FILOMARINO
. Famiglia napoletana risalente all'epoca ducale, che al tempo del regno indipendente diede guerrieri, magistrati e prelati (Marino 1205-85, arcivescovo di Capua; Matteo, morto nel 1322, arcivescovo di Napoli, ecc.); e che nel sec. XVI si divise nei rami della Torre e di Rocca d'Aspide. Appartennero al primo, tra gli altri, Ascanio (1583-1666), cardinale, dal 1641 arcivescovo di Napoli e instancabile suscitatore di battagliere questioni giurisdizionali; suo fratello Scipione (1585-1647), che alla testa di truppe napoletane partecipò a quante guerre combatterono Spagna e Impero; Marcello (morto nel 1750), vescovo di Trevico e discepolo del Vico, che gli dedicò una delle cosiddette Orazioni inaugurali; i fratelli Ascanio (nato nel 1751) e Clemente (nato nel 1755), l'uno vulcanologo, l'altro poeta, e tutti e due trucidati dai lazzari tumultuanti il 19 gennaio 1799. E al secondo ramo, Francesco, personaggio importante nella rivoluzione del 1647-8, al cui tempo il palazzo Filomarino in via Trinità Maggiore divenne fortezza avanzata dei lazzari e fu cannoneggiato dagli Spagnoli; un altro Francesco, raccoglitore, alla fine del Seicento, d'una ricchissima collezione d'arte; Giambattista, ambasciatore di Carlo Borbone in Spagna e discepolo prediletto del Vico, che mise insieme per le sue nozze la raccolta poetica ov'è la Giunone in danza (1721) e gli dedicò le Notae al Diritto universale (1722); un altro Giambattista e suo figlio Giacomo, passati nel 1799 al giacobinismo e perciò nel 1800 condannati alla deportazione, ma tornati in patria alla pace di Firenze (1801).
Bibl.: M. D'Ayala, I due fratelli Ascanio e Clemente F., nella strenna Vesuvio, Napoli 1869; G. De Blasiis, Ascanio F. e le sue contese giurisdiz., in Arch. stor. nap., V e VI (1880-81); B. Croce, Storie e leggende nap., Bari 1919, p. 28 segg.; F. Nicolini, G. B. Vico epigrafista, Napoli 1930, p. 11 segg.