fluidica
fluìdica [Der. dell'ingl. fluidics, da fluidic "fluidico", sul modello di electronics "elettronica"] [ELT] [MCF] Disciplina tecnica che s'occupa delle proprietà e delle applicazioni di particolari dispositivi fluidodinamici, (dispositivi fluidici) con cui si possono realizzare circuiti, detti circuiti logici fluidici (→ fluidico), privi di parti meccaniche in movimento e in cui le operazioni sono effettuate su un flusso gassoso o liquido, atti a svolgere certi compiti (per es., l'azionamento di dispositivi, spesso collegato all'esecuzione di operazioni logiche) in modo analogo a quello dei corrispondenti circuiti elettronici. I primi studi sulla f. furono svolti verso la fine del 18° sec. e continuarono sporadicamente per tutto il sec. successivo. Il primo contributo significativo è costituito da un amplificatore fluidico realizzato nel 1890 da C.A. Bell; il risultato che ha dato l'avvio allo sviluppo della moderna f. è dovuto a H.-M. Coanda, che nel 1932 scoprì il principio fisico che regola l'adesione di una vena fluida a una parete e che comunem. viene indicato come effetto Coanda; la quasi totalità dei componenti fluidici attualmente funzionanti sono basati su tale principio. Studi e ricerche sulla f. furono svolti in maniera sistematica solo dopo circa venti anni quasi contemporaneamente in vari paesi e avevano come scopo essenziale quello di realizzare componenti di tipo modulare aventi prefissate caratteristiche ingresso-uscita. Intorno al 1960 iniziò anche la produzione industriale secondo un'ampia varietà di tipi; ciò rese possibile la messa a punto di intere apparecchiature fluidiche da applicare in vari settori della tecnica. Nel decennio successivo le ricerche sui componenti modulari continuarono senza portare però a sostanziali innovazioni; la produzione industriale s'indirizzò verso una più limitata gamma di componenti per alcuni specifici settori applicativi.