FOGGIA (A. T., 27-28-29)
Citta capoluogo della provincia di Capitanata, situata nel mezzo del Tavoliere di Puglia, a 74 m. s. m. Danneggiata dal terremoto del 1731, è in gran parte una città moderna, e spettano agli ultimi 70 anni quasi tutte le costruzioni che sorgono nelle zone periferiche. L'area mediana della città è compresa fra la Via Arpi e il Corso Garibaldi, ove sono la cattedrale e il municipio; essa è limitata verso oriente da una lunga piazza, il cosiddetto "piano delle fosse", che divide il nucleo cittadino da un vasto rione di figura rettangolare, il quale si spinge fino alla stazione ferroviaria e viene adornandosi di nuove e belle costruzioni edilizie. La via che congiunge la stazione con il centro e forma nel primo tratto un magnifico viale alberato (Viale XXIV maggio), fiancheggiato da notevoli edifizî (palazzo postelegrafonico, Acquedotto pugliese, ecc.), si biforca nella piccola Piazza Cavour, dando origine a due importanti arterie: il Corso Giannone, che è il prolungamento rettilineo, in mezzo a un altro vasto rione sorto pure tutto di recente, del Viale XXIV maggio, e il Corso Vittorio Emanuele II, che si spinge fino nel nucleo della città e ne forma la via di più intensa animazione; sulla Piazza Cavour ha il suo elegante ingresso la Villa Comunale, che è un vasto e bel giardino pubblico, di figura rettangolare, ricco di superba vegetazione.
Interesse speciale presenta, a Foggia come negli altri principali centri abitati della Capitanata, il già ricordato piano delle fosse, in cui sono scavate buche più o meno profonde, nelle quali vengono immagazzinati e conservati i cereali, specialmente il grano; il sistema, che risale a tempo remotissimo, è connesso con la larga diffusione dei cereali nel Tavoliere, e con il bisogno di conservare il prodotto in luogo sicuro e di contrattarne agevolmente la vendita; ciascuna fossa ha pareti di cemento e mattoni ed è chiusa da un grosso blocco calcareo sormontato da un'altra pietra a figura cilindrica o piramidale. Alcuni ritengono che la città stessa abbia tratto il suo nome da tali fosse; secondo altri, e più attendibilmente, il nome sarebbe derivato dalle cisterne (foveae) per abbeverare il bestiame, le quali tuttora son chiamate "fogge" in varî paesi della Puglia.
Foggia attraversa da alcuni anni un periodo di rinnovamento urbano: sono state sistemate le sue vie; varî edifici pubblici sono sorti; altri sono stati progettati per le scuole medie e per la podesteria.
La popolazione di Foggia ha avuto un notevole incremento nei 50 anni precedenti al 1911 e sembra ora in fase di regresso. Calcolata in 1400 ab. nel 1532, in 5500 nel 1595, in 8150 nel 1648 e in 17.000 alla fine del sec. XVIII, essa fu censita nel 1861 in 34.052 ab. e salì a 40.283 nel 1881, a 53.151 nel 1901 e a 76.680 nel 1911; nel censimento del 1921 furono assegnati a Foggia 67.314 abitanti e dalle cifre del censimento del 1931 ne risultarono 57.232. Nel 1921, la percentuale della popolazione sparsa nelle campagne fu del 9%. La superficie territoriale del comune è una delle piò vaste d'Italia (505,90 kmq.); essa è data prevalentemente a seminativo, ma viene di anno in anno sempre più estendendosi nelle vicinanze del centro l'area coperta dalle colture irrigue degli ortaggi e dalle colture della vite, dell'ulivo e degli alberi da frutta; ha pure importanza l'industria armentizia, che dà eccellenti prodotti in formaggi e mozzarelle. Foggia è la principale piazza granaria dell'Italia meridionale ed esercita da molto tempo un'attiva industria molitoria, a cui è accompagnata quella della produzione delle paste alimentari. Foggia e il suo territorio sono caratterizzati da scarsissima piovosità, una delle più basse d'Italia (la media annua è calcolata in circa 470 mm.), e da alta temperatura media nel mese di luglio (26°,1, che è forse la più alta di quel mese in tutta l'Italia): la temperatura media annua registrata a Foggia è di 15°,8. Per la sua posizione nel Tavoliere e per la forma a semicerchio delle alture del Subappennino, Foggia è centro stradale di prim'ordine e il maggior centro ferroviario del Mezzogiorno adriatico: ad essa convergono le linee che provengono da Termoli, da Lucera, da Benevento, da Rocchetta S. Antonio, da Barletta e da Manfredonia; per Foggia passano le comunicazioni di tutta la Puglia con il resto d'Italia e quella di tutto il Mezzogiorno con i paesi dell'Adriatico centrale e settentrionale. La città è dal 1923 sede di tribunale.
Per la provincia di Foggia, v. capitanata.
