PERETTI DAMASCENI, Flavia
PERETTI DAMASCENI, Flavia. – Nacque nel 1574 dal gentiluomo romano Fabio Damasceni e da Maria Felice Mignucci Peretti, nipote di Felice Peretti, che divenne papa Sisto V nel 1585.
Sua sorella Orsina fu moglie del duca di Tagliacozzo Marcantonio Colonna; i fratelli furono il cardinale Alessandro e il principe di Venafro Michele.
Insieme a Orsina, Alessandro e Michele fu adottata dal prozio Felice, che le diede il proprio cognome e si propose di garantirle un’educazione raffinata in casa di Lucrezia Salviati, moglie di Latino Orsini. Fu proprio Felice Peretti a interessarsi perché Flavia potesse contrarre un matrimonio utile alle strategie della casata. Nelle sue intenzioni sarebbe dovuta andare in sposa al principe ereditario di Parma, Ranuccio I Farnese, figlio del duca Alessandro e di Maria di Portogallo, ma Flavia Peretti era al contempo ambita da Enrico, duca di Guisa, come sposa per il figlio maggiore, il principe di Joinville. Si prospettò anche un’alleanza matrimoniale tra i Cesarini e i Peretti, che non si realizzò.
I progetti papali si incontrarono infine con quelli del cardinale Ferdinando de’ Medici – fratello del granduca di Toscana Francesco – insieme al quale Sisto V concordò le nozze tra Flavia Peretti e Virginio Orsini, figlio del duca di Bracciano Paolo Giordano I e di Isabella de’ Medici, sorella del granduca. Le nozze, stabilite per procura nel 1589, furono celebrate dal patriarca di Gerusalemme Fabio Biondi, originario di Montalto come i Peretti; Sisto V assegnò alla sposa una dote di 100.000 scudi. Per la circostanza, in quell’anno il toscano Baldo Catani stampò una canzone, Nelle nozze degl’ill.mi sig.ri il sig. don Verginio Orsino e la signora donna Flavia Peretta. Anche il poeta fiorentino Giovanni Girolamo Fiorelli dedicò al cardinale Montalto una canzone Nelle felicissime nozze de… don Verginio Orsino… & donna Flavia Peretta.
Flavia fece la sua apparizione nel 1589 in una festa pubblica a Prato, per la visita a una reliquia della Vergine; insieme a lei erano presenti Ferdinando I, granduca di Toscana dal 1587, la granduchessa Cristina di Lorena e la principessa Maria de’ Medici. Proprio con quest’ultima, Flavia Peretti organizzò nel 1590 a Roma un concerto di giovani donne musiciste vicine alla propria cerchia, promuovendo una pratica che tra gli anni Ottanta e Novanta del Cinquecento si affermava nelle corti di Ferrara, Mantova e Urbino.
Appassionata di canto, musica e danza, Flavia Peretti non soltanto si dilettava nell’esibirsi in prima persona, ma si circondava di artisti, animando un cenacolo musicale collegato con quello del fratello, il cardinale Alessandro, e con quello del granduca Ferdinando de’ Medici. Il compositore Luca Marenzio, che portò alla più alta espressione il madrigale polifonico, dal 1590 era verosimilmente a servizio presso il circolo di Flavia, dopo avere lavorato per il granduca e per il cardinale Montalto; per le nozze della duchessa aveva tra l’altro composto il Quinto libro de’ madrigali a sei voci. Flavia Peretti poteva poi accogliere nel suo entourage anche due virtuosi del granduca di Toscana, quali la celebre cantante romana Vittoria Archilei e il cantore, liutista e compositore Francesco Rasi, che si esibivano a Roma nella cerchia di amici e parenti dei Medici.
Flavia Peretti coltivava anche altri interessi, come mostrerebbe il manoscritto stilato nel 1606 dal suo ‘guardaroba’ Andrea Arbustini, intitolato Libro per fabricar tele dell’Ecc.ma Sig.ra Duchessa di Braciano come pettinare, filare, curar filato, inglomerare, tesser le tele et farle candidare. Tra le sue inclinazioni figurava la tendenza all’aggiornamento negli stili delle acconciature femminili, come si evince dai ritratti di donna contenuti nelle Varie acconciature di Teste usate da nobilissime Dame in diverse Città di d’Italia, a lei dedicate da Giovanni Guerra.
Descritta come una donna dalle bionde trecce «d’insigne beltà», era omaggiata da poeti e letterati, tra cui il minore conventuale Giovan Francesco Buoni, con lo pseudonimo di Accademico Sfregiato (1590). Nel 1589 Ercole Marescotti, con lo pseudonimo di Hercole Filogenio, dedicò invece a Flavia Peretti il discorso Dell’eccellenza della donna, con l’obiettivo di confutare «l’errore di molti, quali tanto s’affannano in avilire il divinissimo feminil sesso».
L’esaltazione della «cortesia, gratia e beltade» di Flavia Peretti trovò la più compiuta espressione nel Tempio fabricato da diversi coltissimi, e nobilissimi ingegni dedicatole da Torquato Tasso con lo pseudonimo di Uranio Felice.
