FILODEMO (Φιλόδημος, Philodēmus)
Filosofo epicureo, discepolo di Zenone Sidonio, nacque a Gadara in Siria verso il 110 a. C., ma visse per lo più in Italia, sino alla morte, verso il 30 a. C., sotto la protezione di L. Pisone Cesonino suocero di Giulio Cesare: e dimorò specialmente a Napoli, in una villa di Ercolano (la cosiddetta Villa dei Pisoni), la quale ci ha conservato una quantità di papiri contenenti opere di F. stesso e di altri epicurei. Egli fu, insieme con Sirone, uno dei principali rappresentanti dell'epicureismo in Italia durante il periodo delle guerre civili: a lui fecero capo Virgilio, Orazio, Quintilio Varo, Vario Rufo, ecc.
Fu anche autore di epigrammi erotici, conservati nell'Antologia Palatina. Le sue opere filosofiche, scritte in forma di lezioni e di appunti scolastici, trattano di argomenti svariatissimi, di logica, di etica, di retorica, di poesia, di musica, ecc. Non contengono quasi nulla di originale, ma sono assai importanti per le fonti da cui derivano, per le notizie e i concetti che ci trasmettono: fra cui è notevole, p. es., una posizione di critica contro i comuni principî dell'estetica classica. I papiri sono editi solo in parte, a cura di varî. V. la bibliografia completa in F. Ueberweg, Grundriss der Geschichte der Phil., I. Berlino 1926 pp. 439 4i1.
Bibl.: D. Comparetti, La villa ercolanese dei Pisoni, Torino 1883; id., La bibliothèque de Philodème, in Mélanges Chatelain, Parigi 1910, p. 126 segg.; R. Philippson, Horaz' Verhältnis zur Philosophie, in Festschrift des König-Wilhelm-Gymnasium, Magdeburgo 1911; A. Rostagni, Filodemo contro l'estetica classica, in Rivista di filol. class., n. s., I (1923), pp. 401-23; II (1924), pp. 1-28; id., L'Arte Poetica di Orazio, Torino 1930, p. XXVI segg.