Vedi FIRUZABAD dell'anno: 1960 - 1994
FIRUZĀBĀD (v. vol. III, p. 702)
L'insieme dei monumenti dislocati nella piana di F., già noti singolarmente, sono stati oggetto di ulteriori studi e ricerche dal 1966 da parte del Servizio Archeologico Iraniano e dal 1972 dalla Direzione Centrale dell'Istituto Archeologico Germanico assieme alle due sezioni di Istanbul e Teheran. L'approfondita ricognizione territoriale e la sistematica verifica archeologica, oltre che fornire alcuni dati e scoperte nuove di particolare importanza, ha anche, per la prima volta, offerto un quadro d'insieme di tutta l'area già concepita unitariamente dai sovrani sasanidi. Lo scopo della ricognizione territoriale è stato quello di mettere in relazione le numerose evidenze architettoniche della piana, dal palazzo di Qal'a-ye Dokhtar, con il suo sistema di fortificazioni, ai rilievi rupestri, dal palazzo di Ardašīr I alla grande città rotonda di Ardašīr Khwarrah o Gur. I risultati acquisiti dai lavori effettuati in tutta la piana hanno evidenziato chiaramente il tracciato viario antico che, dalla gola a gomito presso la Qal'a, giunge fino alla città. La prima linea di fortificazione messa definitivamente in chiaro è stato l'esteso muro con torri semicircolari disposto lungo la riva sinistra del fiume a ridosso della cinta della Qal'a-ye Dokhtar, dove i saggi di scavo hanno chiarito numerosi e controversi punti dello sviluppo planimetrico dell'edificio. Nella zona inferiore (terrazza A), intorno alla corte A, si sono evidenziate una sala e una torre con passaggio interno a scalini; nella zona mediana, intorno alla seconda corte, un'altra sala e nella zona superiore, all'estremità NE del palazzo, un muro di raccordo tra la sala cupolata e la fortificazione esterna. Al di sotto delle mura della Qal'a-ye Dokhtar la strada antica, che andava dall'altro lato del fiume, doveva attraversare un ponte, oggi in rovina, dalle tipiche caratteristiche costruttive dell'architettura sasanide: un paramento di pietre ben squadrate legate da grappe di ferro, con un nucleo di frammenti di mattoni e malta. Una più attenta lettura dell'iscrizione in pahlavl presente sui resti del ponte sposta la sua cronologia, considerata sempre coeva al periodo di Ardašīr , al tempo del Gran Vizir Mihr-Narseh, nella prima metà del V secolo. Subito dopo il ponte si incontrano, nell'ordine, i ben noti rilievi di Ardašīr I, un blocco di roccia lavorata non finita e non ancora databile con un'iscrizione cufica, le rovine di un caravanserraglio e quelle di un'antica cava. Ci si immette, poi, nella piana circostante incontrando, dapprima, il palazzo di Ardašīr e due fortezze di diversa grandezza. I più recenti lavori hanno parzialmente modificato la conoscenza della planimetria del palazzo: è stato messo in luce un ampio portico antistante la facciata. Sulla più grande delle due fortezze, che si trova proprio dietro il palazzo sulla sommità della collina Tell-e Khedr-e Zende, l'occupazione continuò sicuramente fino a epoca islamica, come i frammenti di piastrelle invetriate ampiamente dimostrano. Un'altra piccola costruzione quadrata, nota oggi come Āšpaz-khāne, si trova dietro il palazzo, ai piedi della collina, mentre la fortificazione più piccola, Naqqāre-khāne, collocata su un affioramento di roccia, si presenta come una costruzione artificialmente sollevata con il lato O protetto da uno spalto merlato e quello E, invece, da bastioni semicircolari. Una grande quantità di ceramica islamica mostra le tracce di una riutilizzazione, anche per questa fortificazione, in periodi più tardi. Entrando nella piana sul lato destro del fiume la strada attraversa ancora una volta il corso d'acqua per raggiungere la città di Gur; il ponte, Pol-e Bandar, di non facile datazione, rinvenuto a poca distanza dal palazzo, servì proprio a questo scopo pur non consentendo un rapido e diretto accesso alla città. Esso, tuttavia, servì anche come diga per regolare l'afflusso delle acque utilizzate per l'irrigazione della piana. I suoi pilastri si trovano oggi in una zona priva d'acqua, avendo il fiume deviato il suo corso più a S e trovandosi il letto a più di 10 m sotto il livello originario del ponte.
Le rovine della città di Ardašīr Khwarrah, nota nel Medioevo come Gur, quasi al centro della piana protetta da colline, testimoniano un progetto urbano legato a modi costruttivi tradizionali. La pianta circolare della città imitava infatti un vecchio modulo di tipo assiro ripreso poi anche dalla dinastia partica, come gli esempi delle città di Hatra e Darabgerd dimostrano chiaramente. La continuità con la tradizione è evidente ancora nell'inserimento al centro della città di un'alta torre, detta Irān Gerde o, con parola araba, Tirbal, che richiama, sia pure alla lontana, le ziqqurat mesopotamiche. Le mura di cinta dell'insediamento, costituite da due cortine concentriche in terra cruda separate da un fossato, circondavano un'area di 2 km di diametro; l'area interna era probabilmente divisa da due assi principali e otto secondari in 20 settori ulteriormente suddivisi da anelli concentrici. Non sono molti i resti architettonici visibili all'interno della città, mentre prevalgono i segni dei limiti dei campi, dei canali di irrigazione, dei sentieri e dei monticoli di rovine; sono inoltre riconoscibili i resti strutturali delle quattro porte della cui esistenza siamo informati dai testi letterari: la Bāb Ardašīr, Bāh Bahrām, Bāb Hormizd e Bāb Mihr. L'estrema precisione geometrica della pianta della città è tale che i due assi principali si incontrano in maniera perfettamente perpendicolare al centro del cerchio nel punto in cui si trova l'alta torre. Questa, probabilmente in origine tronco-piramidale, era costruita in pietra e gesso e presenta ancora tracce di una scala elicoidale che doveva permettere l'accesso alla sua sommità. Un centinaio di metri a NE si trovano le rovine di un altro edificio rituale costituito da quattro pilastri, il Takht-e Nešin. La città di Gur costituiva, probabilmente, il centro di un sistema più generale di divisione del terreno che, simile nella sua struttura alla circolarità della città, è rimasto pressoché intatto nella piana fino a oggi.
La maggior parte delle linee radianti del sistema continuano oltre il circuito esterno fino ad arrivare ad altre aree particolarmente significative. All'estremità dell'asse NO-SE terrazze e piattaforme fanno pensare all'esistenza di nuclei fortificati di controllo alla piana, mentre altre costruzioni, in rovina, a NE, sembra abbiano qualche relazione con il centro della città e soprattutto con due tunnels posti a S del Tirbal che dovevano fornire acqua alla città. Se ciò fosse vero si avrebbe la conferma che uno dei passi più controversi del Libro delle Gesta di Ardašīr ī Bābakān, al quale non si era mai data eccessiva importanza, sia più vicino alla realtà di quanto non si fosse mai pensato. Il passo in questione, infatti, riferendosi alla fondazione della città, raccontava che il re aveva fatto prima scavare un grande lago, l'acqua del quale era poi stata incanalata per rifornire la città.
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