FLAVIANO di Costantinopoli, Santo
Prete del patriarca di Costantinopoli, Proclo, morto questo, gli successe nel patriarcato (luglio 446) e subito si pose in urto con Crisafio, eunuco di Teodosio II. Nel novembre 448, su denuncia del vescovo Eusebio di Dorileo (v.), F. riunì a Costantinopoli un sinodo per giudicare la dottrina di Eutiche (v.). Questi fu deposto ma, spalleggiato dalla corte di Costantinopoli, fece ricorso a Leone Magno. Questi scrisse a F. dimostrandosi sorpreso della condanna di Eutiche e soprattutto di essere stato tenuto all'oscuro della faccenda. Mentre Teodosio II, sollecitato da Crisafio, convoca un concilio ad Efeso, Leone, messo al corrente dalle gesta del concilio di Costantinopoli nel frattempo pervenutegli, scrive (giugno 449) il famoso Tomo a Flaviano (in Patrol. Lat., LIV, col. 738) in cui approva la condanna di Eutiche e formula quella dottrina della duplice natura in Cristo che sarà consacrata dal concilio di Calcedonia (v.). L'8 agosto 449 si aprì il concilio convocato da Teodosio. Presieduto da Dioscoro (v.) il concilio (v. efeso: Il brigantaggio di Efeso, XIII, pp. 514-15), depose Eusebio di Dorileo e F. che fu esiliato e morì poco dopo, forse per le percosse ricevute, a Hypaepa in Lidia. La chiesa commemora F. il 18 febbraio.
Di F. oltre al Libellus appellationis spedito da F. a papa Leone immediatamente dopo la condanna di Eleso (vedine l'edizione negli scritti citati in bibl. di Grisar, Mommsen e Amelli) ci sono giunte altre due lettere a Leone Magno (Patrol. Lat., LIV, coll. 723-32 e 743-51) e una a Teodosio (Patrol. Graeca, LXV, coll. 889-92).
Bibl.: Oltre quella sotto calcedonia; duoscuro; eutiche; efeso; v.: Acta Sanct., Febbraio, III, Anversa 1658, pp. 71-79; J. Hefele e H. Leclerq, Hist. des conciles, ii, i, Parigi 1908, p. 517 segg.; H. Grisar, in Zeit. d. kath. Theolog., VII (1883), p. 191-196; Th. Mommsen, in Neues Archiv, XI (1886), pp. 362-364; A. Amelli, S. Leone Magno e l'Oriente, Montecassino 1920.