FILONE (Φίλων) di Larissa
Filosofo accademico, scolaro di Clitomaco di Cartagine (v.) e, alla sua morte (110-09 a. C.), suo successore nello scolarcato. Durante la guerra mitridatica si rifugiò a Roma, dove nell'88 ebbe come scolaro Cicerone, che dal suo insegnamento fu conquistato alla filosofia neoaccademica. Non è certo se sia tornato (in ogni caso poco prima della morte) ad Atene.
Punto di partenza della sua filosofia fu la scepsi di Carneade; ma dopo un periodo di piena fedeltà, F. inclinò sempre più ad attenuare le sue conclusioni negative, per accentuare, in compenso, le sue concessioni probabilistiche. Nelle teorie dell'εὔλογος ("ragionevole") di Arcesilao di Pitane (v.) e del πιϑανόν ("persuasivo") di Carneade (v.), F. vide, piuttosto che estremi e marginali rimedî del fondamentale scetticismo, motivi dominanti, rispetto a cui lo stesso scetticismo aveva valore solo come confutazione del criterio di verità stoico, della rappresentazione "catalettica". E volle così, poggiando su una nuova accentuazione del concetto dell'evidenza immediata delle cose, riavvicinare la filosofia accademica all'antico dogmatismo platonico, dal quale del resto, secondo la sua interpretazione del periodo scettico, essa non si era mai nella sostanza allontanata. F. fondò in tal modo la cosiddetta "quarta Accademia"; e aprì la via, nonostante le sue incertezze, alla più decisa riaffermazione dogmatica del suo scolaro e successore Antioco di Ascalona (v.), fondatore della "quinta".
Bibl.: C. J. Grysar, Die Akademiker Ph. und Antiochos, Colonia 1849; C. F. Hermann, Disputatio de Ph. Larissaeo, Gottinga 1851; id., De Ph. L. disputatio altera, Gottinga 1855; E. Zeller, Die Philosophie d. Griechen, III, i, 5ª ed., Lipsia 1923, pp. 609-18 (con i rinvii alle fonti, tra cui hanno il primo posto gli Academica di Cicerone). Per indicazioni più minute v. Ueberweg-Praechter, Grundr. d. Gesch. d. Philos., I, 12ª ed., Berlino 1926, p. 142.