FLAVIO BIONDO (Blondus, Blondus Forliviensis, Flavus Blondus)
Sebbene Flavus sia un nome secondario, traduzione latina di Biondo, secondo l'uso umanistico, pure F. B. è la denominazione oggi più usata. Umanista, nato a Forlì nel 1392 (data che risulta da una notizia autografa nel Cod. Vat. Lat. 1795), morì il 4 giugno 1463 a Roma e fu sepolto davanti alla porta maggiore della chiesa di S. Maria in Aracoeli.
Cancelliere nella marca d'Ancona (1432), poi segretario apostolico di Eugenio IV (1434), incarico che tenne a lungo, in un primo tempo prendendo parte attiva alla trattazione degli affari politici, in seguito occupandosi, oltre che dell'adempimento dei suoi doveri d'ufficio, anche della preparazione delle opere storiche e antiquarie che ne tramandarono a noi il nome e la fama. Oltre ad un trattato linguistico (De verbis Romanae locutionis, 1435) in cui sostenne la continuazione naturale del volgare italiano dal latino, e ad uno giuridico (De militia et iurisprudentia, 1460) dedicato a Borso d'Este, compose tre libri in cui fece la descrizione sistematica di Roma (Roma instaurata, 1444-1446) ricostruendo latopografia antica col sussidio delle fonti storiche, delle iscrizioni dei monumenti e delle testimonianze classiche, integrandole e ravvivandole con le memorie dei monumenti medievali e contemporanei. Scrisse inoltre l'Italia illustrata, pubblicata sulla fine del 1453, descrizione geografica e storica della penisola dalle Alpi al golfo di Salerno: con questa opera nella quale F. B. rimise in onore la geografia storica e tracciò un'interessante immagine dell'Italia alla metà del 1400, trovano posto anche le notizie degli autori classici e delle cronache medievali.
Con i dieci libri di Roma Triumphans terminati nel 1459 e dedicati a Pio II, fece un vero e proprio trattato delle istituzioni pubbliche e private di Roma antica, ma tuttavia non perdette mai di vista la nuova civiltà in cui viveva e richiamò spesso avvenimenti e costumi contemporanei, formule e pratiche religiose cristiane che hanno radice e formule in pratiche pagane. Ma l'opera di più ampia mole sono le Decadi Historiarum ab inclinatione Romanorum, un panorama della storia contemporanea, in cui, seppe, abbracciare con un solo sguardo la storia generale, dell'Italia, e dell'Europa, risalire alle fonti discernere tra esse quelle più fededegne e ravvisare in quell'età di mezzo, giudicata barbara e poco degna di studio, una delle fasi piu importanti per le quali è passata la storia dell'umanità.
Bibl.: A. Masius, F. B. Sein Leben u. seine Werke, Lipsia 1879; B. Nogara, Scritti inediti e vari di F. B., Roma 1927; id., in Enc. Ital., VII, 1930, p. 56; C. Callmer, F. B., in Acta Inst. Rom. Regni Sueciae, XVIII, 1954, p. 33 ss.