fioccare
Il verbo compare in Pd XXVII 67 e 71, nel corso di una similitudine: Sì come di vapor gelati fiocca / in giuso l'aere nostro, quando 'l corno / de la capra del ciel col sol si tocca, / in sù vid'io così l'etera addorno / farsi e fioccar di vapori triunfanti. Nel primo caso f. " è venir giù la neve a fiocca a fiocca " (Buti); nel secondo domina un senso metaforico, in cui la forma verbale è chiamata a dar conto per analogia di un complesso fenomeno, come annota l'Anonimo nella sua chiosa: " dice che, sì come avviene quando lo Sole è in Capricornio, ch'è entro mezzo gennaio, ch'alcuna volta l'aire fiocca, cioè nevica, e ello si vede discendere gli fiocchi della neve l'uno dopo l'altro, ed esserne l'aire piena, così quella benedetta congregazione ascendeva in suso e adornava quello etere delle sue bellezze ".
Per quest'uso, tutto dantesco, bisogna tener presente quanto ci dice il poeta stesso in Vn XXIII 25 57-59 Levava li occhi miei bagnati in pianti, / e vedea, che parean pioggia di manna, / gli angeli che tornavan suso in ciel.