Monumenti. - Il monumento più notevole è la cattedrale, iniziata da Guglielmo il Buono circa il 1170 (?) e rivelante pur nella sopraffazione dei rifacimenti barocchi (terremoto del 1731) le native forme romanico-pugliesi. I modi romanici, misti a forme pisano-lucchesi, sono riconoscibili nelle arcate cieche ricorrenti su alti pilastrini tutt'intorno al primo ordine quasi intatto della facciata e dei fianchi. Al disopra delle arcate inchiudenti bifore o monofore o rombi digradanti, v'è un cornicione assai caratteristico per la bizzarra mescolanza di elementi classici stranamente deformati e il brulichio delle figurazioni grottesche zoomorfe quasi oltramontane. Nella parte superiore l'antica facciata romanica è ricordata, oltre che da rosoncini e pilastrini, anche da due doppie colonne che sorreggono un arco ora inchiudente una brutta finestra barocca in luogo della grande rosa originaria. Nell'interno interamente rifatto desta interesse la cappella dell'Icona Vetere o Madonna dei sette veli, antica tavola bizantina. La cripta ha notevoli capitelli del principio del sec. XIII.
Sola superstite del grande palazzo svevo (1223) è la solenne porta, opera del protomaestro Bartolomeo da Foggia, ad architrave con arco di scarico, simile negli ornati classicheggianti di foglie d'acanto agl'intagli netti della fronte della cattedrale.
Notevole il palazzo De Rosa con alta elegante loggia, e di qualche importanza la chiesa delle Croci e quella di S. Giovanni, davanti alla quale è una colonna in pietra con bassorilievo (Madonna col Bambino) datato del 1544.
Storia. - La prima notizia storica sicura di Foggia ricorre in una bolla di Alessandro II a Stefano vescovo di Troia, probabilmente del 1069. Già nel sec. XII si adorna di una chiesa monumentale. Dal periodo svevo in poi Foggia ha battesimo e lustro di città. Colà Federico II fondò il suo palazzo-castello nel 1223; altri fortificò la "terra" con fossato e palizzata. Da allora Foggia diventa una delle sedi preferite dell'imperatore e importante nodo stradale delle Puglie: strade la congiunsero con Troia, Castiglione del Ponticello, Barletta, Risibonis, Siponto e con la Palude. La città si venne ingrandendo e campi di grano e vigne, oltre che pascoli, la circondavano già a mezzo il sec. XIII. Nella lotta fra gli Svevi e il pontefice, Foggia, a differenza della fedele Lucera, si ribellò contro Federico, ma fu da questo riconquistata e ne furono spianati i bastioni e le mura. Nel 1250 un tentativo d'insurrezione contro Manfredi fallì. A Foggia Manfredi venne incoronato. Quattro anni dopo la città aprì le porte alle milizie di papa Innocenzo IV. Manfredi, affrontatele mentre erano a far preda a Manfredonia e a Troia, rioccupò Foggia, salvo il palazzo reale. Carlo I d'Angiò ne fece centro degli uffici amministrativi delle sue masserie e vi mise un baiulo e forse il maestro massaro della Capitanata. Per quanto i discendenti di Carlo togliessero affetto alle Puglie, tuttavia nel 1320 Foggia era la terra più importante della Capitanata. Alfonso d'Aragona, ridottala in suo potere, convertì nel 1445 i pascoli di Puglia nel real dominio e il 1° agosto 1447 fece di Foggia la sede della dogana del Tavoliere per gli armenti transumanti dagli Abruzzi verso le pianure di Puglia e la Basilicata. Nel 1480 sede di parlamento generale e centro di preparativi per la spedizione contro i Turchi dopo la presa di Otranto, teatro di stragi nel 1528 nella guerra tra Carlo V e Francesco I, nel 1648 ebbe, al pari di Napoli, moti di plebei e governo di popolo, avversati dai nobili e finiti nel sangue. La dogana del Tavoliere fu abolita il 21 maggio 1806 dal re Giuseppe Bonaparte e le terre furono date ai pastori a colonie perpetue. Dopo il terremoto del 1731 Foggia si estese a levante fra Porta Maggiore e le Croci, e a mezzodì fra gli orti. I fuochi da 257 nel 1532 salirono a 1000 nel 1595, a 1479 nel 1648, a 3400 nel 1800 (attribuendo 5 abitanti a ogni fuoco, circa 17.000). Nel 1855 fu eretta a diocesi autonoma (staccata da Troia). Dopo la restaurazione, liberatasi dal brigantaggio e da altri malanni, divenne centro di sette carbonare della provincia e di molta parte dell'Abruzzo e partecipò con fervore ai moti patriottici del 1820, del '48 e del '60.
Istituti culturali. - Con l'annessione al regno d'Italia, Foggia perdette le "cattedre universitarie", ma vide sorgere numerose scuole elementari, un R. liceo, un R. istituto tecnico, scuole magistrali e tecniche, un istituto per l'educazione delle fanciulle, ecc. Nel 1872, per iniziativa della Camera di commercio ed arti, vi fu fondata la scuola professionale di arti meccaniche fabbrili, che si arricchì poi di corsi medî superiori. È progettato un nuovo palazzo degli studî. Fra le biblioteche cittadine la più cospicua è la Comunale, fondata nel 1834, arricchita da donazioni di opere a stampa e manoscritti, e specialmente dalle biblioteche dei disciolti monasteri. L'archivio cittadino fu gravemente danneggiato da un incendio nel 1898. Quello della Dogana delle pecore, miniera preziosa per la storia economica e giuridica della Capitanata, è stato di recente ordinato.
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