Cancellieri, Focaccia de'
Nobile pistoiese fra i più turbolenti e faziosi della città nell'ultimo ventennio del secolo XIII. Questa sua fama di uomo sanguinario fece sì che D. lo ponesse fra i traditori dei parenti nella gelatina della Caina (If XXXII 63).
Varie ragioni di questa sua condanna addussero i commentatori: i più imputano a Focaccia l'uccisione di uno zio paterno; Pietro quella del proprio padre Bertacca di messer Rainerio, e l'autore delle chiose Selmi sostiene che egli tradì i suoi fratelli per denaro, ma questa versione non ebbe seguito. L'esame delle fonti tuttavia ci permette una ricostruzione più fedele degli avvenimenti. Lo Zdekauer infatti, nel pubblicare un documento dell'ottobre 1293 che contiene la sentenza contro " Fugaciam " per l'uccisione di " Detti domini Sinibaldi ", relega fra le favole la dettagliata storia raccontata da Benvenuto il quale, accusando Focaccia di " perniciosam proditionem in patruum suum et stirpem suam ", confonde il misfatto di questi con uno compiuto da Dore di Guglielmo Cancellieri. La successione dei delitti che portarono Focaccia nella Caina appare quindi questa: poiché i C. neri avevano assassinato Albertino dei Vergiolesi, i C. bianchi si valsero di Vanni, detto Focaccia, oppure, dal nome del padre, Bertacchino, affinché quella morte fosse vendicata, sia sul colpevole e i complici, sia su uno dei capi della fazione avversa. Subito dopo la morte del Vergiolesi, va posto un tentativo di uccisione fatto da Focaccia, prima del 6 aprile 1293 in Prato, con la complicità del fiorentino Mula dei Soldanieri e di altri scherani, ai danni di Detto di messer Re dei Rossi da Pistoia, il colpevole o uno dei colpevoli della morte del Vergiolesi. Un secondo attacco contro Detto andò a segno, sempre per opera del " prode e gagliardo " Focaccia: teatro del delitto, questa volta, fu Montemurlo, castello dei conti Guidi e poi dei Fiorentini, a metà strada tra Prato e Pistoia, e toccò al de Rossi lasciarci la vita. A questo punto s'inserisce il misfatto che indusse D. a relegare Focaccia nella Caina: l'uccisione del suo consorto Detto di messer Sinibaldo dei C. neri. Questo delitto fu gravido di conseguenze: infatti essendo Detto C. uno dei più influenti cittadini di Pistoia, furiose lotte intestine seguirono la sua morte; tutti i contendenti furono esiliati, eccettuato il solo padre di Focaccia, messer Bertacca, che era frate gaudente; ciò nonostante anche costui in seguito fu coinvolto nella faida familiare: venne infatti ucciso da un figlio di Detto che volle vendicare il padre.
In queste lotte sanguinose si perfezionò la divisione tra Bianchi e Neri della cittadinanza pistoiese, e di lì essa dilagò in tutta la Toscana, Firenze in prima linea, e tra coloro che ne soffrirono le conseguenze fu proprio Dante.
Bibl. - L. Zdekauer, Studi pistoiesi, fasc. 1° (unico edito), Siena 1889; Davidsohn, Storia II I 702-705, III 49; R. Piattoli, Vanni Fucci e F. dei C., alla luce di nuovi documenti, in " Arch. Stor. It. " s. 7, XXI (1934) 100-113.