CRISPO, Flavio (Flavius Iulius Crispus, in talune iscrizioni anche Flavius Claudius Crispus o Flavius Valerius Crispus)
Figlio primogenito di Costantino il Grande, nato da una Minervina, probabilmente il 306 o il 307. Fu nominato Cesare il 1° marzo 317 insieme con Costantino II, primo figlio legittimo di Costantino il Grande, e con Liciniano, figlio di Licinio: fu poi insignito del consolato negli anni 318, 321 e 324. Poco dopo la sua nomina a Cesare, gli fu affidato il governo della Gallia, dove fu scolaro di Lattanzio Firmiano e dove nel 320, pur essendo ancora giovanissimo, sconfisse i Franchi. Il 1° marzo 321 celebrò a Serdica (Sofia) il quinto anniversario della sua nomina a Cesare (Quinquennalia) e, poco dopo, sposò una certa Elena dalla quale ebbe un figlio. Si distinse con una vittoria sugli Alamanni e col comando della flotta del padre, tenuto durante la guerra fra Costantino e Licinio. Nel 326 fu ucciso, mediante veleno, a Pola, in circostanze misteriore: il suo nome venne eraso sulle iscrizioni uffigiali.
La maggior parte degli storici antichi collegano la condanna a morte di Crispo con quella pronunziata qualche mese dopo contro l'imperatrice Fausta, moglie di Costantino, e ritengono che rapporti incestuosi corresero fra la matrigna e il figliastro, Lo storico ariano Filostorgio riferisce che C. fu vittima delle calunni di Fausta, come Ippolito di quelle di Fedra. Dei moderni lo Schiller ritiene che Costantino fosse geloso della crescente gloria militare del figlio, il Salvatorelli congettura che C. fosse l'esponente del partito avverso al trasferimento della capitale da Roma a Costantinopoli e perisse vittima delle sue idee politiche.
Bibl.: J. Burckhardt, Die Zeit Constantins des Grossen, 5ª ed., Berlino 1929, II, p. 277; H. Schiller, Geschichte d. röm. Kaiserzeit, II, Gotha 1887, p. 220; O. Seeck, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., IV, coll. 1722-24; id., Gesch. d. Untergangs der antiken Welt, III, Berlino 1909, p. 425; L. Salvatorelli, Costantino il Grande, Roma 1928, pp. 77-78.