FILISTO (Φίλιστος, Philistus)
Figlio di Arcomenide (o Arconide) siracusano, politico e storico. Compare nella vita pubblica dopo la presa di Agrigento da parte dei Cartaginesi (406 a. C.) come sostenitore di Dionisio. Quando questi si impadronì del supremo potere, F. ne godette da principio tutta la fiducia, così che occupò anche il posto di frutarco dell'acropoli di Siracusa. Ma in ultimo fu bandito dal tiranno perché senza il suo consenso aveva sposato una figlia di suo fratello Leptine. Si ritirò ad Adria ove attese impazientemente la fine dell'esilio, e che conservò la sua memoria nella fossa Filistina (forse l'odierno Canal Bianco), fatta da lui scavare per mettere in comunicazione l'Adige con la laguna di Adria. Dopo la morte di Dionisio la fazione contraria a Dione ottenne dal giovine Dionisio che F. venisse richiamato (366) sperando che la sua età e la sua esperienza, specialmente in materia militare, potessero bilanciare la crescente influenza di Dione e Platone. Dopo l'allontanamento di Dione e di Platone il potere di F. crebbe, cosicché durante la lotta tra Dionisio e Dione lo troviamo comandante di una flotta col titolo di stratego. Quando Dione sbarcò in Sicilia, F. si trovava nell'Adriatico con la sua flotta: richiamato da Dionisio, fece un vano tentativo di riacquistare Leontini i cui abitanti si erano ribellati. In seguito, armate 60 triremi, venne a battaglia navale con la flotta nemica: ma la nave di F. fu circondata, ed egli si uccise o, secondo altri, fu trucidato.
Lo storico. - F. compose un'opera di cui non ci restano che frammenti. Essa era divisa in due parti: una aveva il titolo di Storia di Sicilia (Συκελικά), l'altra Storia di Dionisio (Περὶ Διονυσίου). La prima comprendeva sette libri e conteneva la storia dell'isola dall'età più remota al 406 a. C.; la seconda andava, in quattro libri, dal 406 alla morte del tiranno. Ma a questa parte si aggiungevano ancora due libri intorno a Dionisio II. Già gli antichi osservavano che l'opera di F. è incompiuta: ed è facile pensare che al momento in cui essa fu troncata, lo scrittore doveva avere innanzi a sé materiale sufficiente per comporre un altro libro ancora: cosicché l'opera era destinata ad essere divisa in due parti, di sette libri ciascuna. Nella prima parte, la distribuzione della materia secondo i libri appare press'a poco la seguente: libri I e II: l'età più antica sino al mezzo del sec. VI; III-V: dal mezzo del sec. VI al 413; VI-VII dal 415 al 406. Nulla di preciso si può dire riguardo ai libri della seconda parte. La prima fu scritta durante l'esilio, perciò dopo il 386 a. C. e prima del 368.
F. ebbe sott'occhi, nella sua storia di Sicilia, Ellanico e Tucidide; di quest'ultmo si valse, naturalmente, per le notizie riguardanti la politica e l'esercito ateniese. Degli avvenimenti occorsi in Siracusa, dal tempo della grande spedizione ateniese, egli era stato testimone. Per quelli della spedizione precedente si valse, com'è da presumere, di Antioco.
I frammenti di F., sono generalmente brevi, e in buona parte sono conservati dai lessicografi, che raccoglievano nomi geografici o parole d'uso poco comune. Ma brandelli d'un papiro (The Oxyrrh. Pap., IV, 80 segg.) ci dànno il sommario di un libro relativo ad avvenimenti siciliani del secolo V a. C. che G. De Sanctis propende ad attribuire a F.; e a F. è stato da lui felicemente attribuito un altro frammento di papiro della collezione fiorentina, il quale tratta delle operazioni militari intervenute durante la prima spedizione ateniese in Sicilia.
Le storie di Filisto furono tenute in gran conto dagli antichi. Gli Alessandrini accolsero F. nel loro canone. Nella critica letteraria, F. contò come un imitatore di Tucidide, arguto, conciso, ma piuttosto monotono. Come storico fu aspramente biasimato da Timeo come fautore del tiranno e della tirannide. I papiri ci dimostrano che le opere di F. erano ancora copiate in Egitto nel sec. II d. C.
Bibl.: G. M. Columba, Filisto, in Arch. stor. sic., 1892, p. 275 segg. e gli autori ivi citati: A. Holm, Storia della Sicilia nell'antichità, trad. it., Torino 1901, pp. 214-15, 328 segg.; Christ-Schmid, Gesch. d. Griech. Litter., 6ª ed., Monaco 1912. I; E. Freeman, History of Sicily, IV, Oxford 1894, pp. 195, 227, 242 segg., 265; G. De Sanctis, Una nuova pagina di storia siciliana, in Riv. di filol., 1905, p. 66 segg.; G. Coppola, ibid., 1930, p. 449 segg.; A. Momigliano, ibid., 1930, p. 467 segg.; G. Perrotta, in Studi ital. di filol. class., 1930, p. 311 segg. Sulla fossa Filistina, v. C. Cessi, in Ateneo Veneto, 1898.