FOCILIDE (Φωκυλίδης, Phocylĭdes)
Poeta elegiaco greco, nato a Mileto, fiorito all'incirca nella prima metà del sec. VI a. C. (dopo la caduta di Ninive a cui allude il fr. 4 D e prima di Semonide Amorgino che sembra imitarlo e di Senofane che pare lo critichi nel fr. 22 D). Suida ne fissa l'acme al 540, forse un po' tardi.
Molto nella poesia di F. arieggia Esiodo: la raccomandazione, ad es., dell'agricoltura come il mezzo migliore per arricchire (fr. 7 D); l'esaltazione della giustizia (fr. 10 D: "nella giustizia è compresa ogni virtù"); spunti di misoginia (fr. 2 L, che ha tutta l'aria d'essere il nocciolo donde si sarebbe sviluppata la satira contro le donne di Semonide Amorgino); la credenza che esistano buoni genî, i quali han cura di difendere gli uomini da ogni male (fr. 16 D). Ma la maggior parte delle sue sentenze hanno più colorito politico che non le massime di Esiodo; qualche volta parrebbe di sentire Teognide, di cui non troviamo però presso F. l'oligarchica rigidezza (fr. 3 D: "a che vale la nobiltà senza senno ed eloquenza?"; fr. 11 D: "molti hanno imponenza d'aspetto e spocchia nel camminare, ma poco cervello in testa"). Arieggia Teognide anche l'uso focilideo di premettere alle massime sue una specie di marchio d'autenticità ("anche questo è di F."), che del resto deve anche esprimere la massima come frutto dell'esperienza del poeta. Non sembra che la raccolta delle gnome di F. sia stata logicamente ordinata, appunto come non avvenne di quella di Teognide. F. non ha grandi pregi di forma: è non solo semplice, ma persino secco. Pure, certo per la bontà delle sue sentenze, godette tanto favore che ancora nell'età romana venne composto sotto il suo nome un poemetto gnomico di 230 versi a noi giunto. Autore di questo poemetto pseudofocilideo è, secondo ogni probabilità, un ebreo del sec. I d. C., il quale vi fuse reminiscenze neopitagoriche e cinico-stoiche, non senza qualche influsso di Giuseppe Flavio e di Filone. I frammenti di F. in Diehl, Anthologia Lyrica, I (Lipsia 1925), p. 48 segg. Il poemetto pseudofocilideo, ibidem, p. 194 segg.
Bibl.:Schmid-Stählin, Gesch. der griech. Literat., I, i, Monaco 1929, pp. 299-300; A. Croiset, Histoire de la littérature grecque, II, 2ª ed., Parigi 1898, p. 155 segg.; G. Fraccaroli, I lirici greci, I, Torino 1910, p. 135 segg.; per la ricca bibliografia che concerne il poemetto pseudofocilideo, v. Ueberweg-Praechter, Grundr. d. Gesch. d. Philos., I, 12ª ed., Berlino 1926, pp. 180*-181*.