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AMBROSINI, Floriano

di Augusta Bubani - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 2 (1960)
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AMBROSINI (Ambrogini), Floriano

Augusta Bubani

Nato a Bologna nel 1557 da Domenico, l'A., architetto e ingenere idraulico, rivela una ben distinta personalità di uomo e di artista: fu prodigo della sua assistenza ai pittori Domenico Ambrogi e Guido Reni -a cui procurò lavoro nel palazzo Zani e da cui venne ricambiato con la decorazione a fresco di una stanza della sua casa -e al discepolo Bonifazio Socchi, che lavorò con lui nella chiesa di S. Antonio e all'Oratorio di S. Maria della Vita; amatore di opere d'arte e di libri d'architettura (come risulta dall'inventario dei suoi beni del 14 marzo 1622), scrittore egli stesso di opere (mss.), fra cui: Informazione sull'argine del fiume Reno (Bologna, Bibliot. Comunale, ms. B. 477) e Nuova regola di pratticare facilmente li cinque ordini d'architettura (Bologna, Bibliot. Univers., ms. 143), corredate di disegni di sua mano (ne restano altri per la fabbrica di S. Petronio e per la cappella di S. Domenico).

L'attività dell'A. è documentata dal 1589, anno in cui egli costruisce una cisterna per il convento di S. Giovanni in Monte; nel 1592, sostenendo il Cremona nella polemica con F. Terribilia, prepara uno studio per le volte di S. Petronio; nel 1594 costruisce il palazzo Zani (ora della Bonifica Renana in Via S. Stefano 56), austero nella sua linea palladiana; nel 1597, scartati i progetti di F. Terribilia, esegue il disegno per la cappella dell'Arca in S. Domenico, l'opera sua migliore, a cui lavora fino al 1605, riscuotendo più di 1.100 lire: riquadrature e nicchie rivestite di marmi creano all'interno un sapiente gioco di chiaroscuri che si ripete all'esterno attenuato dall'uso del mattone e della terracotta; del 1601 è la cappella dell'Arte della Seta nella chiesa dei Mendicanti per il cui disegno ebbe due ducatoni; nel 1604 progetta l'elegante e fastoso oratorio di S. Maria della Vita e ne dirige i lavori, compiuti da Bonifazio Socchi nel 1617; si interessa al convoglio delle acque del Po e nel 1605 dà inizio, su suo disegno, ai lavori nella cattedrale di S. Pietro; nel 1615 costruisce la chiesa di S. Antonio, nella cui facciata le lesene creano un movimento dei piani di derivazione vignolesca; infine, nel 1617, riscostruisce e ingrandisce a Imola la chiesa di S. Maria Valverde; opere tuttora esistenti, classiche nella linea architettonica ma barocche nella ricca decorazione di marmi policromi.

L'A. morì a Bologna nel 1621.

Fonti e Bibl.: Bologna, Bibl. Comunale dell'Archiginnasio, M. Oretti, Notizie de' professori del disegno, ma, B. 126, c. 344; P. Masini, Bologna perlustrata, Bologna 1666, p. 64; G. Fantuzzi, Notizie degli scrittori bolognesi, I, Bologna 1781, p.221; [C. C. Malvasia], Pitture, scolture... di Bologna..., Bologna 1782, pp. 174, 207, 270, 304; C. C. Malvasia, Felsina pittrice.., Bologna 1841, I, p. 386; II, p. 63; M. Gualandi, Memorie originali italiane riguardanti le Belle Arti, I, Bologna 1840, pp. 123, 140; II, ibid. 1841, pp. 98-102; IV, ibid. 1843, p. 169; VI, ibid. 1845, p. 3; Id., Tre giorni in Bologna..., Bologna 1850, pp. 15, 22, 112: F.Malaguzzi-Valeri, La chiesa e il convento di S. Domenico a Bologna secondo nuove ricerche, in Rep. far Kunstwissenschaft, XX (1897), pp.. 173-193; Id., L'architettura a Bologna nel Rinascimento, Rocca S. Casciano 1899, pp. 200, 214 G. Zucchini, Documenti inediti per la storia del S. Petronio di Bologna, II, Modelli di F. A. per la volta maggiore della chiesa, in Miscell. di storia dell'arte in onore di I. B. Supino, Firenze 1933, pp. 200-205; Id., Guida di Bologna, Bologna 1930, pp. 21, 36, 54, 156, 159, 222; Id., La cappella dell'Arca nella Chiesa di S. Domenico di Bologna dal 1377 al 1597, in Archiginnasio, XXXII (1937), pp.. 236-242; Id., Artigiani a Bologna nei secoli XIV, XV e XVI, in Atti e Mem. d. Deputaz. di Storia patria per l'Emilia e la Romagma, VIII (1942-43), p. 74; A. Venturi, Storia dell'Arte italiana, XI, 3, Milano 1940, pp. 906 s.; A. Raule, Architetture bolognesi, Bologna 1952, pp. 64, 66; V. Golzio, Il Seicento e il Settecento, Torino 1950, p. 202; R. Wittkower, Art and Architecture in Italy, 1600 to 1750, s.l. 1958, p. 78; J. Meyer, Allgem. Künstler-Lexikon,I, p. 611; U. Thieme-F. Becker, Allgem. Lexikon der bildenden Künstler, I, p. 397.

Vedi anche
artista Il termine, che definisce chiunque eserciti un’arte, ricorre nella letteratura artistica, dal 14° al 18° sec., parallelamente a quello di artefice (artifex). La definizione di artefice, di origine più antica, comprende il senso della perizia tecnica del mestiere, altrettanto importante dell’idea nella ... lesena Risalto verticale di una parete muraria, ripetuto in genere ritmicamente, che può avere funzione sia decorativa sia di rinforzo della parete medesima (v. fig.). Quando ha funzione tendenzialmente strutturale, è più propriamente detta parasta. affresco Tecnica pittorica consistente nello stendere colori diluiti con acqua su uno strato di intonaco fresco che, asciugandosi, forma una superficie dura e compatta che fissa il colore (➔ pittura). facciata Il prospetto esterno di un fabbricato, corrispondente a ciascuno dei lati del suo perimetro. Si intende come muro di facciata la semplice caratteristica strutturale, mentre assume valore architettonico la sua più articolata connotazione formale: in particolare quella della facciata principale, su cui ...
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ambroṡino
ambrosino ambroṡino (o ambrogino) s. m. [dal nome di sant’Ambrogio]. – Moneta del comune di Milano, con l’effigie di sant’Ambrogio, patrono della città, coniata dalla metà del sec. 13° alla metà del sec. 14°, d’argento (l’a. piccolo, l’a....
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