Si trattava di una raccolta di liriche realizzata da diversi poeti, tra cui Tasso stesso, che le aveva dedicato anche la canzone per le nozze Delle più fresche rose omai la chioma, oltre al sonetto Flavia quando nel lago un picciol vento increspa l’acque pure e mattutine, pubblicato nella raccolta delle Rime amorose.
Flavia Peretti ebbe occasione di incontrare Tasso a Roma, dove risiedette nei primi anni del suo matrimonio, verosimilmente nel palazzo di Campo de’ Fiori. La morte di Sisto V, avvenuta il 27 agosto 1590, i frequenti spostamenti di Virginio e i legami con la corte granducale la indussero negli anni successivi a prediligere di restare a Firenze, a palazzo Pitti, dove le era stato riservato un appartamento nel piano nobile, sopra quello del marito, e dove partecipava alla vita di corte.
Nella festività dell’Epifania del 1599, Flavia Peretti accompagnò Maria de’ Medici e Cristina di Lorena nella processione della Ss. Annunziata, in una prestigiosa rappresentanza di nobildonne che faceva le veci del granduca Ferdinando, ammalato, e della sua corte. Nel 1600 presenziò quindi al matrimonio tra Maria de’ Medici e il re di Francia Enrico IV di Borbone e, per la circostanza, venne ritratta insieme a Virginio nelle raffigurazioni ufficiali delle nozze.
Nel frattempo, si occupò dell’amministrazione dello Stato feudale di Bracciano, intervenendo in negozi quali vendite, debiti, crediti, contratti, nella gestione di forni, mulini, ferriere, prati, torri; altre volte si pronunciava su richieste di aiuti o favori, da parte di uomini e donne che chiedevano di essere assunti al suo seguito e trovare una collocazione lavorativa. Dalla sua corrispondenza si evince come, tra le sue preoccupazioni, figurasse quella dell’«ordine dell’Archivio già incaminato per servitio di quello stato».
Flavia Peretti coltivò amicizie con altre nobildonne, tra cui la duchessa di Parma Margherita Aldobrandini, nipote di papa Clemente VIII e moglie di Ranuccio I Farnese; la duchessa di Modena Virginia Medici, moglie di Cesare I d’Este; Laura d’Este, figlia dei duchi di Modena e moglie di Alessandro Pico duca della Mirandola; Renata Pico, sorella del duca della Mirandola e moglie del fiorentino Francesco Salviati; Emilia Orsini Anguillara, cognata di Maddalena Strozzi.
Diede alla luce dodici figli, spesso protagonisti di brillanti carriere o importanti matrimoni. Paolo Giordano II ereditò il ducato di Bracciano e sposò la principessa di Piombino Isabella Appiani. Ferdinando successe al fratello nella guida del ducato, mentre Alessandro fu cardinale e legato pontificio. Cosimo divenne militare, Virginio carmelitano scalzo, Francesco gesuita. Carlo e Raimondo morirono giovani. Flavia Peretti fece educare le tre femmine nel convento benedettino della Ss. Concezione a Firenze dove, tra le varie cose, appresero «il sonar tasti e il cantare». Camilla, rimasta vedova del principe di Sulmona Marcantonio Borghese, nipote di Paolo V, si fece religiosa; Maria Felicia sposò il duca di Montmorency e, rimasta vedova anch’essa, professò tra le Vergini salesiane; Isabella sposò infine il duca di Guastalla Cesare II Gonzaga.
Flavia Peretti morì il 14 settembre 1606, mentre dava alla luce una bimba, suo dodicesimo parto.
Fonti e Bibl.: La corrispondenza familiare, diplomatica e amministrativa di Flavia Peretti si trova in Roma, Archivio storico Capitolino, Archivio Orsini, Serie I, voll. 113-115, 128, 350, dove sono custoditi anche i brevi e le patenti di aggregazione che la riguardano (Pergamene, II.A.28, 9, 12, 18, 50, 55) e il Libro per fabricar tele dell’Ecc.ma Sig.ra Duchessa di Braciano… (Serie II, Registri di Guardaroba, Flavia Peretti Orsini, 1962). Altre informazioni sono desumibili in Archivio di Stato di Firenze, Carte Strozziane I, f. 5; Manoscritti, 131; Canzone di Baldo Catani nelle nozze degl’ill.mi sig.ri il sig. don Verginio Orsino e la signora donna Flavia Peretta, Roma, s.n.t., 1589; G.G. Fiorelli, Nelle felicissime nozze de gl’illustris. & eccellentis. ss. don Verginio Orsino, duca di Bracciano, & donna Flauia Peretta, Roma, per gli heredi d’Antonio Blado, 1589; E. Marescotti, Alla Illustrissima et Eccellentissima Signora la Sig. Flavia Peretti Orsina. Dell’eccellenza della donna, Fermo, Sertorio de’ Monti, 1589; G.F. Buoni, Rime dell’accademico sfregiato per l’Illustrissima et Eccellentissima Signora donna Flavia Peretti-Orsina, Bologna, Rossi, 1590; Tempio fabricato da diversi… in lode di Flavia Peretta Orsina, Roma, Martinelli, 1591; G. Guerra, Varie acconciature di Teste…, Roma s.d.
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