Folgòre da San Gimignano (Giacomo di Michele)
Poeta (San Gimignano, tra 1265 e 1275 - m. prima del 1332). Si distinse presto per doti poetiche che gli valsero l'appellativo di ‛ Folgòre ' cioè splendore, fulgore, con il quale egli stesso si designa nel sonetto conclusivo dei quattordici che compongono la sua maggiore opera, la cosiddetta collana dei mesi. Nel 1295, tra i venti e i trent'anni, fu personaggio di un certo rilievo per meriti militari e civili oltre che poetici, e più tardi fu nominato dominus (cavaliere, messere).
La " brigata nobile e cortese ", di cui si parla nella collana dei mesi, venne identificata con la " brigata spendereccia ", anch'essa senese, ricordata da D. per bocca di Capocchio in If XXIX 120-132. Fu Benvenuto a suggerire tale identificazione, annotando nel suo commento: " In civitate Senarum facta est per tempora moderna quaedam societas vanissima, quae voluit appellari nobilis et curialis, et vulgo appellata est spendaritia. Fuerunt enim, ut audivi, duodecim iuvenes... faciebant autem cibaria varia insolita et incognita humanis usibus; quomodo et qualiter nescio, quamvis audierim narrari multa de eis, quae vel ficta sunt vel aliorum dicta fuerunt... unde factae sunt duo cantiones placibiles de eis, quarum altera continet delicias eorum [quella di F.], altera vero calamitates et miserias quas habituri erant [quella di Cenne] ". L'affermazione trova conferma nel codice Magliabechiano VII 1066 della Bibl. Naz. di Firenze, che alla collana dei mesi premette la seguente didascalia: " Questi sono i dodici sonetti della brigata che.ssi chiamo la brigata ispendereccia da.sSiena ". Nel secolo scorso a lungo si discusse sul rapporto tra le due ‛ brigate '; l'identificazione del Niccolò che la costuma ricca / del garofano prima discoverse / ne l'orto dove tal seme s'appicca (If XXIX 127-129) col " Niccolò... fior della città senese " (Alla brigata 7-8) cui F. dedica la ‛ corona ', portò ad esempio il Carducci a considerare la poesia di F. come una " anti-Commedia ", espressione di vita lieta e spensierata, di un mondo epicureo-cavalleresco in cui si rifletteva la raffinata civiltà provenzale, la gente... francesca di Dante. Si giunse addirittura a ricostruire la schiera dei dodici compagni, tra i quali venne assegnato un posto anche a Folchetto. La ricostruzione non poggiava però su solidi argomenti: veniva a mancare anzitutto la congruenza cronologica, sia perché tutto sembra indicare che F. scrivesse tra la fine del Duecento e gl'inizi del Trecento, sia perché il Niccolò dantesco, fosse un Salimbeni o un Buonsignori, fiorì alcuni decenni prima di F. e certamente molto prima che egli scrivesse la gioiosa collana. Come ha perentoriamente dimostrato G. Navone, il quale ha ritrovato nel Barberiniano 3953 il sonetto conclusivo della collana dei mesi, mancante agli altri codici, il Niccolò di F. è sicuramente " Nicholaus filius Bindini Nigii [ipocoristico di Dionigi] de domo Tolomoeorum ", podestà e capitano del popolo in San Gimignano nel 1335. In conclusione né questi, né lo Stricca (di Giovanni Salimbeni o dei Tolomei o dei Marescotti) che seppe far le temperate spese hanno niente a che vedere con la brigata spendereccia citata da D. (cfr. anche Petrocchi, ad l., che esclude in modo inequivocabile, anche con la restaurazione del testo, l'ipotesi dell'identità così a lungo accettata da molti commentatori). Fra le due brigate non esiste alcun rapporto, né è verisimile che D. abbia voluto usare la sua sferza verso l'opera del sangimignanese, che non sappiamo neppure se gli fosse nota. La brigata ricordata da D. oscurò presto la fama delle altre tutte, che numerose fiorirono nel sec. XIII e nella prima metà del successivo, e decaddero quando una serie di rovesci economici distrusse l'antica prosperità dei comuni toscani. Da allora leggenda e realtà si fusero insieme: lo testimonia il commento di Benvenuto. V. anche BRIGATA.
Bibl. - I. Del Lungo, Dino Compagni e la sua cronaca, Firenze 1879-97, II 596; G. Navone, Le rime di F. da San Gimignano e di Cene da la Chitarra d'Arezzo, Bologna 1880, XLIX ss.; G.A. Mastella, Intorno a quel Niccolò a cui F. da San Gimignano dedicò la corona dei sonetti dei mesi, Venezia 1893; F. Flamini, F. da San Gimignano e la " brigata spendereccia ", in Spigolature di erudizione e di critica, Pisa 1895, 19 ss.; G. Errico, F. da San Gimignano e la " brigata spendereccia ", Napoli 1895 (rec. di A. Rondani, in " Giorn. stor. " XXVIII [1898] 444); G. Carducci, Intorno ad alcune rime dei secoli XIII e XIV, in Archeologia poetica (Opere XVIII), Bologna 1923, 173 ss.; C. Cappuccio, F. da San Gimignano e Cenne de la Chitarra, Siracusa 1924 (in cui sono esaminate le intricate questioni dei rapporti tra F. e D. ed è offerta una minuziosa ricostruzione degli argomenti a favore e a sfavore di un possibile rapporto tra la brigata di D. e quella di F.); G. Caravaggi, F. di San Gimignano, Milano 1960, 43-49.