FILOSSENO di Mabbūgh
Scrittore siriaco monofisita, noto anche sotto la forma siriacizzata del suo nome, Akhsĕnāyā, nacque nella provincia di Bēth Garmāy in Persia, studiò nella celebre scuola di Edessa e divenne nel 485 vescovo di Mabbūgh-Ierapoli. Nel 519 perdette il seggio vescovile e dovette recarsi in esilio prima a Filippopoli in Tracia e poi a Gangra nella Paflagonia, dove probabilmente nell'anno 523 fu ucciso.
La sua attività letteraria è stata molto vasta. Egli compilò anzitutto un largo commento del Nuovo Testamento. Scrisse poi parecchi libri sui dogmi più importanti della teologia dal punio di vista del monofisismo, segnatamente un trattato in tre libri sulla Trinità e un'opera in dieci libri sull'incarnazione. Ebbe largo commercio epistolare con varî personaggi importanti di quel tempo. Coltivò anche la letteratura liturgica: di lui si hanno tre anafore giacobitiche, alcune preghiere, un formulario per il conferimento del battesimo in caso di pericolo di morte. Scrisse anche un libro di sentenze.
E. W. Budge, The discourses of Philoxenus, Londra 1894-95; I. Guidi, La lettera di F. ai monaci di Tell ‛Addâ, in Memorie dei Lincei, 1896; A. A. Vaschalde, Three letters of Philoxen us bishop of Mabbogh, Roma 1902; id., Philoxeni Mabbugensis tractatus tres de trinitate et incarnatione, in Corpus Script. Christ. Oriental., II, Parigi-Lipsia 1907, p. 27.
Bibl.: A. Baumstark, Geschichte der syrischen Literatur, Bonn 1922, pagine 141-144 (con bibl.).