FIROMACO (Φυρόμαχος, Phyronăchus)
Si conoscono varî scultori greci di questo nome. Il 1°, ateniese del demo Cefisieo, lavorava verso la fine del sec. V a. C.: due volte è ricordato in una epigrafe per le figure in rilievo del fregio dell'Eretteo. Un 2° è datato da Plinio (Nat. Hist., XXXIV, 51) verso il 300 a. C. Un 3° era attivo fra il III e il II sec. a. C., perché lo stesso autore (ibid., 84) lo menziona tra gli artisti che scolpirono "le battaglie contro i Galli" di Attalo I e di Eumene II, re di Pergamo. In un tempio vicino a quella città v'era, di lui, un famoso simulacro di Asclepio, preso poi come bottino dal re Prusia II di Bitinia (Polibio, XXXII, 25); e, pare a Lampsaco, una statua di Priapo (Anthol. Gr., II, 129, 2). Plinio (XXXIV, 80) ricorda pure di F. un "Alcibiade che guida la biga": forse v'è un rapporto con la vittoria ippica riportata da questo in Olimpia nel 416. La firma di un artista di questo nome, che si dice ateniese, identificabile con il 3°, fu trovata sopra una base di Delo, associata con quella di Nicerato.
Milone pittore, da Soli in Cilicia, fu discepolo di un F. "statuario", secondo Plinio (XXXV, 146).
Bibl.: Per il primo: J. Kirchner, Prosop. Attica, Berlino 1903; II, n. 15057; per il terzo: Kirchner, op. cit., n. 15055; W. Klein, Gesch. d. griech Kunst, II, Lipsia 1907, p. 71 segg.; la firma in E. Loewy, Inschr. gr. Bildhauer, Lipsia 1885, n. 118.