e nelle arti, Firenze 1890, pp. 49 s.; A. De Gubematis, Piccolo diz. dei contemporanei ital., Roma 1895, p. 241; C. Villani, Stelle femminili, Napoli 1915, pp. 175 s.; E. Michel, Diz. del Risorg. naz., Milano 1930, 11, p. 696; G. Mazzoni, L'Ottocento, Milano 1934, p. 1381; G. Mazzoni - G. Picciola, Antologia carducciana, Bologna 1951, p. 202; B. Righini, I periodici fiorentini, Firenze 1955, 1, pp. 49, 148; F. Pieroni Bortolotti, Alle origini del movimento femminile in Italia, 1848-1892, Torino 1963, pp. 34, 133 s., 137, 151 s.; D. Bertoni Jovine, Enc. della donna, Roma 1965, 11, p. 538; A. Buttafuoco, Cronache femminili. Temi e momenti della stampa emancipazionista in Italia dall'Unità al fascismo, Siena 1988, pp. 26, 40, 48; M. Bandini Buti, Poetesse e scrittrici, in Enc. biografica e bibliografica ital., s. 6, 1, p. 159.