FLAVIANO Nicomaco
Uomo politico del tardo impero romano, di origine apula, nato intorno al 334 d. C. Vicario dell'Africa nel 376, favorì i donatisti, attirandosi un energico richiamo dell'imperatore Graziano. Venuto, benché pagano, per la sua dottrina e perizia letteraria in favore di Teodosio, ebbe da questo per sé e per i figli varie cariche, e infine quella di praefectus praetorio Italiae Illyrici et Africae, che rivestì due volte, intorno al 383 e al 390. Una terza volta fu prefetto verso il 393 non già con Teodosio, ma con l'usurpatore Eugenio, col cui favore F., zelante fautore del paganesimo, riuscì a ottenere varî provvedimenti, già prima invano invocati da Simmaco, tra cui la restituzione e reintegrazione a scopo di culto dei terreni già appartenuti a templi pagani. Nel conflitto tra Eugenio e Teodosio, F. si trovò con un corpo di truppe incaricato di tagliare da un passo delle Alpi la ritirata a Teodosio. Ma i suoi passarono al nemico, e Flaviano si uccise. La sua opera di colto difensore del paganesimo morente è collegata con quella di Simmaco, suo parente e corrispondente in numerose epistole.