FIORDO (norvegese fjord)
Si chiamano fiordi le incisure delle coste strette, prolungate e diramate e per lo più molto profonde, per le quali il mare penetra per molti chilometri nella terraferma; il loro fondo è ineguale, perché soglie trasversali, delle quali di solito una verso l'imboccatura, vi separano bacini più profondi. Alle incisure si accompagnano molti scogli e isolette rocciose. I fiordi si presentano associati nelle coste delle alte latitudini, tanto in quelle di montagne a pieghe recenti o antiche, quanto in quelle piane (tavolati) e nelle terre alte fiancheggiate da pareti ripidissime; in ogni caso nelle regioni attualmente coperte di un manto di ghiaccio e in quelle che furono soggette a un'intensa azione dei ghiacciai quaternarî. Sull'Atlantico la Norvegia, la Scozia occidentale, l'Irlanda di nordovest, la Groenlandia e le minori isole artiche, Terranova e Labrador; sul Pacifico, l'America del Nord dall'Alasca sino allo Stretto di Juan de Fuca hanno le coste a fiordi più importanti dell'emisfero boreale, in cui non si trovano mai a S. del 49° di latitudine. In quello australe i fiordi si riscontrano nella Patagonia occidentale, nella Nuova Zelanda meridionale e nelle isole subantartiche e mai a latitudine minore di 41° S. In questo tipo di coste il rapporto fra la lunghezza reale dell'orlo costiero e la distanza rettilinea fra due estremi assunti, raggiunge un valore molto elevato. Così la costa a fiordi della Norvegia, tra 61° e 62° di latitudine, è 40,5 volte più lunga della distanza rettilinea che separa i due paralleli, e le isole che l'accompagnano sono 5572. Le incisure e le isole tendono a disporsi parallele, ciò che conferisce alla costa una certa monotonia. I particolari però sono molto diversi. Se noi confrontiamo, ad esempio, il Lysefjord con il fiordo di Oslo o con qualche parte di quello di Trondheim, nonostante le rassomiglianze fondamentali, riscontriamo forti differenze nei particolari. Il Lysefjord, con una lunghezza di 41 km., ha una larghezza che varia da 600 a 1900 metri ed è stretto fra alte e ripide pareti, gli altri invece sono chiusi da pareti assai meno inclinate. Il Sognefjord ha poi veramente l'aspetto di un'intera vallata sommersa, da cui diramano parecchi fiordi laterali e trova riscontro nelle valli trasversali, mentre il fiordo di Trondheim risulta dalla combinazione della valle longitudinale con la trasversale. Anche la differente natura delle rocce influisce sulla forma dei fiordi: quelli della costa orientale della Groenlandia si presentano come sottili intagli nello gneiss e come cavità a forma di bacino nel basalto.
Se l'aspetto delle forme emergenti dei fiordi ce li fa paragonare a valli sommerse, i risultati dello scandaglio fecero conchiudere che più esatto sarebbe paragonarli a laghi di valle che il mare ha congiunti a sé medesimo. Infatti il profilo longitudinale del fondo è veramente caratteristico: non è eguale, è incavato a bacino o anche da più bacini contigui separati da elevamenti trasversali che non arrivano a emergere. Così il fondo del Sognefjord, nell'estremità più interna, scende sino a 1242 metri sotto lo specchio d'acqua, quindi si eleva sino a 158 metri di profondità. E la profondità del mare di fronte alla costa è sempre minore di quella dei fiordi, davanti all'imboccatura dei quali una soglia subacquea separa dal mare il bacino interno più profondo. Invece nei valloni dalmato-istriani, che sono valli scavate soltanto dai corsi d'acqua e poi sommerse, le profondità vanno crescendo dall'interno verso l'esterno. Oltre a ciò, nei fiordi sboccano valli, delle quali i primi sono la evidente continuazione sottomarina e queste valli a cielo scoperto presentano le forme caratteristiche di quelle che furono occupate e trasformate dai ghiacciai (fra altro, contengono laghi d'acqua dolce fra ripide pareti, richiamanti perfettamente l'aspetto dei fiordi). Per queste ragioni, la maggior parte dei geomorfologi ammette che i fiordi sono valli scavate dai fiumi poi trasformate dai ghiacciai e, per effetto di un abbassamento della costa, invase dal mare. Quanto però della loro profondità si debba alla sommersione e quanto invece all'erosione glaciale, è difficile dire.
La sommersione diede talvolta origine a sistemi complicati di fiordi, quando la conformazione del terreno permise che il mare riuscisse a soverchiare i dossi meno elevati e a congiungere parecchie valli vicine. Ciò spiegherebbe come certi fiordi si dividano in parecchi rami al loro sbocco e come fiordi diramati e congiunti fra loro da bracci, separino isole montuose. Se due fiordi penetrano nella terraferma da direzioni opposte, si può formare uno stretto, del quale caso è esempio lo Stretto di Magellano. Ma, secondo altri autorevoli scienziati, il fondo dei fiordi sarebbe stato approfondito dai ghiacciai sotto il livello marino: se ciò può avverarsi, l'esistenza dei fiordi non darebbe la prova di uno spostamento positivo del livello marino o questo sarebbe per lo meno minore di quanto comporti la sommersione. I fiordi penetrano entro terra per molte decine di chilometri, così da essere vie navigabili di non piccola importanza anche per il fatto che la ripidezza dei monti che li cingono rende molto difficile o del tutto impossibile che siano seguiti da vie terrestri. Le sedi umane di solito si stabiliscono nella parte più interna del fiordo, oppure sui delta formati dai corsi d'acqua che vi sboccano. Per queste ragioni una costa a fiordi stimola nell'uomo le attitudini alla pesca e alla navigazione.
Con i fiordi non devono andar confuse altre forme costiere delle alte latitudini a essi affini, sia per l'azione glaciale che le preparò, sia per la sommersione che ne seguì. Si vuole alludere in primo luogo alle coste basse del Mar Baltico, nella Svezia e nella Finlandia, che si presentano come ridotte a brandelli da piccole e sottili incisure chiamate fjärde, più o meno penetranti, il cui fondo ora ha la forma di bacino, ora di valle normale. In molti punti della costa si elevano centinaia di piccole isole rocciose dette skären, che per lo più sono disposte irregolarmente e s'interpretano come campi di antico arrotondamento glaciale. Nella costa neutrale dello Jütland orientale poi incontriamo forme costiere un po' diverse, dal popolo danese chiamate tuttavia fjorde, ma che sarà meglio chiamare coi tedeschi Förden, per evitare confusioni. Sono incisure lunghe 10-40 km., varie per forma, larghezza, esistenza di diramazioni e di direzione, profonde sino al termine, in modo da essere praticabili a natanti, formatesi in terreno morenico e poi sommerse.
V. tavv. LXXV e LXXVI.
Bibl.: P. Dinse, Die Fjordbildungen, in Zeitschrift der Gesellschaft für Erdkunde, Berlino 1894; J. W. Gregory, The nature and origin of the fjords, Londra 1913; O. Nordenskjöld, Topographisch-geologische Studien in Fjordgebieten, in Bulletin of the Geological Institute of Upsala, IV (1899); E. Richter, Geomorphologische Beobachtungen aus Norwegen, in Sitzungsber. d. Wiener Akad. der Wiss.; mathem.-naturwiss. Kl. CV, 1896; E. Werth, Fjorde, Fjärde und Föhrden, in Zeitschr. für Gletscherkunde, III.