Vedi FIRUZABAD dell'anno: 1960 - 1994
FĪRŪZĀBĀD
D Città della Persia meridionale a circa 1270 m sul mare (regione di Fars, 30 km a S di Shiraz) in una fertile valle circondata da montagne e attraversata da un fiume.
Secondo fonti persiane Alessandro Magno, incapace di conquistare una città achemènide che era nella pianura, ostruì il fiume allo sbocco della gola S allagando l'intero territorio. Ardashir I, prima ancora della sua insurrezione contro Artabano V (224 d. C.), avrebbe bonificato il territorio e fondato una città, Jur o Gur, capitale del distretto di Fars. Il nome di F., deriva da uno dei successori di Ardashir I, Fīrūz. Le notizie relative alla distruzione della città achemènide sono probabilmente leggendarie, come quelle di molte imprese di Alessandro Magno tramandate da fonte persiana.
All'ingresso N della gola che sbocca nella valle di F. rimangono, su uno sperone roccioso a strapiombo su tre lati, le rovine del castello di Qal'a-i Dukhtar, che si articola su tre terrazze sovrapposte: la prima presenta due grandi torri quadrangolari (una delle quali crollata) che formavano in origine l'ingresso all'edificio; la seconda alcune sale ad iwān, la terza, alla sommità dello sperone roccioso: un grande iwān sul quale si apre una sala quadrangolare coperta da una cupola su raccordi conici.
Probabilmente l'edificio, che serviva come fortezza a difesa della valle, era anche utilizzato come residenza di Ardashir I. Lo dimostra la disposizione del grande iwān seguito dalla sala a cupola che richiama quella del palazzo residenziale nella valle. A 5 km dal castello un ponte, fatto costruire da Abharsam I, ministro di Ardashir I (come informa una iscrizione rupestre), attraversa il fiume. Nelle vicinanze del ponte un rilievo, inciso sulle pareti della gola, rappresenta l'investitura di Ardashīr I da parte di Ahura Mazdāh alla presenza di Shapur (Sapore) e di altri due personaggi.
Un secondo rilievo lungo circa 20 m, a circa 2 km dal primo (alla fine della gola) rappresenta la vittoria di Ardashir I su Artabano V (224 d. C.). A destra Ardashir colpisce Artabano che cade da cavallo, al centro Shapur combatte contro Dārbendān, visir di Artabano, a sinistra un paggio ha disarcionato un avvversario. Il rilievo, il primo tra quelli conosciuti di età sassanide, è caratterizzato da un rilievo molto basso e mostra i caratteri iconografici e stilistici caratteristici nei successivi rilievi sassanidi.
La valle di F. dovette essere abitata in età preistorica, come documenta il ritrovamento di alcuni avanzi di ceramica analoghi a quelli di Susa I. Probabilmente una città parthica a pianta circolare, di cui rimangono avanzi, era nella parte orientale della pianura.
Al centro della valle si notano i resti della città di Ardashir I, a pianta circolare, con un diametro di 1200 m, circondata da due muri di terra separati da un fossato. Attualmente sono visibili un grande pilastro, parte interna di una torre simile a quella del castello di Qal'a-i Dulditar, e scarsi avanzi di un grande santuario.
A 5 km a N-O della città sono le rovine del grande palazzo fatto costruire da Ardashir I: il primo monumento sassanide datato con certezza. L'edificio orientato a N, misura 55 m per 104 ed è caratterizzato da una pianta rigidamente simmetrica. La fronte era probabilmente preceduta da un giardino alimentato da un piccolo lago artificiale posto sull'asse della costruzione. Sulla facciata del palazzo si apriva un grande iwān coperto da una vòlta a botte, fiancheggiato da quattro sale oblunghe e seguito da tre stanze quadrangolari coperte da cupole su raccordi conici.
L'iwān, le sale che lo fiancheggiavano e le tre sale coperte a cupola formavano la parte di rappresentanza del palazzo seguita dai quartieri reali formati da otto sale aperte su una grande corte di 25 m per 27 caratterizzata da due iwān affrontati.
Una scala, nella parte occidentale dell'edificio, permetteva di raggiungere le terrazze, forse abitate, come in gran parte delle costruzioni persiane.
Il palazzo, costruito in piccoli blocchi (ed ora in parte crollato) presenta nella decorazione di alcuni ambienti, nella disposizione delle sale, destinate ad un rigido cerimoniale, notevoli analogie con le regge achemènidi. Le innovazioni della pianta, in modo particolare l'unione di un iwān con una sala coperta a cupola, le decorazioni esterne e all'interno del cortile (con alte lesene e nicchie), possono essere considerate come un punto di partenza per le successive architetture sassanidi.
Bibl.: C. Flandin-P. Coste, Voyage en Perse pendant les années 1840 et 1841, Perse ancienne, Parigi 1851-54, p. 23 ss., 36 ss.; M. Dieulafoy, L'art antique de la Perse, IV, Parigi 1895, p. 59 ss.; F. Sarre-E. Herzfeld, Iranische Felsreliefs, Berlino 1910, p. 128, 245, 248; F. Oelmann, Hilani und Liwanhaus, in Bonner Jarbücher, 127, 1922, p. 189 ss.; R. Byron, Note on the Qal'a-i-Dukthar at Firuzabad, in Bull. Am. Inst. Persian Art and Archaeology, 7, 1934, p. 3 ss.; E. Herzefeld, Archaeological History of Iran, Londra 1935, pp. 78, 95 ss.; Sir Aurel Stein, An Archaeological Tour in the Ancient Persis, in Iraq, III, 1936, p. 114 ss.; O. Reuther, Sasanian Architecture, in A. U. Pope, A Survey of Persian Art, I, Oxford 1938, p. 493 ss.; R. Ghirshman, Firuzabad, in Bull. Inst. Franc. Arch. Orientale, XLVI, 1947, p. i ss.