FOLGORE da San Gimignano
Poeta, la cui opera appartiene al primo ventennio del sec. XIV. Di lui sappiamo con certezza solo che nel 1305-1306 prestava servizio militare per il suo comune, e che era già morto nel 1332. Il suo nome era Giacomo; Folgore è un soprannome, che probabilmente si deve leggere Folgóre, nel senso di "splendore". Le poesie che ci sono rimaste son tutti sonetti: una collana dei Mesi, dedicata a una "brigata nobile e cortese" di Siena, di cui celebra, per ciascun mese dell'anno, i diletti e le feste (a torto, si volle che fosse questa la brigata spendereccia che Dante ricorda nel canto XXIX dell'Inferno); un'altra della Settimana, che descrive le cacce, i giochi, le armeggerie d'un giovine signore (Carlo di messer Guerra Caviccioli, condottiero dei Sangimignanesi nella guerra contro Volterra); cinque sonetti, avanzi di una serie più estesa, in cui si raffigurano allegoricamente le cerimonie onde un donzello veniva armato cavaliere; infine pochi sonetti sparsi, di argomento morale e politico. Lamentò che la "cortesia", cioè la liberalità dei signori, fosse spenta al suo tempo: ciò che, insieme con i temi prescelti e le dediche delle sue rime, fa supporre che egli vivesse della poesia e fosse, come allora si diceva, un uomo di corte. L'esiguo manipolo dei sonetti è assai pregevole per la sua vivacità, per la freschezza delle scene festose e colorite, per la chiarezza degli sfondi campestri, su cui si svolgono, come in un'antica pittura, le cacce e le giostre di Toscana, i momenti più lieti d'una vita sociale, ch'era a un tempo borghese e signorile.
L'aretino Cene (o Cenne) da la Chitarra (morto prima del 1336), certamente un cantastorie, compose un'altra collana di sonetti, sulle stesse rime dei Mesi di Folgore, rivolti alla "brigata avara senza arnesi", a cui vengono augurati - su un tono di scherno grossolano, e in pieno contrasto con le immagini gentili e luminose di Folgore - ogni sorta di fastidî e dispetti.
Ediz.: (con introduzioni): a cura di G. Navone, Bologna 1880; di F. Neri, Città di Castello 1914 (rist. Torino 1918).