FOLCHETTO di Marsiglia (in provenzale Folquet de Marseilla)
Trovatore dei più celebrati e prelato, fiorito sul declinare del secolo XII, morto nel 1231. Nacque di padre genovese trasferitosi a Marsiglia: ma fu un errore il credere che anch'egli nascesse in Genova. Le sue composizioni, conservateci in numero di 27, ebbero diffusione in tutti i paesi dove penetrò la poesia provenzale, compresa la Germania, e non è difficile trovarne riscontri in Dante e nel Petrarca, nonché nei rimatori anteriori italiani: Dante, nel De vulgari eloquentia, lo considerava maestro di stile.
Le notizie serbateci nelle brevi vite provenzali parlano di suoi amori con più dame, e Dante gli fa dichiarare nel cielo di Venere, dove lo colloca, di aver amato ardentemente; ma è impossibile indagare dalle sue rime un fondamento di realtà. Natura appassionata, d'ingegno eletto, di raffinata cultura, di gusti aristocratici, egli riesce originale e si distingue nel gran numero dei trovatori per la sottigliezza e nobiltà delle immagini, la concettosità, l'analisi dei sentimenti, la visione di un amore nobile, il contrasto tra la felicità dell'amore e il dolore e l'affanno dell'insoddisfatto desiderio. E non vi è traccia alcuna di avvenimenti reali, ma soltanto questa continua descrizione, tanto che le sue poesie sono state definite dissertazioni. Del favore con cui furono accolte sono prova le amicizie con signori, quali Riccardo Cuor di Leone, il visconte Barral, signore di Marsiglia, Alfonso II d'Aragona, Alfonso VIII di Castiglia, il Delfino d'Alvernia, e forse Raimondo V di Tolosa. In alcune canzoni si rileva una religiosità non superficiale, specialmente quelle che alludono alle crociate di Siria e di Spagna; la contrastata canzone Vers Dieus, el vostre nom e de Sancta Maria canta l'alba di una nuova vita che effettivamente F. iniziò con l'abbandonare il mondo e rendersi monaco nell'ordine di Sistel, a Toronet, dopo aver messo anche in convento la moglie e due figli: ciò avvenne probabilmente entro il 1195, dopo la morte di Barral. Con la sua dottrina e il fervore religioso fece rapida carriera; diventò abate nel 1201, poi vescovo di Tolosa nel 1205; fu tra gli organizzatori della crociata contro gli Albigesi proclamata da Innocenzo III nel 1209; e vi prese parte costantemente distinguendosi per zelo; a capo di una schiera di sacerdoti contribuì nel 1211 all'espugnazione di Lavaur. Con le ricchezze accumulate poté mantenere nel 1217 l'esercito di Luigi VIII tutto il tempo che rimase nel Tolosano. Soccorse S. Domenico nell'istituzione dell'ordine dei domenicani, lo accompagnò dal papa nel 1216 in occasione del Concilio Lateranense, dove si distinse nella persecuzione contro il conte di Tolosa. Nel 1229 ebbe parte nella sistemazione della contea e promosse la fondazione dell'università di Tolosa. A torto si credette che il trovatore e il vescovo fossero due persone diverse.
Bibl.: F. Diez, Leben u. Werke der Troubadours, 2ª ed., Lipsia 1882; H. Pratsch, Biographie des troub. F. v. M., Berlino 1878; N. Zingarelli, La personalità storica di F. d. M., Bologna 1899; id., La vita, i tempi e le opere di Dante, Milano 1931, pp. 135 e 202; S. Stroński, Le trobadour F. de M., Cracovia 1910; R. Zenker, Zu Folquet von Romans u. F. v. M., in Zeitschr. f. rom. Phil., XXI (1897), pp. 335-52. Cfr. la Chanson de la Croisade contre les Albigeois, a cura di P. Meyer, voll. 2, Parigi 1875-79.