fingere
Latinismo attestato solo in Pg XXXII 69, in rima: come pintor che con essempro pinga, / disegnerei com'io m'addormentai; / ma qual vuol sia che l'assonnar ben finga.
Nel passo il termine equivale, nella sua funzione espressiva, a uno dei significati fondamentali del classico fingere, ossia " rappresentare ", " raffigurare " (a cui rimanda anche il D. latino di VE II IV 2 con l'uso di fictio [v.], per non parlare del modus... fictivus dell'epistola a Cangrande [Ep XIII 27], tutti connessi a una tomistica repraesentatio per sensibiles figuras), con una forte carica d'interiorità dato il particolare contesto che vede il rapimento di D. in una mistica visione.
Bibl. - G. Paparelli, ‛ Fictio ' (La definizione dantesca della poesia), in " Filologia romanza " VII (1960) n. 27-28, 1-83; E.H. Kantorowicz, Selected Studies, New York 1965, 355 (vi si parla della fictio come figura veritatis); M. Pazzaglia, Il verso e l'arte della canzone nel ‛ De Vulgari eloquentia ', Firenze 1967, 105.