Finlandia
Un modello nordico di benessere e di sviluppo
Malgrado un'indipendenza recente, una posizione internazionale a lungo delicata, le tante difficoltà di un clima rigido, una popolazione non omogenea, la Finlandia ha saputo sviluppare un'organizzazione sociale ed economica invidiabile. Al vertice delle classifiche del benessere e dello sviluppo sociale e culturale, oggi per molti la Finlandia è un vero e proprio modello da imitare
Il territorio finlandese ‒ quasi completamente pianeggiante (il monte più alto supera appena i 1.300 m), costellato di laghi (40.000) che occupano un decimo della superficie e ricoperto da foreste di conifere ‒ ha per gran parte un clima freddo. D'inverno i mari che lo bagnano possono gelare completamente.
La popolazione si concentra nel Sud: qui sono la capitale Helsinki (poco meno di un milione di abitanti nell'area metropolitana) e le altre città principali, come Turku e Tampere, mentre Oulu è vicina al Circolo polare artico. Nel Sud è forte e antica la presenza di popolazione svedese, e lo svedese è, con il finnico, lingua ufficiale; nel Nord, in Lapponia, vivono invece i Sami (o Lapponi).
La Finlandia ha avuto uno sviluppo recente e graduale, ma costante, che negli ultimi anni ha preso velocità portando il paese a un notevole benessere; grandi risorse sono il legname, alcuni minerali, e un'industria molto avanzata (telefoni cellulari, elettronica, navi). Ma la vera ricchezza è nell'organizzazione e nell'equilibrio sociale.
Nei primi secoli dopo Cristo la Finlandia, già abitata da popolazioni lapponi, fu occupata da tribù ugrofinniche che si stanziarono prevalentemente nelle zone orientali e meridionali. Queste popolazioni, chiamate collettivamente Suomi (che è anche il nome nazionale della Finlandia), non diedero vita a un potere statale centralizzato e furono esposte alle influenze politico-militari di Russi e Svedesi. Furono proprio questi ultimi, nel 12° secolo, ad assoggettare la Finlandia sancendo, con la pace del 1323, un predominio plurisecolare sul paese.
Colonizzata dalla Svezia, la Finlandia fu costretta ad accogliere il diritto, l'amministrazione e la lingua svedesi, mentre la Chiesa locale, di fede luterana, alimentava il sentimento e la tradizione letteraria nazionale. Nel corso del Settecento il primato svedese nella regione fu minacciato dalla nascente potenza russa e la Finlandia fu devastata dalle guerre tra i due paesi che videro un ridimensionamento della preponderanza della Svezia.
All'inizio dell'Ottocento la Finlandia si emancipava dal dominio svedese e, occupata dai Russi, veniva eretta in granducato con concessione di una relativa autonomia. Nel frattempo maturava nel paese un sentimento di identità nazionale e di resistenza alla politica di assimilazione forzata inaugurata dai Russi sul finire del secolo. La Rivoluzione russa del 1917 fornì alla Finlandia un'occasione per proclamare l'indipendenza e la Costituzione repubblicana che, con alcune variazioni, è stata in vigore quasi un secolo. Nel corso della Seconda guerra mondiale la Finlandia, attaccata dall'URSS nel 1939, si alleò con la Germania nazista; uscita sconfitta dal conflitto fu costretta a numerose concessioni territoriali. Dal dopoguerra la Finlandia ha adottato una linea di stretta neutralità, promuovendo attivamente le iniziative per il disarmo e la distensione internazionale. All'inizio del 2000 il paese ha varato una nuova Costituzione che riduceva i poteri del presidente della Repubblica.