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FOGGIA

di JJean-Marie Martin - Federiciana (2005)
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Foggia

JJean-Marie Martin

Durante il dominio di Federico II, dal 1221 al 1250, Foggia svolse, in una certa misura, la funzione di capitale del Regno di Sicilia. Purtroppo ci sfugge completamente quale fosse allora il volto della città, in quanto è stata distrutta dal terremoto del 1731; dell'età federiciana restano solo la chiesa di S. Maria e il portone d'ingresso della domus imperiale, spostato in palazzo Arpi (Museo Civico).

Anche prima di Federico II, Foggia era un insediamento atipico. Nacque probabilmente come semplice casale, alla fine dell'XI sec., intorno alla chiesa isolata di S. Maria, che sarebbe stata edificata per ospitare un'icona miracolosamente ritrovata in uno stagno. Il casale, sito nel centro della pianura del Tavoliere e in territorio demaniale, si sviluppò molto rapidamente; nel 1125 era già un castrum (insediamento fortificato) fiancheggiato da un sobborgo. A dispetto delle vicende belliche, nella seconda metà del XII sec. diventò l'insediamento più importante della pianura. Con tre sobborghi, dal punto di vista economico e demografico, si trattava di una vera e propria città, e di una città importante; ma non aveva nessuna funzione né amministrativa né religiosa, ubicata com'era nella diocesi di Troia. Da qui i tentativi ‒ vani ‒ dei foggiani per ottenere la propria cattedrale e le lotte contro i troiani, che si incrociavano con le guerre civili del Regno intero: Foggia parteggiò allora per Tancredi, che aveva in animo di darle una sede vescovile, ma Gualtiero di Palearia, vescovo di Troia e cancelliere di Enrico VI, guerreggiò contro Foggia e la sottomise.

Le lotte erano provvisoriamente sopite (riprenderanno nel Trecento) quando Federico II tornò nel Regno, alla fine del 1220. All'inizio dell'anno successivo l'imperatore venne per la prima volta in Capitanata e in particolare a Foggia; due anni dopo, nel 1223, vi fece edificare la sua domus. Federico si fermò nella città negli anni 1222-1223, 1225-1232, 1234-1235, 1240-1243, 1246-1247, 1250. La domus non era l'unico palazzo imperiale di Foggia: tutta la Capitanata (come anche la Basilicata, luogo di residenza estiva) si ricopriva di domus (v. Palatia). Oltre a ciò l'imperatore e la Curia erano sempre mobili. Perciò Foggia non era proprio la capitale del Regno, ma era tuttavia la residenza principale del sovrano e molto spesso ospitava gli uffici centrali della monarchia; era il capoluogo e l'agglomerato più importante della provincia di Capitanata, creata intorno al 1230.

Inoltre, come Palermo in età normanna, Foggia in età sveva non si accontentò di ospitare una sola domus. Nei suoi dintorni se ne trovavano infatti altre, quali la domus pantani Sancti Laurentii che, con il suo lago artificiale, rievoca la Favara, ma anche le domus dell'Incoronata e di Castiglione.

Il principale documento che permette di ricostruire la Foggia al tempo di Federico II è il Quaternus excadenciarum Capitinate, registro della cancelleria imperiale, compilato nel 1249-1250, che elenca una serie di beni diventati proprietà della Curia, in particolare a Foggia.

Il nucleo cittadino (probabilmente il castrum del XII sec.) era circondato da alcuni sobborghi: Maniaporcum (probabilmente a ovest), Bassanum (probabilmente a est), forse S. Andrea; i sobborghi del Tempio e di S. Pietro, che comprendevano soprattutto terreni non ancora edificati, erano probabilmente recenti creazioni dei Templari e degli Ospitalieri (i cui possedimenti erano stati incamerati). Il territorio cittadino aveva annesso quelli di piccoli insediamenti scomparsi. La città ospitava più di dieci chiese, tra antiche e recenti.

I due edifici più importanti erano la chiesa di S. Maria e la domus imperiale, che non sembrano essere state vicine l'una all'altra, ma erano state edificate (la chiesa, forse, riedificata) nello stesso tempo. La facciata di S. Maria fu iniziata prima del 1180, ma la cripta risale al XIII sec.; i suoi capitelli furono scolpiti da Niccolò di Bartolomeo di Foggia, autore del pulpito della cattedrale di Ravello; intorno al 1225 fu scolpito il timpano del portone settentrionale della chiesa, che rappresenta Costantino a cavallo, un'immagine classica che allude chiaramente al nuovo imperatore, Federico II. Dopo la morte dello Svevo, le sue viscere furono depositate vicino all'ingresso della chiesa in un piccolo mausoleo sostenuto da quattro colonne di verde antico: S. Maria fu così parzialmente assimilata alla cattedrale di Palermo. D'altro canto era stato forse proprio Federico II a concederle la decima dei redditi pubblici della città, privilegio generalmente riservato alle cattedrali.

