finanza comportamentale
Corrente di pensiero, nota anche con il nome di f. cognitiva, che attribuisce alla psicologia e alle emozioni un ruolo chiave nelle decisioni degli operatori economici e finanziari e ne studia gli effetti sull’andamento dei mercati. Si contrappone ai sostenitori del comportamento perfettamente razionale basato sul principio dell’utilità attesa (➔ anche conoscenza; economia dell’informazione).
La f. c. prende spunto dall’evidenza empirica, risultante da numerose indagini sperimentali (pionieristica quella nota come paradosso di Allais; ➔ Allais, Maurice), di comportamenti decisionali contrastanti con quelli previsti dalla teoria dell’utilità attesa. Il tentativo più organico di affrontare le problematiche delle decisioni in condizioni di incertezza fu compiuto dagi psicologi D. Kahneman e A. Tversky, che elaborarono una teoria (➔ prospect theory) fortemente influenzata da risposte emotive degli agenti economici. Va sottolineato che la prospect theory non rifiuta completamente l’approccio dell’utilità attesa, ma lo considera una solida base da integrare con opportune modifiche per tenere conto di quegli aspetti emotivi e psicologici che producono le contraddizioni rilevate. Queste innovazioni consentono di spiegare, all’interno di un quadro dove vige una razionalità fortemente influenzata da aspetti psicologici ed emotivi, comportamenti altrimenti inspiegabili. L’esempio più significativo concerne un comportamento diffusissimo: l’attitudine in soggetti pure avversi al rischio ad accettare lotterie a valore atteso negativo ma con minime probabilità di grandi guadagni (effetto della sopravvalutazione delle probabilità molto basse di guadagni altissimi). Si combina in questo caso il fortissimo desiderio (vero e proprio miraggio) di realizzare un beneficio in grado di modificare radicalmente in meglio le proprie condizioni economiche, con una modestissima modifica in senso assoluto, ma molto forte in senso relativo, della scala delle probabilità concernenti quell’evento (per es., il passaggio dalla probabilità reale di un milionesimo a una percepita di due milionesimi). La differenza assoluta è del tutto trascurabile (un milionesimo), ma l’effetto del raddoppio è molto forte, se applicato, per es., a guadagni dell’ordine di un milione di euro.
Rientrano nella f. c. anche i modelli che contrappongono le decisioni di investimento in titoli quotati dei chartisti a quelle dei fondamentalisti. Questi ultimi opererebbero analizzando razionalmente le informazioni disponibili sui cosiddetti valori fondamentali delle imprese quotate; gli altri reagirebbero a informazioni sugli andamenti dei corsi dei titoli, ritenendo che questi tendano a ripetersi nel tempo con una certa regolarità per effetto di comportamenti di massa spiegabili più con la psicologia collettiva che con la razionalità economica. Entrano qui in gioco considerazioni tipicamente psicologiche, come l’impulso all’imitazione, il comportamento gregario e il loro ruolo nella diffusione di sentimenti di euforia e di panico irrazionale. Nel linguaggio mutuato dagli studiosi del comportamento di branchi, greggi o stormi, si parla di herding per descrivere situazioni in cui una moltitudine di individui effettua scelte analoghe non per effetto di decisioni razionali individuali, né come risultato di decisioni concordate collettivamente. Talvolta questi comportamenti sono indotti, o quantomeno ingigantiti, da messaggi provenienti da organi di informazioni ritenuti, a torto o a ragione, particolarmente autorevoli (effetto framing; ➔ framing effect).