L'altro edificio importante era la domus imperiale, iniziata nel 1223 e della quale resta solo un portone largo 3,20 m e alto 7,38 m; comprende un arco ornato di un archivolto scolpito a foglie di acanto e sostenuto da due capitelli raffiguranti aquile. Le iscrizioni spiegano come dietro ordine di "Fredericus Cesar" il palazzo fosse stato edificato dal protomagister Bartolomeo e iniziato nel giugno 1223, affinché Foggia, "urbs regalis", fosse anche "sedes imperialis". Questo maestoso portone probabilmente era l'ingresso principale nel muro che circondava il palazzo. Secondo quel che si può desumere da documenti di età angioina, si trattava di un grande spazio con molti edifici (domus quamplures), fra i quali l'hospitium, la residenza principale. Se la scarsità dei documenti non permette di fare precisazioni, lo schema generale fa pensare a quello del palazzo regio di Palermo, dove l'edificio principale, fiancheggiato da due torri, era accompagnato da altri più piccoli in un ambito circondato da un muro.

Sia la chiesa di S. Maria che il palazzo erano opere di maestranze locali, come Bartolomeo e Niccolò: si può parlare di una 'scuola foggiana', che adoperava, mescolandoli sapientemente, motivi classici, musulmani, bizantini e francesi.

È molto probabile che Federico II abbia fatto numerosi e lunghi soggiorni nella domus di Foggia, nella quale morì l'imperatrice Isabella e dove si tenne il 'parlamento' del Regno nel 1240, che riunì tutti i giustizieri, due deputati di ogni città e uno di ogni castrum, ammessi a contemplare la serenità del volto imperiale. Altre assemblee furono riunite a Foggia da re Corrado, nel 1252, e da Manfredi, nel 1260; in quest'ultima occasione, il palazzo era illuminato da immensi ceri, sicché "la notte si convert[iva] in giorno" (Saba Malaspina, Rerum Siculorum libri VI, in R.I.S., VIII, 1726, p. 799).

Con l'imperatore, la gran corte giudiziaria risiedeva normalmente a Foggia, come pure il giustiziere della Capitanata. La Curia concedeva case e redditi a persone dell'entourage del sovrano: a Pier della Vigna una casa e una delle massarie regie della città, una casa anche a Taddeo da Sessa, come pure a Riccardo di Montenero, gran giustiziere della Gran Corte, ai conti di Manoppello e di Caserta, al marchese di Hohenburg, ad agenti della marescalla regia, a falconieri (altri erano sistemati a Troia).

Molto probabilmente la presenza della Curia favorì l'economia cittadina; d'altra parte, l'abbandono di insediamenti minori nei dintorni rese possibile la concentrazione nella città di una popolazione più numerosa. Ma si deve anche supporre che la presenza della Curia fosse stata oppressiva per la popolazione.

In seguito a un movimento di ribellione, provocato nel 1229 dalla presenza nel Regno delle truppe pontificie, Foggia (come anche S. Severo e Casale Novum) perdette le sue mura, che non furono più riedificate. Cinque anni più tardi la città fu condannata all'ingente multa di 3.600 once d'oro (pari a 65 kg d'oro puro). Fu per questo che, alla morte dell'imperatore, Foggia si dotò di un'amministrazione di tipo quasi comunale, con dei consiliarii. Nel 1254 la città accolse l'esercito pontificio, ma, dopo la partenza delle truppe, fu ripresa da Manfredi: "Con il ferro [scrisse] abbiamo aperto la città di Foggia, siamo entrati con violenza, ne seguì una terribile strage di uomini e un massacro di ribelli" (cit. in F. Villani, La nuova Arpi, Salerno 1876, p. 56, che rimanda a Summonte). Il ruolo di quasi capitale aveva tolto a Foggia la debolissima autonomia concessa alle altre città del Regno.

Bibliografia

F. Jacobs, Die Kathedrale S. Maria Icona Vetere in Foggia. Studien zur Architektur und Plastik des 11.-13

Jahrhunderts in Süditalien, Diss., Hamburg 1968.

G. de Troia, Foggia e la Capitanata nel Quaternus excadenciarum di Federico II di Svevia, Foggia 1994.

J.-M. Martin-E. Cuozzo, Federico II. Le tre capitali del Regno di Sicilia: Palermo-Foggia-Napoli, Napoli 1995.

Foggia medievale, a cura di M.S. Calò Mariani, Foggia 1997.

J.-M. Martin, Foggia nel Medioevo, Galatina 1998.

Vedi anche
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